[13/01/2010] News

La strategia del governo atomico? Prima le elezioni regionali, poi diremo dove metteremo le centrali nucleari

FIRENZE. Il Gruppo del Pd per voce di Ermete Realacci, è intervenuto oggi alla Camera dei deputati durante il question time, con un'interrogazione sui siti per gli impianti nucleari. «I criteri di base per localizzare un sito per la costruzione di una centrale nucleare, a cominciare dalle caratteristiche geo-morfologiche dell'Italia che non sono certo cambiate negli ultimi anni, sono noti a tutti, per primi ai soggetti interessati alla realizzazione degli impianti».

«Sui siti il governo mente - ha continuato Realacci - La realtà è che si vogliono superare le elezioni regionali, negando ai cittadini, che con il referendum avevano detto di no al nucleare, la possibilità di fare di questo un punto di valutazione dei candidati in lizza. E magari Berlusconi e Scajola, come hanno già fatto nelle precedenti occasioni, in ogni regione che visiteranno in campagna elettorale rassicureranno che quello non sarà il sito dove costruire una centrale nucleare. E' uno stratagemma per aggirare il confronto democratico che il Partito Democratico ritiene inaccettabile».

Poi l'esponente del Pd continuando il suo intervento a Montecitorio ha fornito alcune indicazioni sulle soluzioni al problema energetico: «La soluzione ai problemi energetici del paese non è un ritorno al nucleare che, a questo stato di tecnologia comporta costi elevati, tempi molto lunghi, problemi legati allo smaltimento delle scorie radioattive, ma un forte investimento in efficienza, risparmio energetico, innovazione tecnologica, fonti rinnovabili per affrontare le sfide che abbiamo davanti oltre ad accompagnare, aiutare, sostenere le scelte di imprese, istituzioni, cittadini che consentono di migliorare la qualità della nostra vita e la competitività della nostra economia, cogliendo le opportunità offerte dalla green economy» ha concluso Realacci.

Intanto sulla questione del nucleare si apre la campagna elettorale nel Lazio, dove le due contendenti per ora in campo, hanno dimostrato sul tema un differente livello di preparazione e una differente convinzione. «L'intero programma nucleare, così come presentato dal governo, non è affatto utile in termini di costi/benefici- ha dichiarato la candidata radicale Emma Bonino - Si può raggiungere lo stesso obiettivo con politiche di efficienza energetica che sono anche produttrici di lavoro, dagli artigiani dei doppi vetri alle energie alternative, a chi lavora nel campo degli isolanti per costruzioni. Inoltre sarebbe necessaria una campagna di informazione su questi temi che finora non c'è stata. Magari si fanno 39 dibattiti su Cogne o altri fatti di cronaca nera a Porta a Porta - ha continuato l'esponente radicale - ma un dibattito serio su dove deve andare il Paese dal punto di vista energetico ancora non si è visto da nessuna parte, né su Ballarò nè su Anno Zero».

La Bonino, che ha dimostrato di conoscere abbastanza bene il tema ha poi snocciolato alcune cifre che spiegano, considerato che ancora purtroppo c'è necessità, come la scelta dell'atomo non sia convincente: «di fatto si tratta di 25-30 miliardi di euro per avere tra 10-15 anni forse il 4,5% soddisfatto dal nucleare».

Sull'argomento, più prudente ed attendista la candidata del Pdl alla regione Lazio Renata Polverini: «Anche su questo stiamo valutando e valuteremo insieme alle comunità locali tenendo presente che alcuni siti avevano tanti anni fa una condizione diversa da oggi, anche in termini di popolazione. Quindi va tutto rivisto».

 

Torna all'archivio