[07/01/2010] News

Vivere con Cura. Pillole di saggezze per l'anno nuovo

RIETI. Quale augurio migliore per un 2010 che un augurio di saggezza, a persone e governi (ahinoi)? Quella saggezza che, con la sua potenza letteraria, Eduardo Galeano ci invita a rispolverare  nel suo recente scritto "Sono caduto dal mondo" (fonte: Visiones alternativas, ripreso da Arianna editrice).  Ogni riga un suggerimento e un'emozione. Ecco qua. Da leggere a ogni età. Magari giocando a scoprire delle piccole contraddizioni, se siamo molto attenti.

Quello che mi succede è che non riesco ad andare per il mondo buttando le cose e cambiandole per l'ultimo modello solo perché a qualcuno viene in mente di aggiunger loro una funzione o di rimpicciolirle un poco....Non molto tempo fa, con mia moglie, lavavamo i pannolini dei bambini, li stendevamo sulla corda insieme ad altri abiti , li stiravamo, li piegavamo e li preparavamo perché li tornassero a sporcare. E loro, i nostri bambini, appena sono cresciuti e avuto i loro figli si sono incaricati di buttare tutto alle ortiche, compresi i pannolini. Si sono consegnati senza scrupoli a quelli scartabili! Si, lo so. Alla nostra generazione è risultato sempre difficile buttare via. Neanche i rifiuti ci sembravano molto scartabili! E così siamo andati per le strade conservando il muco nel fazzoletto di stoffa nelle tasche.

No!!! Non dico che quello era meglio. Quello che dico è che in qualche momento mi sono distratto, sono caduto dal mondo e adesso non so da dove rientrarci.  

Quello che succede è che non riesco a cambiare lo stereo una volta l'anno, il cellulare ogni tre mesi o il monitor del pc ogni natale. Conservo i bicchieri di carta! Lavo i guanti di latex che erano fatti per essere usati una sola volta! Le posate di plastica convivono con quelle di acciaio inox nel cassetto! E' che vengo da un tempo in cui le cose si compravano per tutta la vita! Anzi!! Si compravano per la vita di quelli che sarebbero arrivati dopo! La gente ereditava orologi da muro,  set di bicchieri, stoviglie e perfino bacinelle di ceramica. (...)

L'ho scoperto! Lo fanno apposta! Tutto si rompe, si consuma, si ossida, si spacca o si corrode dopo poco tempo così dobbiamo cambiarlo. Niente è riparabile. L'obsoleto è di fabbrica. Dove sono i calzolai che aggiustano le suole delle scarpe da tennis? Qualcuno ha visto qualche materassaio che sarchia materassi casa per casa? Qualcuno che aggiusta i coltelli elettrici?  L'arrotino o l'elettricista? Ci saranno teflon per i lattonieri o sedili di aerei per i tappezzieri ? Tutto si butta, tutto si scarta e, nel frattempo, produciamo sempre più spazzatura. L'altro giorno ho letto che se ne è prodotta negli ultimi 40 anni che in tutta la storia dell'umanità.

Chi abbia meno di 30 anni non crederà a questo: quando ero bambino non passava quello che raccoglie la spazzatura! Lo giuro! Ed ho meno di.....anni! Tutti i rifiuti erano organici e venivano usati per le galline, le papere o i conigli (e non sto parlando del XVII secolo). Non esisteva né la plastica né il nylon. (...)  

E' che non è facile per un povero tipo che hanno educato con il conserva e conserva  un giorno potrà essere utile, passare al compra e butta che sta arrivando il nuovo modello. Bisogna cambiare la macchina ogni tre anni , come massimo, perché sennò sei uno sfigato. Anche se la macchina che hai è in buon stato. E bisogna vivere indebitandosi eternamente per pagare quella nuova! Ma per Dio!

La mia testa non resiste a così tanto. Adesso i miei parenti e i figli dei miei amici non solo cambiano il cellulare una volta a settimana, ma cambiano il numero, la casella mail e perfino l'indirizzo reale. E a me , m'hanno preparato per vivere con lo stesso numero , la stessa donna, la stessa casa e lo stesso nome. M'hanno educato per conservare tutto. Tuuuutto!! Quello che serviva e quello che non serviva. Perché un giorno le cose potevano tornare a servire. Davamo credito a tutto. (...)  Come volete che capisca quelle persone che scartano il loro cellulare pochi mesi dopo averlo comprato?

Sarà che quando le cose si riescono ad avere facilmente non si valorizzano e diventano scartabili con la stessa facilità con la quale le si è avute? In casa avevamo un mobile con quattro cassetti. Il primo cassetto era per le tovaglie e gli stracci da cucina, il secondo era per le posate, e il terzo e quarto per tutto quello che non fosse né tovaglia né posata. E conservavamo....Come conservavamo!  Conservavamo tuuuutto!! Conservavamo i tappi delle bevande ! Come per cosa? Li usavamo per metterli davanti alla porta e pulirci le scarpe piene di fango. Piegati e unite ad una corda si convertivano in tende per i bar. (...) Conservavamo tuuuutto! Quando il mondo si spremeva il cervello per inventare gli accendini che si buttavano quando avevano finito il suo ciclo, inventavamo la ricarica per gli accendini scartabili. (...) E le pile! Le pile passavano dal congelatore al tetto della casa. Perché non sapevamo bene se bisogna darle caldo o freddo perché vivessero un po' di più. Non ci rassegnavamo a che finissero la loro vita utile, non potevamo credere che ci fosse qualcosa che vivesse meno di un gelsomino.

Le cose non erano scartabili. Erano conservabili. I giornali! Servivano per fare tutto: per fare plantari per gli stivali di gomma, per metterli per terra nei giorni di pioggia e principalmente per avvolgere. E conservavamo la carta argentata dei cioccolatini e dei sigari per fare brillare i pini di natale e le pagine del calendario per fare quadri e i dosatori delle medicine casomai qualche medicina non avesse il contagocce e i fiammiferi usati perché potevamo accendere un fornello dall'altro fornello che era acceso e le scatole delle scarpe sono diventate i primi album di foto e il mazzo di carte si riutilizzavano anche se mancava qualche carta, con la correzione a mano, di una donna di spade che diceva questo è un quattro di bastone. I cassetti custodivano parti sinistre di mollette e il gancio di metallo. Aspettavano la loro metà destra per convertirsi di nuovo in una molletta completa.

Io so quello che ci succedeva: ci  costava molta fatica dichiarare la morte dei nostri oggetti. Così come oggi le nuove generazioni decidono di ucciderli appena sembra che  smettono di servire, quei tempi erano per non dichiarare morto nulla. E quando ci hanno venduto gelati in coppette il cui coperchio si convertiva nella base e ci hanno detto: Mangiatevi il gelato e dopo buttate la coppetta, noi abbiamo detto di sì, ma col cavolo che le buttavamo!!! Le abbiamo messe a vivere nella mensola dei bicchieri e dei calici. Le lattine di piselli e di pesche  sono diventati vasi e perfino telefoni. Le prime bottiglie di plastica si sono trasformati in soprammobili di dubbia bellezza.  Le scatole delle uova si sono trasformate in contenitori per acquerelli, i tappi dei bottiglioni in posacenere, le prime lattine di birra in portapenne, i sugheri aspettavano d'incontrarsi con una bottiglia.

E mi trattengo dal fare un parallelismo tra i valori che si scartavano e quelli che preservavamo. Ah!! Non lo farò!! Muoio dalla voglia di dire che oggi non sono solo gli elettrodomestici a essere scartabili: che anche il matrimonio e perfino l'amicizia sono scartabili. Ma non commetterò tale imprudenza di comparare oggetti con persone. Mi trattengo per non parlare dell'identità che si va perdendo, della memoria collettiva che si sta buttando, del passato effimero. Non mischierò gli argomenti, non dirò che a quello che era perenne lo hanno fatto diventare caduco e a quello che è caduco lo hanno trasformato in perenne.

Non dirò che agli anziani viene dichiarata la morte non appena cominciano a presentare delle falle in qualche funzione,  che i coniugi si cambiano per modelli più nuovi, che alle persone a cui manca qualche funzione vengono discriminate o che si valorizzano di più i belli, con brillo, gel nei capelli e glamour. Questo è solo una cronaca che parla di pannolini e di cellulari. Sennò, se mischiassimo le cose dovrei pensare seriamente di consegnare la " strega" come parte di pagamento per una signora con meno chilometri e qualche nuova funzione. Ma io sono lento per lasciare quel mondo del riporre e corro il rischio che la " strega" mi vinca e che sia io ad essere consegnato.

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