[21/01/2010] News

I parchi, Calderoli e le bufale

PISA. Che i parchi a qualcuno stiano sul gozzo è noto e non è certo cosa nuova. D'altronde di questi tempi non è che per i comuni, le comunità montane o le province si straveda a giudicare da come vengono trattate dal governo. E anche con le regioni non si scherza visto come sono considerate quando devi piazzare alla chetichella una centrale nucleare.

Ai parchi si guarda però con particolare attenzione per due ragioni. Se qua è là si scende ancora - sempre meno di ieri - sul piede di guerra con comitati N0 PARCO leghisti in testa è perché su quei territori si vuol continuare a fare i propri comodi con meno regole. L'altra ragione è che - come aveva previsto Calderoli nel suo testo ora modificato - se si sciolgono i parchi regionali quelle funzioni le regioni possono trasferirle alle province così la smettono di  agitarsi tanto sul loro ruolo. Ma era una bufala non solo  incostituzionale. Che lo stato possa infatti decidere lo scioglimento degli enti parco regionali è fuori da ogni regola. Ma si tratta anche di un bufala bella e buona perché se si scioglie un parco nessuno eredita alcunché. Insomma non c'è trippa per gatti neppure per le province. Ho letto pertanto con una certa sorpresa l'intervista sulla Rivista dell'UPI Le Province uscita in questi giorni di un titolato avvocato della Sapienza di Roma Paola Chiarulli in cui si torna a parlare di ‘razionalizzazione' di enti meno ‘visibili' all'opinione pubblica etra questi appunto i parchi le cui funzioni potrebbero essere assorbite dalle province.

A volte evidentemente anche la Sapienza frega ma non i parchi bensì l'UPI che si illude di intascare eredità inesistenti; appunto bufale.

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