[21/01/2010] News

Fao: la rinascita di Haiti comincia dall’agricoltura

ROMA. Il direttore Generale della Fao, Jacques Diouf, ha detto oggi che ad Haiti «Con le prime operazioni di soccorso ormai avviate, l'impegno locale ed internazionale di ricostruzione deve dirigersi anche verso la produzione alimentare e la ripresa agricola. Occorre dare immediato sostegno ai contadini haitiani prima dell'imminente stagione di semina primaverile che inizia in marzo. Il consumo di cereali di Haiti è stimato nell'ordine di un milione di tonnellate, delle quali circa il 63% proviene dalle importazioni. La priorità è fornire alla popolazione sementi, fertilizzanti, foraggio e vaccini per il bestiame ed attrezzi agricoli».

Ad Haiti circa il 53% della popolazione vive in aree rurali, il rimanente 47% in aree urbane. Secondo la Fao è di vitale importanza incrementare la produzione locale di sementi di qualità e preparare fertilizzanti appropriati alle diverse coltivazioni e zone produttive dell'isola.

«E' urgente che si intervenga in questa direzione alla luce del fatto che migliaia di persone stanno abbandonando la devastata capitale Port-au-Prince verso le zone rurali, e che i prezzi alimentari sono in rialzo - dice preoccupato  Diouf  - Queste persone devono poter disporre dei mezzi necessari per sopravvivere e trovare attività che generino reddito».

Nella parte occidentale dell'isola di Hispaniola devastata dal terremoto del 12 gennaio la stagione di semina primaverile, che dura sino a maggio, rappresenta il 60% cento della produzione nazionale haitiana.  Il sisma ha fortemente danneggiato le già precarie e vitali infrastrutture agricole, come i depositi per l'immagazzinamento e i canali per l'irrigazione, i contadini haitiani non saranno in grado di affrontare la prossima stagione produttiva se non arriveranno al più presto gli aiuti necessari.

La Fao assicura di disporre per Haiti di «programmi per incrementare la produzione alimentare del valore di 49 milioni di dollari, resi disponibili da diversi donatori tra i quali l'Unione Europea, il Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo, la Banca Mondiale, la Francia, il Canada, la Spagna, l'Austria, il Brasile ed il Belgio. Questi programmi comprendono, tra l'altro, la moltiplicazione e la distribuzione di appropriate sementi di alta qualità su cui i contadini poveri possano contare ed anche la distribuzione di fertilizzanti ed attrezzi agricoli. I programmi del governo e della Fao lo scorso anno hanno aiutato ad incrementare la produzione agricola nazionale del 15% e permesso di ridurre il numero delle persone malnutrite».

Il problema è che il tragico post-terremoto di Haiti, segnato dalla lentezza dei soccorsi, dai saccheggi (ma anche di uno slancio solidale che ha salvato a mani nude molte vite e che permette la sopravvivenza di intere comunità) sta provocando una fiammata speculativa, con un aumento a Port-au-Prince e nelle altre città dei prezzi del cibo e del combustibile, anche a causa della scarsità delle derrate alimentari, del carburante e dei danni e dei saccheggi che ha subito tutta la catena della distribuzione alimentare. Inoltre gli aiuti alimentari in arrivo non possono trovare collocazione nelle strutture portuali distrutte dal sisma, «Con grave minaccia per tutta la popolazione povera di Haiti - sottolinea Diouf - Il sisma ha colpito la parte occidentale e meridionale dell'isola, ma la catastrofe è nazionale. Per evitare che questo disastro urbano diventi anche una tragedia rurale è decisivo che si riesca a salvare la prossima stagione agricola».

La Fao ha già sul teatro del terremoto 73 esperti e personale per valutare l'impatto del sisma sul settore agricolo ed i danni subiti dalle infrastrutture rurali, «un numero che aumenterà nei prossimi giorni per sostenere il governo haitiano ed il Ministero dell'Agricoltura che hanno subito grossi danni e perduto personale».

Intanto l'Onu annuncia che la distribuzione degli aiuti umanitari si sta intensificando ad Haiti anche dopo le forti scosse delle scorse ore: «Non abbiamo un'idea chiara dei danni supplementari che questa replica ha causato», ha detto il segretario aggiunto dell'Onu per gli affari umanitari, John Holmes, dopo la scossa che ha avuto il suo epicentro a Petit-Goave, ad ovest di Port-au-Prince.

Nella capitale haitiana il Programma alimentare mondiale dell'Onu (Pam) ha già distribuito più di 1 milione di razioni alimentari ad oltre  200.000 persone e il suo obiettivo è quello di raggiungere un milione di terremotati con gli aiuti. La direttrice esecutiva del Pam, Josette Sheeran, è attesa per oggi ad Haiti per rendersi conto di persona della situazione.

L'Onu sta fornendo anche assistenza medica ai feriti e si preoccupa soprattutto di capire se il numero dei medici e la quantità di medicamenti disponibili siano sufficienti. Eppure tutto questo sembra una goccia nel mare della disperazione più nera e della violenza che attanaglia Haiti dal quale ogni tanto emerge il diamante della speranza di una persona ritrovata viva. I più a rischio sono donne e bambini, anche se il capo ad interim della Minustah, la missione di pace dell'Onu, Edmond Mulet, già martedì aveva assicurato che la situazione della sicurezza era sotto controllo: «E' falso dire che delle gang prendono il controllo dei quartieri».

L'Unicef sta realizzando degli spazi sicuri per i bambini, molti dei quali sono stati separate dalle loro famiglie (senza contare gli orfani e i bimbi di strada che già erano migliaia prima del terremoto), inoltre sta fornendo cibo e altri generi di prima necessità agli orfanotrofi di Port-au-Prince.

«Ogni sforzo verrà fatto per riunire I bambini alle loro famiglie - assicura la direttrice dell'Unicef Ann Veneman - Ma sarà possibile che, solo dopo che avremo attentamente valutato ogni situazione, che le autorità competenti debbano prendere in considerazione altre soluzioni permanenti come l'adozione»

Un accordo preso dall'Onu con quel che rimane del già debole governo haitiano prevede che le truppe Usa si occupino della distribuzione degli aiuti umanitari, soprattutto a Port-au-Prince e nei dintorni, I canadesi saranno responsabili degli aiuti umanitari nel sud e sud-est, il Minustah è incaricato della sicurezza. Sembra anche una risposta a Hugo Chavez che accusava gli americani di voler occupare militarmente Haiti con la scusa del terremoto.

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