[21/12/2009] News toscana

Neve toscana e minime (quasi) record: "normale" discesa siberiana o effetto paradossale del Global warming?

FIRENZE. Nei prossimi giorni, almeno in Toscana, le temperature sono destinate a salire anche di 15°, se non di più, in conseguenza del posizionamento di una depressione artica nel medio oceano Atlantico, che sta già attivando miti correnti meridionali in direzione della penisola italiana. La situazione in questione è prevista permanere almeno fino a giovedì, e l'intensità delle correnti libecciali calde è tale che in quattro giorni passeremo (probabilmente) dalla "neve anche sulla spiaggia di Viareggio" alla "pioggia anche in cima alle vette appenniniche".

In quattro giorni passeremo quindi dall'inverno più rigido ad un clima da tarda primavera, e va ricordato anche come questa configurazione porti rischi non di poco conto per vari corsi d'acqua toscani, che andranno monitorati con attenzione soprattutto nel lato occidentale della regione.

Ma non è questo il punto. Ciò che va sottolineato è che, paradossalmente, le nevicate relativamente abbondanti di questi giorni, e il forte freddo associato, sono da considerarsi coerenti con gli scenari da Global warming che i climatologi avevano disegnato negli anni passati per il clima italiano e toscano. E anche la risalita di aria calda dei prossimi giorni (che è già in atto, ma che in pianura non è ancora percettibile perché l'aria calda scorre su un "lago" di aria fredda che ha bisogno di tempo per cedere) è da considerarsi, per intensità, come riportabile al surriscaldamento globale.

Ma andiamo con ordine. Come varie volte greenreport ha spiegato, due sono gli effetti del Gw che incidono maggiormente sulla zona climatica di cui fa parte la Toscana. Il primo è la progressiva risalita verso nord delle masse d'aria calda sub-tropicale, associata all'espansione della cella di Hadley: ciò in poche parole comporta non solo una tendenza verso il caldo, ma anche una diminuzione di precipitazioni associata alla forte stabilità atmosferica che caratterizza l'aria sub-tropicale africana, che spingendosi verso nord impedisce alle perturbazioni provenienti dall'Atlantico di colpire l'Italia e la Toscana, e le "obbliga" a scorrere, nel loro prevalente moto da occidente ad oriente indotto dalla rotazione terrestre, più a nord.

L'effetto "alte pressioni" causa generalmente, soprattutto in estate ma anche nelle altre stagioni, una tendenza al caldo, alla diminuzione delle precipitazioni, e un cambiamento nel regime di queste, che diventano più concentrate e violente e sono sempre più alternate a periodi di altrettanto intensa siccità.

Il secondo effetto del Gw sulla Toscana, però, è di analisi più complessa: come spiegato più volte su queste pagine da Giampiero Maracchi, e come ribadito dal responsabile del Lamma e primo tecnologo di Ibimet-Cnr Bernardo Gozzini nella sua intervista del 16 ottobre (vedi link in fondo alla pagina), la maggiore energia disponibile a livello globale si espleta anche attraverso un aumento degli scambi d'aria "meridiani" (cioè sulla direttrice nord-sud) rispetto a quelli "zonali", cioè sulla direttrice ovest-est, solitamente prevalenti perché causati dalla rotazione terrestre.

Per "scambi meridiani" si intendono sia le risalite di aria calda da sud (favorite, in questo senso, dall'effetto "alte pressioni") sia le discese di aria artica e/o siberiana, che chiaramente hanno un effetto opposto perché possono portare l'aria gelida verso sud con intensità e durata molto maggiore di quella che si avrebbe in assenza dello stimolo energetico dato dal Global warming.

Gli eventi atmosferici della settimana passata in Toscana, e in particolare dello scorso week-end, derivano proprio - in ultima analisi - da uno scambio meridiano di masse d'aria avvenuto intorno al 15 dicembre: aria africana, richiamata da una peculiare disposizione delle aree cicloniche nell'Atlantico settentrionale, ha raggiunto latitudini inusitatamente basse, arrivando quasi al polo geografico. E, sul lato orientale della bolla di aria sub-tropicale, si sono attivate masse d'aria gelide che dalle coste della Siberia hanno raggiunto l'Europa passando sia a nord che a sud delle Alpi: e la nevicata dello scorso week-end è stata causata proprio (esattamente come avvenne il 27 dicembre 2005, quando non a caso sulla Toscana e su Firenze cadde una nevicata analoga per intensità e durata) dal fatto che il nucleo più freddo di questa aria siberiana, presente sul centro Europa, è disceso sul Mediterraneo, attivando forti perturbazioni dovute anche alla differenza termica con le acque del mare Nostrum.

La citata risalita di aria africana al Polo è evento non raro, ma rara è l'intensità con cui ciò è avvenuto stavolta: addirittura questa configurazione (definita in meteorologia come "parziale split del vortice polare") è da considerarsi riportabile - fatte le debite proporzioni - a quanto avvenne negli inverni del 1956 e del 1985, quando il movimento delle masse d'aria non fu certo identico a quanto avvenuto in questi giorni, ma comunque simile.

Insomma, anche se può apparire paradossale, possiamo ipotizzare che il forte freddo e le (relativamente) intense nevicate al piano che si sono avute in Toscana possano essere non legate al caso, ma attribuibili proprio al surriscaldamento globale in corso e a quanto esso induce sulla Toscana.

E' chiaro, comunque, che dal punto di vista scientifico non si può stabilire un legame indubitabile di causa ed effetto tra il Global warming e le nevicate di questi giorni nelle pianure toscane: potremmo trovarci di fronte, cioè, ad un "normale" evento invernale di forte intensità, e quindi ad una "normale" discesa di aria gelida dalla Siberia o dal Polo. Il punto, però, è che quanto avvenuto è coerente con le proiezioni che i climatologi ritenevano - qualche anno fa - più attendibili per il clima toscano di questi anni: estati sempre più lunghe, calde e secche, intervallate da inverni sempre più brevi ma anche sempre più intensi e - se non necessariamente "freddi" - comunque spiccatamente dinamici in termini di alternanza caldo-freddo e fasi di siccità-fasi piovose.

Il problema, come giustamente affermò Gozzini nell'intervista citata, è che ancora non sappiamo discernere, ancora cioè non sappiamo dire con precisione se eventi freddi come quello degli scorsi giorni siano effettive conseguenze del Gw o normali eventi "estremi". Ma è anche chiaro, come pure giustamente affermò il climatologo (peraltro in riferimento ad un'altra discesa meridiana di aria fredda, che avvenne ai primi di ottobre e che portò in due giorni la Toscana dal caldo estivo a temperature minime sottozero), che «in tempi di appurato cambiamento climatico, è più facile che il motivo sia quello (cioè il Gw e l'aumentata tendenza agli scambi meridiani), piuttosto che non».

Intanto, in attesa di un progresso scientifico che ci faccia meglio capire il clima e le sue dinamiche di dettaglio anche alla luce del Gw, è anche da sottolineare che la libecciata calda che ora colpirà la Toscana è sì dovuta alla rotazione delle masse d'aria indotte dalla formazione di una depressione in Atlantico, ma è anche, probabilmente, in buona parte facilitata dalla spinta da sud verso nord che le alte pressioni subtropicali stanno ricevendo, proprio a causa del surriscaldamento globale.

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