[07/01/2010] News toscana

Rossi-Gesualdi, anche le polemiche possono non essere sostenibili

PISA. Enrico Rossi in una delle sue prime sortite sulle prospettive generali della nostra regione è incappato subito in una micidiale smitragliata di Gesualdi che gli ha ricordato che quella dello sviluppo sostenibile è una ‘vecchia storiella'. A Copenaghen evidentemente i tanti capi di governo presenti non sono stati avvisati che si stavano accapigliando e trastullando con un vecchio repertorio a cui ingenuamente continua a credere anche Rossi.

Le bordate di Gesualdi non hanno risparmiato nulla. La portualità è un disastro perchè nuove le merci come lo sono i rigassificatori, ma se pensi che la geotermia sia meglio sbagli di grosso. C'è solo la decrescita, basta ingrassare bisogna dimagrire. Peccato che accanto a chi continua ad ingrassare c'è chi è già dimagrito e continua a farlo e non per scelta.

Ma la Toscana se non vuole decrescere malamente deve trovare quel giusto rapporto che neppure in Toscana è stato finora chiaramente trovato -e di cui parla Rossi- tra sviluppo e ambiente da cui deriva quella sostenibilità che è tutt'altro che una vecchia storiella ma semmai un'ardua sfida. Si prenda la questione sempre più oggetto di convegni delle energie rinnovabili e all'intreccio che può apparire persino inestricabile tra biomasse, agricoltura e consumo di territorio ma anche d'acqua, tra eolico e paesaggio, tra pannelli solari e spazio e ancora paesaggio.

Sono questioni delicate che incontrano spesso drammaticamente altri aspetti come l'assetto idrogeologico, la manuntezione e il monitoraggio del territorio che deve poter contare non soltanto su risorse adeguate ma anche su strumenti istituzionali e tecnico -scientifici assolutamente nuovi e più avanzati dopo i clamorosi fallimenti di cui le cronache di questi giorni ci ricordano i costi non soltanto economico-finanziari.

Come per le medicine - anche le più efficaci - i cui effetti collaterali sono spesso seri, anche per ognuna di queste politiche si pone il problema di trovare appunto un equilibro difficile ma indispensabile sia che si tratti di collocare una pala eolica che un rigassificatore. Quello che emerge anche ma non solo in Toscana è che le politiche regionali destinate a incrociare quelle nazionali e comunitarie devono viaggiare su percorsi istituzionali e progettuali in grado di raccordare economia e ambiente, superando la pretesa che la prima deve fare da battistrada e la seconda come l'intendenza seguire e... pagare i danni.

Il percorso istituzionale deve garantire che le decisioni da prendere siano prese ai livelli giusti che variano rispetto anche al triangolo regione, province e comuni. Per l'Arno o il Serchio il da farsi deve trovare -come dice spesso la stessa legge poco praticata- le sedi giuste come dimensione che si tratti di un bacino idrografico o di un parco e del suo piano. E già questo non avviene nella misura e con l'impegno che sarebbe invece indispensabile a cui Rossi dovrà mettere senz'altro mano.

E'solo un esempio di cosa oggi deve significare pianificare, progettare, monitorare il territorio non riducibile a mera gestione urbanistica peraltro neppure rinnovata tanto che si parla non a caso di suo ‘fallimento' generale ( condoni, sdemanializzazione etc). La sostenibilità così sgradita a Gesualdi significa anche questo. Si sono fatti conti di cosa vorrebbe dire mettere mano finalmente ad una politica di questo tipo sia in termini di costi evitati per rimediare tardi e male ai disastri, dall'altra il lavoro qualificato ( non i cantieri Fanfani di vecchia memoria) per quella manutenzione e gestione del territorio di cui non c'è traccia in nessuno dei documenti attualmente in circolazione che inneggiano al Federalismo?

Gesualdi non sembra preoccuparsene ma Rossi dovrà farlo. Sarà sicuramente più impegnativo ma anche più appagante per la Toscana e il paese.

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