[28/01/2010] News

L’Irlanda da rampante emettitore di gas serra a venditore di quote di CO2?

LIVORNO. L'Irlanda (Eire) punta ad essere uno dei protagonisti del carbon market dell'Unione europea prevedendo addirittura di mettere in futuro  disposizione crediti di carbonio. Secondo il ministro dell'ambiente di Dublino, John Gormley, il Paese potrebbe essere già in dirittura di arrivo per rispettare gli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra del Protocollo di Kyoto. Una cosa che sembrava impossibile solo due anni fa, quando la tigre celtica era rampante, additata come modello economico, e lo sviluppo sembrava inarrestabile, ma secondo l'Irish Times «La recessione ha avuto un impatto significativo sulle emissioni di anidride carbonica, che sono diminuite a causa della minore attività in settori come i trasporti e le costruzioni. Le proiezioni attuali sono che per l'Irlanda sarà necessario acquistare carbon credits molto meno di quanto previsto non più tardi di 18 mesi fa».

Il protocollo di Kyoto prevede che l'Irlanda limiti le proprie emissioni di gas serra a 62 milioni di tonnellate all'anno. Durante il culmine del boom economico, le emissioni sono arrivate quasi a 70 milioni di tonnellate. Ma poi sono cadute verticalmente insieme all'economia. Il governo dell'Eire dovrebbe acquistare quote di CO2 per compensare gli sforamenti dell'Irlanda rispetto agli obiettivi assunti con la forma del Protocollo di Kyoto, ma Gormley ha chiesto alla National Treasury Management Agency (Ntma), che acquista i carbon credits per conto dello Stato, di mettere il suo programma di acquisto in attesa per il prossimo futuro.

Il ministro dell'ambiente dell'Eire lo ha detto rispondendo ad un'interrogazione parlamentare presentata dal portavoce per l' ambiente del partito laburista,  Joanna Tuffy, che ha chiesto quanto sia stato pagato dallo Stato nel 2008 e nel 2009 per il superamento degli obiettivi di emissioni di CO2.

«Il costo totale per l'acquisto di unità di carbonio ai fini della conformità di Kyoto nel periodo 2008-2012 è stimato a 99,6 milioni di euro - ha detto  Gormley -  Questo  è costituito da due componenti. La Ntma aveva speso un totale di 73,7 milioni di euro nel 2008 e nel 2009 in materia di quote che sono state pari a 5,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Inoltre, sono stati previsti ulteriori 25,9 milioni di euro di crediti, da consegnare prima del 2012, da investimenti nei carbon funds gestiti dalla Banca Mondiale e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Nel 2008, la Ntma ha acquistato 3,455 milioni di crediti di carbonio per un costo di circa  52,1 milioni di euro. Nel 2009, ha acquistato 1,8 milioni di quote per un costo di circa 21,6 milioni. La ripartizione mostra la riduzione del valore dei crediti tra il 2008 e il 2009 da 15 euro a credito a 12 euro a credito. Il rallentamento dell'economia ha delle implicazioni nel programma di acquisto di carbon credits. Le recenti proiezioni Epa indicano che, con la piena attuazione di tutte le misure annunciate di riduzione delle emissioni, le quote di carbonio sufficiente per far fronte agli impegni di Kyoto potrebbero già essere stata acquistate o contrattate».

La laburista Tuffy non è sembrata molto soddisfatta: ha detto che la riduzione è dovuta principalmente agli effetti della pesante crisi economica che colpisce l'Irlanda e al conseguente calo delle emissioni in molti settori. «Il governo dovrebbe definire il denaro risparmiato e dirigerlo verso i piccoli progetti, ma concreti, per migliorare il nostro ambiente e ridurre le emissioni. Per esempio, avrebbe potuto dare dei soldi per aiutare le scuole primarie a risparmiare energia e gestire in modo corretto i propri rifiuti».

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