[04/01/2010] News toscana

Irpet: un'analisi costi/benefici tra impatti del Gw e azioni di adattamento/mitigazione

FIRENZE. «Una prima riflessione sui possibili effetti dei cambiamenti climatici sul territorio e sull'attività socio-economica regionale», che si propone di «fornire alcune valutazioni riguardo all'entità dei principali effetti di tali cambiamenti e di un insieme selezionato delle azioni di mitigazione e di adattamento che sono state avviate dalla regione Toscana», e di quelle azioni che potranno/dovranno essere messe in opera nel prossimo futuro.

E' questa la ratio del documento "Toscana CO2: prime valutazioni sulla sfida dei cambiamenti climatici". Una ricerca che, coordinata da Irpet per conto della regione Toscana, intende affrontare il tema da due punti di vista, entrambi finora non sufficientemente esplorati: da una parte, si intende produrre un'analisi di natura sperimentale, ma il più possibile dettagliata, degli effetti locali del cambiamento climatico per la Toscana. Dall'altra parte, l'intenzione è quella di mettere a confronto (con una metodologia incentrata sostanzialmente sull'analisi costi-benefici che percorre la strada aperta, su scala planetaria, dal rapporto Stern del 2006) le stime sull'impatto economico del surriscaldamento globale con quelle relative alle misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici indotti da questo surriscaldamento.

La ricerca è stata pubblicata nel novembre 2009, e alcune parti di essa (come quella relativa all'effettivo impatto del Gw - presente e, quasi sicuramente, futuro - sul Pil regionale, di cui greenreport ha già parlato lo scorso 15 dicembre) sono state riprese nel documento "Toscana 2030".

Per capire l'importanza e la natura innovativa del documento occorre tenere presente che, come noto, il problema del cambiamento climatico non è legato, di per sé, all'aumento di temperatura media planetaria. Ciò significa che, anche se un aumento di temperatura come quello in corso (aumento che nel 4° Rapporto Ipcc è quantificato in un range «da 0,56° a 0,92° C dal 1906 al 2005», con un valore più probabile di 0,7°) è significativo di per sé, ciò che veramente conta per la valutazione degli impatti sul sistema socio-economico è la funzione di questo incremento di temperatura, cioè appunto i cambiamenti climatici da esso indotti. [1]

L'obiettivo di fondo del documento, come spiega nell'introduzione Mauro Grassi della direzione generale Politiche  territoriali e ambientali della Regione, non è tanto quello di fare sterili previsioni per il futuro, ma di contribuire all'apertura di un «laboratorio dove poter mettere in chiaro, con gradualità, conoscenze, esperienze e proposte che interessino altri attori, dentro e fuori l'amministrazione regionale». Ciò, a sua volta, è finalizzato a «cogliere nelle politiche regionali l'embrione di azioni significative rivolte a creare le condizioni sia per incidere nel contrasto ai cambiamenti climatici, sia per adattarsi a quelli già in atto».

Ma l'orizzonte determinante è quello di alzare l'asticella e di trasformare la rincorsa all'adattamento/mitigazione al Gw nel fulcro della strategia per il perseguimento di una nuova economia regionale, che possa poi assumere una natura di "modello" e fornire quindi un contributo all'evoluzione del sistema economico nazionale, e quindi - in prospettiva - globale: il fine cioè, come sostenuto da Grassi, è «fare di queste politiche il volano, la nuova idea di sviluppo della Toscana all'uscita di una crisi difficile che chiede di disegnare nuovi percorsi, nuove filiere incentrate sulla sostenibilità ambientale». E, così come per l'intera economia mondiale, anche per la Toscana è la lotta per l'adattamento/mitigazione al Gw a costituire la colonna portante di questa - più che auspicabile - evoluzione del sistema socio-economico.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


[1] Più approfonditamente, e prendendo a prestito un linguaggio di origine fisico/matematica, possiamo chiamare "x" l'aumento di temperatura media globale superficiale, e quindi sarà funzione di questo x l'effettivo cambiamento che il clima terrestre subisce, al di là dei valori di temperatura e del loro incremento che, finora, è stato nell'ordine di frazioni di grado. Questa f(x) consiste, come noto, in modifiche al generale ciclo idrologico del pianeta, atmosfera compresa, che poi portano ai vari effetti di dettaglio in termini di mutamenti del posizionamento delle aree anticicloniche, di aumento dell'intensità e (probabilmente) anche della frequenza degli eventi estremi, di scioglimento dei ghiacciai ecc.

Il problema di fondo è che, mentre nella letteratura climatologica (riassunta nei vari rapporti Ipcc) si ha ormai una visione relativamente chiara dei principali fenomeni che avverrebbero in un contesto di aumentato riscaldamento, altrettanta precisione non è disponibile a livello locale. Non a caso, come più volte spiegato da greenreport e come ribadito anche dal presidente del Cmcc Antonio Navarra nella sua intervista dello scorso 26 novembre (vedi link in fondo all'articolo), il 5° rapporto Ipcc, che dovrebbe essere pubblicato intorno al 2014, conterrà proprio una maggiore "risoluzione" a livello locale delle stime sugli effetti ambientali e sociali del global warming, e quindi su quelli economici.

La difficoltà nel produrre stime locali sugli effetti del Gw è quindi legata, da una parte, alla carenza di letteratura scientifica in materia. Dall'altra parte, il problema di fondo è che l'effetto locale del global warming è da considerarsi una "funzione di una funzione", cioè una f[f(x)] secondo la terminologia sopra adottata.

E per passare da valutazioni di natura climatica-ambientale a valutazioni di natura economica occorre effettuare un'ulteriore derivazione, ottenendo quindi una f{f[f(x)]}.

E potremmo continuare, ma a questo punto il quadro è chiaro: da una variabile di cui conosciamo il valore presente, ma non quello futuro su cui abbiamo solo stime probabilistiche con un intervallo molto ampio (da 1,1° a 6,4° entro il 2100 secondo il 4° Rapporto Ipcc, da 2° a 7° secondo il più recente documento "Copenhagen diagnosis") viene derivata una funzione, da cui poi si trae una funzione, la cui funzione darà i risultati attesi in termini di impatti socioeconomici. E dalla complessità di questa considerazione, e dell'espressione che la simboleggia in termini matematici, si capiscono - appunto - l'importanza, la natura innovativa e la difficoltà di stesura del lavoro che Irpet ha prodotto e che analizzeremo nelle sue parti fondamentali nei prossimi giorni.

 

Torna all'archivio