[27/07/2009] News

E' in arrivo una pioggia di rigassificatori?

LIVORNO. La ‘grande' attività svolta dal Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo per sbloccare l'attività della commissione Via, non sarà forse sufficiente a salvare il ruolo suo e quello dello stesso ministero che dirige messo in forse, se no n altro per l'approccio politico determinato da parte di alcuni suoi colleghi, dal decreto anticrisi che domani sarà approvato con voto di fiducia alla Camera e che difficilmente potrà avere i tempi utili per un correttivo al Senato. Sarebbe infatti necessario un nuovo passaggio alla camera da cui il rischio che venga superata la scadenza dei termini per essere convertito in legge. E in attesa di sapere se le rassicurazioni avute dal premier per apportare i correttivi al decreto e vedere quindi ripristinata la sua autorità saranno o meno realizzate, il Ministro sfoggia tutta la sua solerzia nell'apportare la sua firma in calce ai decreti che hanno licenziato i pareri della Commissione Via nei dodici mesi della sua attività.

Ne redige addirittura una classifica il Sole24Ore, contabilizzando le medie tenute dai tre ultimi ministri dell'ambiente, Matteoli e Pecorario Scanio prima e adesso Prestigiacomo, che non teme paragoni e che promette di «portare a zero l'arretrato lasciato dalla precedente gestione». L'attività della Prestigiacomo è stata particolarmente solerte per le infrastrutture energetiche: 24 centrali, 4 elettrodotti, 5 raffinerie. I rigassificatori, nello specifico, sembrano riscuotere uno straordinario successo dal momento che nell'arco di un solo anno sono stati firmati ben quattro decreti su altrettanti pareri della commissione Via. Si tratta degli impianti di Trieste, Porto Empedocle (Agrigento) Melilli (Siracusa) e quello previsto nei comuni di Gioia Tauro, S.Ferdinando e Rosarno (reggio Calabria) che dal settembre dello scorso al luglio di quest'anno sono stati sbloccati.

Questi si andranno quindi ad aggiungere a quello storico di Panigaglia, in provincia di La Spezia , costruito da almeno 30 anni e sino a poco tempo fa unico ad essere funzionante sul nostro territorio e quello di Porto Viro (Rovigo) inaugurato l'anno scorso. Cui si deve aggiungere quello off-shore di Livorno e quello di Brindisi. Ve ne sono poi altri 5 tra i progetti che il ministro vorrebbe evadere con il rilascio del decreto sul parere Via entro l'anno. Messi tutti assieme ne viene fuori una quindicina tra proposti, in corso di autorizzazione e già realizzati, che se portati tutti a termine porterebbero l'Italia a godere di un import aggiuntivo di circa cento miliardi di metri cubi di gas l'anno, ovvero una quantità pari agli attuali consumi assicurati dai soli grandi metanodotti . Una prospettiva che potrebbe trasformare l'Italia in un hub del gas europeo che potrebbe anche sottostare ad un obiettivo preordinato, se solo ci fosse un disegno strategico.

In occasione dell'inaugurazione del rigassificatore di Rovigo, il premier aveva annunciato un piano energetico nazionale a primavera, ma la primavera è passata e sta passando anche l'estate e di piani energetici non c'è traccia. Quello che rimangono sono gli annunci fatti dal ministro dello Sviluppo Scajola che ha in mente un mix energetico fatto del 25% di energia prodotta da centrali nucleari, 25% da fonti rinnovabili e il 50% da fonti fossili.

Che è ben diverso da un piano energetico nazionale e dalle strategie messe in atto per attuarlo. Per quanto riguarda i rigassificatori appare abbastanza evidente poi che il numero che verrà realizzato, oltre agli eventuali problemi di impatti ambientali che potranno produrre, è strettamente legato al prezzo finale del metano che i cittadini dovranno pagare in bolletta: quindi non è irrilevante stabilire quanti ne servono e dove.

Grazie ad una delibera emanata dall'Autorità per l'Energia (175/2005) si assicura infatti comunque vada il guadagno per chi costruirà il rigassificatore, perché la delibera recita che è assicurata anche in caso di mancato utilizzo dell'impianto, la copertura di una quota pari all'80% di ricavi di riferimento e che tale copertura è riconosciuta dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20 anni.

Sarebbe auspicabile allora che almeno il ministro dell'Ambiente facesse bene i calcoli prima di sbloccare, così come ha annunciato, anche i prossimi rigassificatori e che sollecitasse il resto del Consiglio dei ministri a mettere a punto un piano energetico nazionale. Almeno se l'interesse in gioco deve essere quello dei cittadini e del paese e non solo quello delle aziende.

Torna all'archivio