[12/01/2010] News toscana

Ancora su futuro sostenibile della Toscana e Gesualdi

PISA. Ricci di Legambiente pisana torna sulle questioni sollevate da Gesualdi e riprese anche da me. Anche lui insiste nel definire lo sviluppo sostenibile una ‘vecchia storiella', comunque - aggiunge - meglio   parlare di sostenibilità sgombrando così il campo da sviluppo. Resta il fatto che da anni si sono inventariate decine e decine di definizioni al riguardo e di sviluppo sostenibile si parla anche in molti e noti protocolli e documenti internazionale che liquidare come sciocchezze se non imbroglio non mi pare possa aiutarci a trovare meglio la bussola. La ragione che consiglierebbe di girare pagina starebbe soprattutto nel fatto che ‘comunemente' crescita è intesa come crescita economica e questo accomunerebbe - anche in Toscana - tutti i partiti. Tanto è vero - aggiunge Ricci - anche il governo toscano pur disponendo di leggi ‘apparentemente' buone con la pianificazione ha fatto totale fallimento e portato al disastro il territorio.

Dopo queste accettate non è facile ritrovare un bandolo che possa rendere utile il dibattito. Proviamoci partendo però da una considerazione di ordine generale. Tra le novità emerse dalla crisi planetaria una è assolutamente nuova e cioè che il futuro del mondo comunque lo si definisca non può essere affidato unicamente all'economia tanto è vero anche il famoso e famigerato PIL dovrebbe finalmente ‘conteggiare' anche valori e aspetti fino a ieri snobbati. E' stato detto che tra le ragioni della crisi di oggi c'è il fatto che con la globalizzazione l'economia ha galoppato più di tutto il resto a partire proprio dall'ambiente che ne ha pagato il prezzo più alto. Oggi quindi per venirne a capo dobbiamo guardare all'economia e all'ambiente come aspetti integrati e interdipendenti nel reciproco interesse. Qui sta la novità maggiore.

Potremmo prendere spunto proprio dalle recenti vicende alluvionali per toccare con mano che mettendo la sordina alla pianificazione idrogeologica non si creano soltanto danni alle cose, alle persone,  all'ambiente, al paesaggio, ma anche all'economia (vedi l'agricoltura). Il che a sua volta pregiudica e penalizza anche quella pianificazione e governo del territorio regionale -non fallimentare- ma a cui sicuramente il dissesto idrogeologico sempre più identificato con la protezione civile fa mancare un punto di riferimento assolutamente indispensabile.

Certo qui ci sono anche ritardi, limiti ed errori con i quali Enrico Rossi dovrà fare i conti perché anche quel ruolo che i centri di ricerca e di eccellenza toscani ai quali egli fa giustamente riferimento potranno dare il meglio solo se saranno coinvolti il processi di pianificazione e non di Croce Rossa. Per questa basta Bertolaso per il resto no.

In conclusione si può puntare con fiducia ad una politica regionale che sappia superare anche i suoi  più o meno spiegabili ritardi - vedi la mancata approvazione della nuova legge sui parchi, i ritardi delle autorità di bacino dovute però principalmente al ministero e alle modifiche negative apportate alle legge 183 non tanto tempo fa, o la rinuncia a continuare a utilizzare i parchi per i nulla osta sul paesaggio - ma questo lo si potrà fare perché il bilancio complessivo fortunatamente non è fallimentare come dice Ricci.

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