[14/12/2009] News toscana

Villaggio Paese: dall’asta al rialzo alla svendita

RIO MARINA (Livorno). Sembra arrivata alla svolta definitiva (e probabilmente annunciata) la vicenda del "Villaggio Paese", la colossale speculazione edilizia che dovrebbe prendere il posto delle ex strutture minerarie di Vigneria, sulla costa del Comune elbano di Rio Marina.

Sul sito dell'Agenzia del Demanio infatti si legge: «Rio Marina (LI) - Villaggio Paese - Invito ad offrire prot.n.21297 del 10.12.2009. L'Agenzia del Demanio invita a formulare offerte per la vendita a trattativa privata del compendio immobiliare denominato "Villaggio Paese", avente destinazione turistico-ricettiva, ubicato nell'ex area mineraria di Vigneria, comune di Rio Marina (LI). La procedura sarà espletata mediante offerte libere e segrete. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte è il 15.02.2010 ore 12:00; l'apertura delle buste si terrà in forma pubblica il 16.02.2010 ore 11:00 presso la sede di Firenze della Filiale Toscana e Umbria». Di cosa si tratta lo spiegava molto meglio di oggi la stessa Agenzia del Demanio nell'ultimo bando per l'ultima asta fallita: «Il complesso si compone di terreni, strade, fabbricati civili e industriali per una superficie fondiaria di circa 6 ettari. Vigneria è ubicata ai margini dell'abitato di Rio Marina tra il litorale marino e la strada provinciale di collegamento con la frazione di Cavo. Il sito di Vigneria era originariamente destinato al trattamento e all'imbarco dei minerali ferriferi. Sia i fabbricati industriali che gli impianti e i macchinari versano oggi in cattivo stato di conservazione, essendo stati abbandonati dopo la cessazione dell'attività mineraria, per cui si può ritenere che la consistenza attuale sia costituita unicamente dai terreni e dai fabbricati civili. La destinazione d'uso attribuita alla zona è di tipo turistico-ricettiva».
Si tratta di un intero promontorio a picco sul canale di Piombino, la destinazione viene definita "mista", ma in realtà si tratta in gran parte di mini-appartamenti collegati ad una struttura ricettiva, e la cauzione prevista è di appena il 5% dell'offerta. Dopo la vendita all'asta di Capo Bianco, la messa in vendita delle Dune di Lacona, un altro pezzo di ambiente elbano viene stavolta letteralmente svenduto a quello che probabilmente sarà uno dei peggiori acquirenti, che ha atteso pazientemente che le aste milionarie andassero deserte.

Secondo Legambiente Arcipelago Toscano, «Il "grosso affare" che avrebbe dovuto attirare stuoli di pretendenti danarosi si è rivelato per quello che è: l'ennesima svendita di un pezzo di storia e di ambiente dell'Elba voluta prima dal centro-sinistra e poi tenacemente portata fino alle estreme conseguenze da una giunta di centro-destra».

Nelle recenti osservazioni fatte da Legambiente al Regolamento Urbanistico del comune di Rio Marina Legambiente evidenziava un'altra forzatura urbanistica: «Piano Attuativo "Villaggio Paese"  approvato definitivamente con Delibera C.C. n. 46 del 19.12.2005 - Si tratta del progetto di una  colossale speculazione da 47.550 mc su terreno demaniale che lo Stato non è riuscito a "vendere" nonostante ben tre "aste". Quello che è contenuto nel "pacchetto di vendita" è un mero progetto di massima. Anche in questo caso il Piano è da considerarsi in via di realizzazione? E stato rilasciato il permesso di costruire per l'intervento? Da sopralluogo è stato verificato che non esiste alcun cantiere predisposto né cartello con inizio lavori. Per di più l'ultima asta bandita dal Demanio è andata nuovamente deserta evidenziando o che non solo il progetto non è in via di realizzazione, ma che nessuno sembra intenzionato a realizzarlo. A nostro parere non può essere definito in "via di realizzazione"».

La storia delle aste del Demanio per cercare di Piazzare l'ingombrante Villaggio Paese è una storia di clamorosi buchi nell'acqua: non è bastato scendere dagli iniziali 11 milioni di euro della prima asta agli 8,8 della seconda, nessuno ha voluto accollarsi a caro prezzo un progetto che dovrà superare le forche caudine delle valutazioni ambientali e che insiste su un promontorio in dissesto idrogeologico. Nessuno ha voluto partecipare alle aste per il cosiddetto Villaggio Paese: 47.500 metri cubi di cemento, per circa mille posti letto, un "oggetto" che fa parte di una concezione del  turismo ormai superata e in crisi, che va nella direzione opposta alla qualità e valorizzazione dell'ambiente e del territorio che è sempre di più l'elemento essenziale del turismo di qualità.

Ecco come il dossier nazionale di Legambiente "Mare Mostrum" descriveva il progetto del Villaggio Paese pochi giorni prima del nuovo fallimento dell'ultima asta: «Il "Villaggio Paese": il Demanio cerca di piazzare l'ecomostro di Stato con lo sconto. Nel dicembre 2007 l'Agenzia del demanio bandì un'asta da 11.100.000 di euro per costruire oltre 47mila metri cubi di cemento a Vigneria, una località del Comune di Rio Marina, all'Isola d'Elba, l'embrione di ecomostro concepito dall'amministrazione comunale sulle ceneri delle vecchie miniere di pirite. L'asta andò è il suo fallimento, secondo Legambiente Arcipelago Toscano, dimostra che l'affare del "Villaggio Paese" non è così invitante come pensavano in molti. Non lo è perché ripropone un modello di turismo chiuso, autosufficiente e separato da un paese di circa 2mila abitanti, Rio Marina, dove proprio in questi giorni ha chiuso anche l'ultimo albergo. Un progetto tanto invadente e inutilmente faraonico quanto costoso, sia per l'edificazione, che dovrà essere sottoposta ancora a molte variabili e valutazioni ambientali e perché sarà necessaria anche un'altrettanto costosa opera di bonifica di un'area mineraria che la Regione toscana include tra quelle più a rischio. Ma il pericolo non è scongiurato: il primo maggio 2009 però il Demanio è tornato alla carica con un bello sconto: Il prezzo a base d'asta è ora di 8 milioni 880 mila euro. (...) C'è anche un precedente: un'altra asta per il "Villaggio Paese" fu bandita quasi segretamente dal Demanio nell'aprile 2006, per poi essere ritirata in seguito alle proteste di Legambiente ed alle rivelazioni di alcuni giornali, lo stesso Demanio assicurò che avrebbe ridotto alla metà le cubature previste e i posti letto che dovrebbero essere costruiti in un'area ex mineraria ritagliata accanto al Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.  Anche il Sindaco di Rio Marina, Francesco Bosi, deputato Udc ed ex Sottosegretario del Governo Berlusconi, assicurò un taglio del mega-progetto. Ma dopo pochi mesi il Demanio ripropose per intero il progetto di massima originale e la nuova colata di cemento sulle coste elbane. Legambiente lo ha definito "cemento di Stato".  Qualche perplessità emerge autorevolmente anche in esponenti del centro-destra: l'onorevole Tommaso Foti (Pdl) nel 2007 ha presentato una interrogazione al Ministro dell'economia e delle finanze per sapere «quali furono i motivi allora addotti per la sospensione della procedura di vendita e quali siano le ragioni per le quali la stessa oggi viene effettuata. Siamo di fronte a una cubatura complessiva, per dare un'idea, pari a quella di un palazzo alto 4 piani, largo 15 metri e lungo circa 200: un nuovo insediamento turistico già ribattezzato "villaggio paese", che si configura come l'ennesima gigantesca speculazione edilizia. Un progetto che si basa su una concezione di sviluppo turistico vecchia, del mega villaggio vacanze autosufficiente, contestata da Legambiente, ma anche degli albergatori elbani che rilevano come sarebbe più utile immaginare una forma di accoglienza diffusa, visto che ci sono oltre 1.600 seconde case».

Ma il sindaco di Rio Marina sostiene con forza l'idea la formula del complesso turistico, un'idea nata nel 1997 quando venne approvata da una giunta di centrosinistra la variante al svendita sottocosto di una proprietà pubblica e di un pezzo di storia dell'Elba: una prospettiva nefasta, una nuova valanga di cemento sulle coste elbane con la benedizione di Stato, Regione, Provincia e Comune.

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