[11/01/2010] News

Torino-Lione: via ai carotaggi. E torna la mobilitazione del popolo No tav

GROSSETO. La neve è copiosa in Val Susa ma gli animi sembrano ancora una volta più che riscaldati. Oggi, di fronte ai presidi del popolo dei No Tav, di nuovo mobilitato da sabato nelle valli per impedire che il progetto dell'alta velocità Torino- Lione vada avanti, dovrebbero cominciare comunque le trivellazioni del terreno e i campionamenti delle acque in Valsusa, Valsangone, Settimo e Torino, per il monitoraggio che prevede 91 sondaggi e i cui risultati arriveranno nei prossimi mesi.

Dopo la riunione di venerdì scorso tra il commissario a capo dell'Osservatorio, Mario Virano, che aveva minacciato le dimissioni per l'empasse che si stava delineando in merito al proseguimento dei lavori di progettazione, e il governo si è infatti deciso di andare avanti e il nuovo punto della situazione tra Governo, Regione, Provincia, Città di Torino e commissario straordinario è stato fissato proprio all'inizio di febbraio, al termine della prima tornata dei sondaggi e a valle delle indicazioni date ai progettisti del tracciato da sviluppare; un tracciato che deve essere consegnato entro il 31 gennaio alla commissione Europea per non perdere definitivamente le risorse messe a disposizione dall'Ue, che hanno già subito una proroga non più procrastinabile.

L'esito dell'incontro di venerdì a Palazzo Chigi si è concluso con una conferma del giudizio positivo sull'attività svolta finora dall'Osservatorio e l'intenzione di andare a definire nuovi criteri per la rappresentanza delle Comunità locali nella elaborazione del progetto della nuova linea Torino-Lione, sia a livello politico al tavolo istituzionale di Palazzo Chigi sia a livello tecnico nell'Osservatorio, constatato - si legge nel comunicato di palazzo Chigi - «che la nuova Comunità Montana, con riferimento alla nuova linea Torino-Lione non si connota con un profilo di sensibilità politico-istituzionale idoneo a rappresentare il pluralismo delle comunità locali presenti sul territorio».

Fuori quindi la rappresentanza della comunità montana presieduta da Sandro Plano, uno dei sindaci della Valsusa dichiaratamente contrari al progetto Tav, sarà attraverso un apposito Dpcm di aggiornamento di quello istitutivo del 1° marzo 2006, che dovrà essere elaborato dalla provincia di Torino, dalla regione Piemonte e dal commissario straordinario di governo, che verranno stabiliti i criteri di nomina dei rappresentanti locali.
Due gli aspetti che dovranno essere tenuti in conto: far parte dei territori interessati, ma soprattutto una esplicita e dichiarata «volontà di partecipare alla miglior realizzazione dell'opera nel quadro della miglior tutela e valorizzazione del territorio e nel rispetto del calendario europeo». Quindi chi non è d'accordo resta fuori. E nel frattempo, si dice sempre nelle nota di Palazzo Chigi sarà il prefetto di Torino a svolgere un attento monitoraggio delle azioni degli amministratori interessati ai sondaggi «per verificare il corretto rispetto degli obblighi istituzionali».


Una decisione «grave» l'ha definita Sandro Plano che «pregiudica fortemente il dialogo ma se il governo deciderà di escluderci io mi adeguerò perché rispetto le istituzioni». Ma ha aggiunto anche che «se si vuole il dialogo bisogna accettare anche chi la pensa diversamente altrimenti si arriva al monologo e allora tenere in piedi l'Osservatorio non ha davvero più senso».

Ferme e immediate anche le reazioni degli altri sindaci valsusini contrari al progetto: «a questo punto non posso che dire che la democrazia è in pericolo - ha commentato il sindaco di Sant'Ambrogio, Dario Fracchia, che è stato uno dei grandi elettori di Sandro Plano alla presidenza della Comunità montana - Il governo vuole mettere in discussione le decisioni di un ente autonomo prese da una maggioranza regolarmente eletta».

E Nilo Durbiano, sindaco Pd di Venaus, ha sottolineato la necessità di dare una risposta «collettiva e non individuale da parte dei sindaci perché siamo di fronte a scelte che non interessano un singolo comune». Per questo motivo Durbiano ha proposto una riunione di «tutti i sindaci di centrosinistra e centrodestra per definire una linea comune e condivisa per indicare le nostre rappresentanze territoriali».

Anche secondo il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, per il quale esiste di fondo una maggioranza a favore della realizzazione della tratta ad alta velocità Torino - Lione, «solo una forte iniziativa di destra e sinistra unite potrebbe sbloccare l'annosa empasse».

Intanto il popolo No Tav ha deciso di continuare ad opporsi «in modo pacifico, fermo e determinato alla realizzazione del Tav e ad ogni opera che preluda alla sua realizzazione, sondaggi compresi». In un comunicato invita poi fermamente gli amministratori «a proseguire coerentemente questa lotta ventennale contro il Tav» e respinge quelli che vengono definiti «i goffi tentativi di ricatto e di intimidazione di stampo fascista e mafioso, minacciati dal governo nei confronti dei sindaci e delle amministrazioni locali del territorio».

Stamani il prefetto di Torino, il presidente della Provincia Antonio Saitta e quello dell´Osservatorio Mario Virano hanno convocato una conferenza stampa, con l'obiettivo di fornire tutti le informazione riguardo ai carotaggi previsti già da oggi e questa sera i sindaci si incontreranno a Bussoleno per discutere ed eventualmente firmare un documento discusso nel pomeriggio di ieri, in cui si chiede al governo di non escludere la Comunità montana dal processo decisionale. Ma il documento non sembra accogliere il consenso unanime, tra cui quello di Antonio Ferrentino, ex presidente della Comunità montana che dichiara che « Se è un documento che intende proporre di recuperare la situazione anti-decreto allora non ci sto proprio, altrimenti se ne parlerà».

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