[22/07/2009] News toscana

Ecomafia 2009: in Toscana 1462 infrazioni e poche azioni preventive

LIVORNO. Come ogni anno i numeri della Toscana sfregiata dalla criminalità ambientale fotografata dal rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente, sembrano impressionanti: 1462 infrazioni accertate con una percentuale sul totale di 5,7%, 1391 persone denunciate e 388 sequestri effettuati, mantengono la nostra regione al 7° posto tra i "cattivi", preceduta da Campania, Calabria, Sicilia Puglia, Lazio, e Sardegna.

«L'ecomafia si conferma essere un fenomeno che riguarda l'intero territorio nazionale - afferma Antonio Pergolizzi, direzione nazionale Legambiente - gli autori dei crimini peggiori contro l'ambiente non sono solamente le organizzazioni criminali di tipo mafioso, quanto piuttosto colletti bianchi, funzionari pubblici corrotti, imprenditori senza scrupoli. E i dati gli danno ragione, visto che in un momento di crisi economica gli eco mafiosi rafforzano le proprie entrate. A fronte di un attacco indiscriminato alla salute dell'ambiente e dei cittadini non corrisponde una seria presa di posizione da parte del Governo prosegue Pergolizzi- dove la proposta di trasformare tutti i reati ambientali in delitti, inserendoli nel nostro codice penale langue da diverse legislature in Parlamento; a ciò si aggiunge il pericoloso disegno di legge Alfano che vorrebbe mettere una stretta alle intercettazioni telefoniche che, qualora venisse approvata così com'è in Senato, impedirebbe alle forze dell'ordine di utilizzarle nelle inchieste contro i trafficanti di rifiuti».

«Nonostante il segnale confortante - ha detto l'assessore regionale all'Ambiente Annarita Bramerini - evidenziato da un calo complessivo degli illeciti del 13,5% rispetto al 2007, è necessario non abbassare la guardia e proseguire le azioni contro tutte le violazioni ambientali se vogliamo evitare il rischio di traffici illeciti dobbiamo fare quanto stabilito dalla pianificazione pubblica. Per questo colgo questa occasione per invitare Legambiente, sempre attenta a queste tematiche, a fare opera di sensibilizzazione sui territori. La recente riforma di Arpat che abbiamo approvato, punta a potenziare la capacità di controllo da parte dell'Agenzia rispetto alla gestione del ciclo dei rifiuti e di quelli industriali in particolare. Le ecomafie posso essere vinte se sono la politica e l'intero sistema a reagire».

«L'osservatorio ambientale di MDC Firenze - afferma Barbara Gualtieri, presidente del Movimento difesa del cittadino - pone al centro l'interesse dei cittadini, e li invita ad usare questo spazio per esprimere le proprie idee e le proprie preoccupazioni, sopratutto quando il tema è l'ambiente con tutte le sue problematiche collegate al ciclo dei rifiuti, dell'acqua e dell'inquinamento».

Settore particolarmente dolente quello dei rifiuti, con un giro di soldi sporchi accumulati avvelenando l’ambiente e i cittadini. Toscana al settimo posto per quanto riguarada il traffico illecito di rifiuti con 237 infrazioni totali accertate con una percentuale sul totale di 6,1%, 324 persone denunciate e 102 sequestri effettuati. E la “montagna” del ciclo illegale continua a crescere, attirando vecchi e nuovi affaristi.

Come al solito comunque anche il rapporto Ecomafie dimentica diversi particolari importanti. Per esempio omette di ricordare quello che non è stato fatto in 10 anni sul fronte della gestione corretta del ciclo integrato dei rifiuti. Che significa per esempio anche impianti al servizio della raccolta differenziata, ma anche moduli per rifiuti speciali all’interno delle discariche che dovevano essere realizzati per legge e che invece non esistono ancora (senza dimenticare il fatto che i rifiuti speciali sono almeno 4 volte i rifiuti urbani ma vengono bellamente ignorati da istituzioni, comitati e associazioni ambientaliste Legambiente compresa). Che significa, infine, ma sta alla base di tutto, creare un mercato per i prodotti realizzati dal materiale riciclato frutto delle raccolte differenziate: perchè tra le cose che non si sono fatte c'è anche una politica volta al riutilizzo dei materiali riciclati, sia provenienti dai rifiuti urbani sia dal settore dei rifiuti speciali

Qualcosa forse comincia a muoversi, nella speranza che non sia solo una politica degli annunci: nella direzione di un governo politico del ciclo dei rifiuti va per esempio  l’invito che gli assessori Bramerini e Conti stanno per inviare al presidente e all'amministratore delegato di Sat affinché la società che gestisce la Tirrenica, nel realizzare il tratto da Rosignano al confine regionale, utilizzi miscele di sottoprodotti o rifiuti speciali non pericolosi provenienti da lavorazioni industriali. Insomma, uno dei possibili utilizzi dei residui di lavorazione, riducendo il ricorso all’estrazione di materie prime dai territori.

Ma l'ecomafia trova il suo terreno fertile nel cosidetto "cemento mafioso", stabile e solida al sesto posto la Toscana con 498 infrazioni accertate con una percentuale sul totale del 6,6%, 714 denunce, 91 sequestri effettuati.Il cemento è il luogo ideale per riciclare i proventi dalle attività criminose e l'abusivismo non risparmia neppure le località di pregio. Tutti i documenti istituzionali sono concordi nel riconoscere nel ciclo illegale del cemento una delle principali entrate della criminalità organizzata dove i protagonisti sono quasi sempre dipendenti pubblici corrotti. Una regione, la Toscana, che negli anni si è contraddistinta per i numerosi casi di vere e proprie lottizzazioni abusive, sul modello meridionale, e per i preoccupanti episodi di infiltrazione mafiosa nella gestione degli appalti pubblici, soprattutto quelli legati alle costruzioni. Anche in questo caso numerosi esempi, persino in posti meravigliosi come l'Argentario, in provincia di Grosseto, dove un maxi blitz coordinato della Squadra mobile di Grosseto ha scoperchiato una rete criminale perfettamente congegnata, composta da ricchi proprietari di immobili, imprenditori, funzionari e amministratori comunali, che ha permesso dal 2005 di perpetrare numerosi abusi edilizi in uno dei luoghi più belli della Toscana. Appaltopoli anche in altre città come Pistoia, Livorno o come a Camaiore in Provincia di Lucca dove a fine giugno gli uomini della Forestale e del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno dato il via all'inchiesta "Affari sporchi" per illeciti commessi in alcune opere pubbliche. A Firenze la magistratura ha messo sotto sequestro il tanto contestato multiplex di Novoli, 9 sale cinematografiche per 2.195 posti in costruzione nell'ex area fiat. Sono state rilevate irregolarità nella fase di costruzione della mega struttura.

Un giro di soldi sporchi anche per il business delle zoomafie. Per quanto riguarda il racket degli animali diminuiscono i combattimenti tra cani, mentre restano stabili le corse clandestine di cavalli, cresce il traffico di cuccioli di cani e la macellazione clandestina, le scommesse e il giro di sostanze dopanti, i bocconi avvelenati, il bracconaggio e la caccia di frodo. La Toscana che si posiziona nella classifica nazionale all'ottavo posto, anche in questo caso presenta numeri inquietanti: 174 infrazioni accertate con una percentuale sul totale del 5,4%, 151 denunce e arresti e 125 sequestri effettuati, inquietanti sopratutto dove davanti al denaro facile sono gli animali le vittime innocenti.

Il 2008 è stato un altro anno intenso per le Forze dell'ordine, in particolare per il Comando carabinieri per quanto riguarda la tutela del patrimonio culturale o le cosidette archeomafie alle prese con i tanti reati commessi ai danni del nostro patrimonio storico-culturale. La Toscana al terzo posto con 127 furti su un totale del 12,3%, in aumento i furti nei musei e gli scavi clandestini, crescono le persone denunciate, mentre i furti di beni culturali rimangono a danno dei privati seguiti dalle chiese. Per quanto riguarda gli incendi la Toscana si pone all' ottavo posto della classifica nazionale con 430 infrazioni accertate su una percentuale del 5,9%, 57 persone denunciate, 16 sequestri effettuati. Nel 2008 ci sono stati molti meno incendi rispetto all'anno precedente.E questa è una bella notizia. Molteplici i fattori, oltre al clima, importante è stata la prevenzione da parte dei comuni, che si è concretizzata in una corretta manutenzione dei boschi. Ma decisivo è stato il maggiore utilizzo da parte delle amministrazioni comunali del catasto, con apposita cartografia delle aree che sono state percorse dal fuoco, l'attività di controllo e repressione svolta dalle Forze dell'ordine, in particolare dal Corpo Forestale dello Stato. 

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