[04/01/2010] News toscana

Legambiente: No al nuovo villaggio nella pineta di Castagneto Carducci, sė all'albergo

CASTAGNETO CARDUCCI (Livorno). Studiando la copiosa documentazione tecnica, a corredo della proposta di piano urbanistico attuativo presentata dal gruppo Fin.Gen. al Comune di Castagneto Carducci, quello che colpisce di più è l'eterogeneità del progetto. Si propone, infatti, il recupero funzionale e il restauro conservativo della bella Villa Serristori (XVII secolo), in modo da farne il perno di nuove e qualificate attività alberghiere.

E fin qui, fino cioè alla valorizzazione ricettiva di quello che è ormai un rudere della II guerra mondiale, niente di male. Anzi. L'intervento si presenta con tutte quelle caratteristiche qualitative che sono necessarie per rivitalizzare questa area e l'intero comprensorio. Integrazioni, densificazioni funzionali, valorizzazione e tutela di quel formidabile corridoio ecologico che è il fosso Acqua calda. E poi?

E poi, la delusione. In luogo dei fatiscenti e orribili fabbricati dell'ex Club Mediterranée, il progetto prevede lo scomputo quasi integrale delle volumetrie abbattibili e la ricostruzione in situ di nuove "delicatissime" villette. A parte l'opinabilità della scelta architettonica, quello che proprio non va è perseverare nell'errore. Costruire nel Tombolo, nel bel mezzo della pineta e della macchia mediterranea, fu un errore clamoroso. Forse però dettato dalle lacune culturali della grande epopea del boom economico. Oggi, nel XXI secolo, in piena crisi climatica, costruire in mezzo ad un bosco non è solo una follia urbanistica, è anche e soprattutto inaccettabile sul piano etico. Abbiamo infatti calcolato che il 60% dell'investimento di Fi.Gen, si regge proprio su questo capitolo progettuale degli insediamenti sparsi. Case insomma. Seconde e terze case, per essere più precisi: bella fantasia, non c'è che dire! 

Quello che Legambiente chiede è di alzare lo sguardo. Di avere coraggio. E di prescindere per una volta dai soli freddi input dei dimensionamenti massimi ammissibili. Perché essi spesso non dicono tutto. Costruire oggi, di nuovo, a distanza di 40 anni, un nuovo villaggio (magari definito anche di "bioedilizia") nel Tombolo, è un nonsenso storico e morale.

Chieda quindi il Comune un supplemento d'istruttoria ai proponenti e definisca meglio quelle che a giudizio di tutti sono le "sue risorse essenziali e le sue invarianti strutturali". Perché l'occasione potrebbe invece essere propizia per riparare ad un vecchio errore. Liberando finalmente la pineta dalle costruzioni e permettendo all'ecosistema locale di ricostituirsi coi suoi tempi fisiologici. A Fin.Gen. trovare una nuova formulazione progettuale capace di "reggere" economicamente. A ciascuno il suo mestiere.

* presidente circolo Legambiente Costa Etrusca

 

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