[17/12/2009] News

Se i parchi fanno i piani…

PISA. E' di questi giorni la notizia che il Parco nazionale del Gran Paradiso - un parco storico - ha approvato il suo piano. Altrettanto fresca la notizia che la commissione ambiente della Regione Toscana ha dato il via ai piani dei nostri due parchi nazionali quello delle Foreste Casentinesi e quello dell'Arcipelago Toscano. Approvazioni avvenute senza morti e feriti salvo la sollecitazione venuta dal consigliere regionale Agresti che vorrebbe si procedesse rapidamente anche alla messa a punto del piano socio-economico finora approvato da pochissimi parchi. La sollecitazione è giusta ma forse meriterebbe una riflessione più generale e cioè -visto il ritardo diffuso- se ha ancora senso o comunque se è opportuno mantenere come prescrive la legge due piani che separano in qualche modo la tutela ambientale dalla gestione economico-sociale. Tema ovviamente nazionale che dovrebbe interessare specialmente chi ad ogni piè sospinto parla di legge quadro da rivedere e aggiornare ma poi si trastulla con piccole potature a questo o a quell'ente  salvaguardando però dai ‘tagli' le rappresentanze ministeriali. Nell'attesa che si pensi di più anche alle cose serie e non alle bazzecole, la notizia dei piani approvati non merita quindi di passare inosservata.

A chi guarda al dibattito odierno- ma è meglio dire alla aspra  conflittualità istituzionale in corso - non sfuggirà certo che di piani e pianificazione si parla assai poco per non dire nulla. Sono termini che sembrano caduti ormai in prescrizione e del tutto desueti. Se in questo desolante panorama in cui si avverte solo la denuncia del ‘fallimento' dell'urbanistica che non è riuscita a mettere argine alla speculazione, al consumo dissennato del territorio e del paesaggio, grandi parchi riescono a far tagliare il traguardo ad un piano non si può far finta di niente. Se praticamente i soli ( o quasi) piani di grande valenza ambientale che riguardano ampi e pregiati territori vengono messi in pista dai parchi come si può poi -come fanno al ministero e anche  in parlamento, pensare che sia cosa da fare e fatta bene sbaraccare in un modo o in un altro proprio i parchi ora con Tremonti, ora con Calderoli e ancora con la Prestigiacomo. E se Roma piange non è che nelle regioni si rida perché la pianificazione non scoppia di salute da nessuna parte.

Speriamo che le forze politiche se ne ricordino anche nella prossima campagna elettorale.

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