[23/12/2009] News toscana

Firenze, dalla diatriba partitica sulla mobilità esce solo un blando documento di indirizzo…

FIRENZE. Anche se le conseguenze erano immaginabili fin dalla formazione della Giunta comunale nello scorso giugno, è solo ora che le contrapposizioni di matrice partitica stanno seriamente cominciando a condizionare l'azione dell'amministrazione fiorentina nell'ambito delle politiche ambientali. E al centro dell'attenzione, come quasi sempre è avvenuto in questi primi mesi del governo della città da parte della giunta Renzi, stanno ancora una volta le politiche di mobilità.

Come sappiamo, infatti, l'assessorato all'Ambiente del capoluogo è stato appannaggio dell'Idv, che si è presentato in alleanza col Pd alle scorse comunali, così come su scala nazionale. Ma, così come su scala nazionale, la dialettica tra Pd e Idv si è andata poi progressivamente logorando: e, per la specifica realtà di Firenze, nelle ultime settimane questo rapporto logorato sta imponendo la sua ombra in particolare sulle politiche di indirizzo e pianificazione della mobilità integrata.

In questo senso, è da riportare il perpetuarsi della contrapposizione sugli aspetti legati alla pianificazione della mobilità: l'Idv, in un comunicato di ieri, chiede di applicare quello che è definito "piano Scaletti" (dal nome dell'assessore all'Ambiente), che tra le altre cose prevede «una sorta di pedaggio giornaliero per l'accesso alla città. Quest'ultimo dovrà essere condiviso con i comuni della cintura metropolitana e graduato attentamente sia in funzione delle caratteristiche dei conducenti (residenti, non residenti lavoratori, ecc.) che delle caratteristiche inquinanti dei veicoli interessati».

Ed è evidente che - giusta o sbagliata che sia la proposta - essa va nella direzione di aggiungere, alle varie misure atte a favorire la mobilità alternativa all'automobile, misure di penalizzazione diretta del mezzo privato: il meccanismo contenuto nel piano prevederebbe quindi una sorta di "tessera punti" che garantirebbe un certo numero di accessi col mezzo privato, oltre il quale si attiverebbero forme di pedaggio economico differenziate.

Ma, come abbiamo visto negli scorsi mesi, ad un'altra parte della giunta Renzi (e al sindaco stesso, a quanto sembra) misure penalizzanti dirette, atte a scoraggiare l'uso del mezzo privato, non piacciono, e si preferisce agire per via indiretta, concentrandosi quindi sul miglioramento della mobilità alternativa. Lo dimostra la criticabile scelta di prevedere, nel piano della sosta che (negli annunci) vedrà la luce in gennaio, il ritorno di oltre 20.000 posti a sosta gratuita, decisione che se portata avanti costituirà una vera restaurazione rispetto alle scelte attuate dalla precedente amministrazione che, di fatto, aveva quasi completamente cancellato la possibilità di parcheggiare gratuitamente all'interno dei confini comunali, con una scelta che aveva creato problemi in termini di consenso politico, ma che aveva anche dato a Firenze il ruolo di primo piano che le spetta nell'attuazione di politiche evolute per la mobilità, che passano necessariamente anche per misure penalizzanti dirette per scoraggiare l'uso dell'auto, e non solo per misure indirette, pur certo più comode in termini di consenso.

Ed ecco, quindi, la "risposta" del sindaco (e quindi del Pd, almeno teoricamente...) alla proposta dell'assessore all'Ambiente (e quindi dell'Idv): la Giunta, ieri, ha approvato il documento contenente le "Linee di indirizzo per le politiche di contenimento dell'inquinamento atmosferico": si tratta di un documento di prospettiva, che non contiene nessuna indicazione realmente cogente.

Tra le misure più significative del Piano, citiamo quella relativa alla prevista approvazione (entro giugno 2010) di un «masterplan della mobilità veicolare ispirato ai criteri delle direttive dell'Ue»: il masterplan sarà «in collegamento con il nuovo piano della sosta previsto dall'Amministrazione per il gennaio 2010» e conterrà una «verifica tecnica della possibilità di introdurre incentivi per i comportamenti virtuosi, per finanziamenti legati all'acquisto di ZEV o LEV (veicoli a zero emissioni o a basse emissioni)».

Come si vede, si parla solo di "incentivi ai comportamenti virtuosi", e non di misure penalizzanti per i "comportamenti viziosi", in una città che prima di tutto avrebbe bisogno, soprattutto dopo la (per certi versi molto positiva) chiusura di piazza Duomo, di essere aiutata a superare il connaturato feticismo verso il mezzo privato a motore (sia su 4 ruote, sia su due) che la caratterizza, soprattutto in queste ultime settimane a causa in primo luogo - con ogni probabilità - delle conseguenze sul funzionamento degli autobus, dei taxi e sulla quantità di traffico privato associate alla chiusura di piazza Duomo. Ma è chiaro che l'effettivo contenuto del Masterplan, e l'eventuale presenza di misure come quelle suggerite, lo vedremo solo nei prossimi mesi.

Comunque sia, altre misure significative contenute nel Piano investono l'evoluzione del sistema di car-sharing e del servizio di bike-sharing: per le due ruote non motorizzate è anche prevista la stesura di un «masterplan della mobilità ciclabile». Infine, tra le misure più significative citiamo l'intenzione di migliorare la rete di punti ricarica per i veicoli elettrici, la creazione di nuove aree pedonali al di fuori dei confini del centro storico, la «creazione di una rete di monitoraggio per il PM 2.5 in accordo con regione Toscana, Provincia e Arpat entro il 2010» e, infine, la «messa a punto di accordi di ricerca con Università (..) per lo studio epidemiologico delle patologie derivanti da inquinamento atmosferico in relazione al luogo di lavoro, residenza o permanenza».

Come detto, il documento è "di indirizzo" e non assume valore vincolante nell'immediato, e già questo lascia perplessi perché la situazione dell'inquinamento atmosferico a Firenze, già pesante di suo, sta diventando realmente compromessa perché - come ormai la città, le categorie economiche e i media generalisti stanno finalmente rendendosi conto - la misura della pedonalizzazione del Duomo ha importanti riflessi urbanistici e per la vivibilità del centro, ma ha penalizzato in maniera enorme la mobilità della città e, per certi versi, anche dell'intera area metropolitana.

Questo non tanto per la misura in sé, che anzi è coraggiosa, ma per il fatto che i problemi che essa avrebbe creato sono stati sottovalutati all'inizio, e le successive misure di contenimento sono finora state improntate alla gestione emergenziale, e non ad una vera attività pianificatoria.

In questo senso, è da sottolineare che nel Piano approvato ieri dalla Giunta manca un ambito di analisi fondamentale, ed è quello relativo ad un'effettiva verifica dell'impatto (ad esempio in termini di traffico e incidenza delle polveri) avuto dalla pedonalizzazione del Duomo sulla generale mobilità della città: occorrerebbe, cioè, anche puntare a capire in via oggettiva quante auto, quante polveri, quanto traffico in generale c'erano (semplificando) "il giorno prima" della pedonalizzazione, e quante ne sussistono ora. E questo sarebbe l'unico vero modo per capire - numeri alla mano - se la pedonalizzazione del duomo è stata una scommessa vinta oppure no, al di là delle chiacchiere, delle dichiarazioni autocelebrative e dei litigi interni all'organo di Governo comunale.

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