[11/01/2010] News toscana

L'assessore Betti polemizza con il governo centrale su vari aspetti della difesa del suolo

FIRENZE.  Mentre si attendono nuove perturbazioni che ormai, visto lo stato in cui versa parte del territorio toscano, al di la delle loro entità sono tutte da tenere in massima considerazione, ieri l'assessore alla protezione civile e difesa del suolo Marco Betti (Nella foto) ha visitato la Valbisenzio, ed in particolare Mercatale di Vernio e  Montepiano, frazioni isolate da prima di Natale per una vasta frana lungo la strada regionale che ha fatto scomparire la carreggiata. «Occorre fare presto - ha dichiarato l'assessore - la frana e l'isolamento del paese, qui come in altre parti della Toscana, mette a rischio le stesse attività economiche. I comuni si sono già rimboccati le maniche per creare una viabilità alternativa sicura e adeguata al traffico che dovrà transitare». Poi l'assessore polemizza su più livelli con il governo centrale. In primis l'annosa questione delle risorse economiche che anche in questo caso pare non siano arrivate a destinazione. «Noi faremo la nostra parte. Certo però è difficile anche solo programmare quando il governo non distribuisce le risorse che pure erano state destinate alle Regioni. Aspettiamo ancora i 13 milioni e mezzo stanziati l'anno scorso e che il Ministero non ha mai ripartito». Questo finanziamento si doveva  sommare ai 20 milioni stanziati da Regione e enti locali e con cui erano già stati programmati interventi sulle aree più colpite dalle piogge un anno fa e per opere di prevenzione su argini e terreni franosi, in Lunigiana e Garfagnana. Poi Betti si sofferma sulla sottrazione di competenze alle Regioni in tema di difesa del suolo. «Qualcuno vorrebbe adesso toglierci pure le competenze. Con una norma inserita nell'ultima finanziaria e un decreto legge proposto ed approvato dal ministro Prestigiacomo prima della fine dell'anno- ha continuato l'assessore- le Regioni rischiano su molti temi di essere al massimo "ascoltate". E a volte neppure questo: come sul miliardo del Cipe stanziato per rimuovere le situazioni di più elevato rischio idrogeologico o i piani straordinari del post emergenza. Quello che si delinea è un modello, non concordato e mai discusso, dove è il ministero che decide tutto, compresa la quota di cofinanziamento regionale nel caso di accordi di programma» ha concluso Betti.

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