[30/12/2009] News

Il Giappone chiede all'India di firmare il trattato che vieta gli esperimenti nucleari

LIVORNO. Il primo ministro giapponese Yukio Hatoyama ha terminato la sua visita in India con un incontro con il premier Manmohan Singh che è servito a rafforzare il partenariato strategico tra i due Paesi e ad affrontare importanti dossier come quello sulla sicurezza, la cooperazione economica, il cambiamento climatico e la non proliferazione nucleare.

In un'intervista all'agenzia Kyodo News, Hatoyama ha detto che il nuovo governo di centro-sinistra giapponese affida una grande importanza alle relazioni con i Paesi asiatici: «Spero di far avanzare le reazioni di cooperazione - ha detto il premier democratico giapponese - in un modo benefico per gli interessi del Giappone, tenendo conto che l'India è una regione con un grande potenziale economico».

Ma se sull'economia non sembrano esserci state grandi divergenze tra Hatoyama e Singh, le cose sono cambiate quando i due hanno affrontato un tema delicatissimo come la non adesione dell'India al Trattato di interdizione globale degli esperimenti nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty - Ctbt) e al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Tnp).

Il Ctbt è stato adottato dall'Onu nel 1996 e vieta lo sviluppo ed il miglioramento qualitativo delle armi nucleari (proprio quello che ha annunciato ieri di voler fare la Russia per bilanciare lo scudo spaziale Usa) . Fino ad oggi lo hanno firmato 181 Paesi e 150 lo hanno ratificato.

Durante la conferenza stampa congiunta in chiusura dei colloqui indo-nipponici, Hatoyama non ha nascosto le differenze tra i due Paesi riguardo al Ctbt e al Tpn: «Spero che, con gli Stati Uniti e la Cina, l'India firmerà il Trattato Ctbt. Rispondendomi, il primo ministro Singh ha valutato che una nuova situazione emergerà quando gli Usa e la Cina ratificheranno il Ctbt. Dobbiamo impegnarci fermamente in questi sforzi. Cercherò la cooperazione dell'India per l'eliminazione totale delle armi nucleari».

La vocazione pacifista del nuovo premier giapponese è nota ed anche Singh ha fatto la sua parte diplomaticamente, assicurando che «L'India si è impegnata al disarmo universale, volontario e non discriminatorio. Ho anche menzionato il fatto che l'India ha unilateralmente dichiarato una moratoria sulla realizzazione di esperimenti esplosivi nucleari, questo è un impegno che rispetteremo». Poi Singh è andato un po' oltre insistendo sul «record impeccabile» dell'India in materia di non proliferazione nucleare. Uno strano record, visto che l'India si è dotata di missili nucleari senza mai aderire al Tnp e che non ha ratificato il Ctbt.

Se è vero che non fa esperimenti nucleari da qualche tempo, è anche vero che il 13 dicembre l'India ha nuovamente testato il nuovo missile balistico a corto raggio "Dhanush", lanciato da una nave della marina militare indiana nel Golfo del Bengala, al largo delle coste dell'Orissa. Il Dhanush è la versione navale del missile balistico Prithvi, in grado di portare un'ogiva nucleare nucleare, con una portata di oltre 300 km, esattamente quel che serve per colpire il "nemico" pakistano e come deterrente alle pressioni cinesi sulle frontiere tibetane ed himalayane.

Non male come «record impeccabile» di non proliferazione.

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