[23/07/2009] News toscana

Marino Martini (Unifi) difende la rinnovabilità della fonte geotermica

FIRENZE. «Le acque superficiali non evngono inetressate dallo sfruttamento geotermico». Lo asserisce il prof. Marino Martini, docente di Geochimica e Vulcanologia all'Università di Firenze, sul sito geotermianews.it, cui ha concesso una lunga intervista sul tema della geotermia in Toscana. Egli afferma, in sostanza, che le falde acquifere interessate dallo sfruttamento geotermico si trovano a profondità nettamente superiori rispetto a quelle superficiali.

La geotermia secondo il professore universitario è quindi indubbiamente una risorsa rinnovabile, anche perché «al momento dello sfruttamento vengono accuratamente valutate le possibilità di ricarica del serbatoio profondo, e nel caso in cui queste non siano ritenute sufficienti, non si procede allo sfruttamento».

È un po', se vogliamo, l'uovo di Colombo: «gli investimenti di esplorazione sono tali per cui non conviene dal punto di vista economico investire in pozzi che non avranno una resa continua e una rinnovabilità nel tempo. Per questo motivo asserire che la geotermia si possa in un certo qual modo "spegnere" appare quantomeno improbabile».

In realtà quindi la rinnovabilità sarebbe fittizia, o meglio indotta dalle scelte dell'uomo: giacimenti troppo piccoli a rischio di esaurimento non vengono presi in considerazione.

Ma sicuramente interessante la spiegazione che il professor Martini dà riguardo ad eventuali chiusure: «nel caso in cui venisse sospeso lo sfruttamento della geotermia si avrebbe quasi sicuramente una recrudescenza delle manifestazioni naturali e spontanee, perché il fluido geotermico dovrebbe in qualche modo trovare una via di uscita e, non trovando i pozzi di perforazione, uscirebbe dalle fratture naturali del terreno, dando luogo a fenomeni come putizze, lagoni, come succede in alcune località come Monterotondo Marittimo e Sasso Pisano, nell'area geotermica tradizionale».

A riguardo della pericolosità delle emissioni il prof. Martini conferma la presenza all'interno dei fluidi geotermici in profondità «di sostanze chimiche dovute al contatto con il lungo contatto con le rocce», ma afferma anche che «se opportunamente calibrati e sottoposti a manutenzione, gli impianti di abbattimento messi a disposizione dalla tecnologia attuale sono tranquillamente in grado di abbattere questo tipo di sostanze, conferendo alla geotermia la caratteristica di risorsa "pulita"».

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