[22/01/2010] News

Tra Edf e Areva c'è di mezzo un mare di scorie nucleari

GROSSETO.  Menage decisamente in crisi quello tra Areva e Edf, su cui è dovuto intervenire il primo ministro francese Francoise Fillon per rimettere la questione sui binari giusti ricordando che i due attori, Anne Lauvergeon di Areva e Henri Proglio di Edf, dirigono aziende non di loro proprietà ma dello stato francese e che devono risolvere entro due settimane la questione delle scorie nucleari.

E questo infatti è uno degli elementi della discussione tra le due aziende che rappresentano il nucleare francese non solo entro i confini nazionali ma nel resto del mondo. Mentre l'altra riguarderebbe il mancato rifornimento a Edf di uranio da parte di Areva.

Edf rimprovera infatti al suo principale partner di non rifornire  le sue centrali di uranio, mentre Areva dice che sono le scorie  di Edf che non arrivano più al centro di Le Hague per essere riprocessate. A differenza degli altri paesi che stoccano le scorie derivanti dal processo nucleare (in attesa di sapere dove metterle) la Francia con Areva ha scelto l'opzione esclusiva del riprocessamento per ridurre il quantitativo dei rifiuti radioattivi.

Ma secondo Greenpeace Francia, questa «non è una scelta dettata da ragioni concrete e giustificabili bensì da una volontà dello Stato che vuole sostenere una peculiarità dell'industria francese». Che potremo aggiungere, era anche congeniale al modello della "Force de frappe" voluto da De Gaulle durante la guerra fredda, perché dava la possibilità di avere plutonio a disposizione a scopi bellici.

Un modello che però adesso non funziona più e soprattutto è assai costoso e questo potrebbe essere il motivo dei malumori tra le due aziende del nucleare francese.

Un'ulteriore dimostrazione di come il modello nucleare francese non funziona secondo Greenpeace, che denuncia ulteriori spedizioni delle scorie nucleari in Russia, quando la Francia proibisce l'esportazione di rifiuti nucleari.

«La nave Kapitan Kuroptev (nella foto) - scrive l'associazione ambientalista sul sito pubblicando anche la foto-  che appartiene ad una società russa, farà scalo a Cherbourg lunedì 25 e martedì 26 gennaio. Viene a prendere un carico di rifiuti francesi d'uranio. La nave prenderà in seguito la direzione di San Pietroburgo». Una pratica- quella dell'esportazione di rifiuti nucleari verso la Russia- che Greenpeace denuncia da anni e la nave che arriverà nei prossimi giorni è la stessa che l'associazione aveva bloccato nel dicembre 2005 nel porto di Havre.

«Areva ed Edf spediscono verso la Russia quantità enormi di rifiuti per vie marittime dal 1972.- dice Yannick Rousselet di  Greenpeace Francia - Benché questo scandalo abbia colpito la Francia intera, il ministro, Jean-Louis Boorlo, fa finta di non sapere e le due imprese continuano il loro sporco affare in totale impunità».

Ma adesso sembra che Areva denunci i contratti di Edf per esportare le scorie nucleari in Russia, quando è la prima a farlo - secondo quanto scrive Greenpeace - portandovi il plutonio che riprocessa nel suo impianto di Le Hague.

«La coppia è in piena crisi sul futuro delle pattumiere» dice Yannick Rousselet e l'atteggiamento irresponsabile di Areva ed Edf  conferma il fatto che non si deve dare loro fiducia. Che sia il riprocessamento a Le Hague che costa estremamente caro, che inquina in modo irreversibile l'ambiente e che aumenta considerevolmente il volume dei rifiuti nucleari o che siano le  esportazioni verso la Russia, il nucleare è una via senza uscita».

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