[03/12/2009] News

Emergenza rifiuti Campania, verso la sentenza del Corte di Giustizia europea

LIVORNO. Nel luglio 2008 e in merito all'emergenza dei rifiuti in Campania si è aperto il processo di infrazione nei confronti dell'Italia: la Commissione europea contestava e contesta all'Italia di non aver creato nella regione campana (comprendente 551 comuni tra cui la città di Napoli) una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento idonei a consentire l'autosufficienza in materia di smaltimento di rifiuti, improntata al criterio della prossimità geografica. Una situazione, fra l'altro che ha determinato un pericolo per la salute dell'uomo e per l'ambiente. Questa mattina in udienza - l'udienza nella causa Commissione/Italia (C-297/08), in merito alla gestione dei rifiuti nella regione Campania - l'Italia chiede il rigetto del ricorso. Innanzi tutto perché - a parere del governo - la Commissione compie un'insufficiente analisi delle cause storiche della grave situazione che imperversa nella regione Campania. Perché sulla base di uno studio dei servizi del commissario delegato, il governo ha dimostrato che non si sono verificate conseguenze pregiudizievoli per la pubblica incolumità e per la salute umana. Perché il governo italiano avrebbe compiuto ogni possibile sforzo per arginare tale crisi, sia mobilitando i propri migliori esponenti e persino le forze armate, sia realizzando importanti investimenti finanziari. E - sempre a detta del governo - perché le disfunzioni dei sette impianti di Cdr sono dovute a inadempienze contrattuali, o addirittura a comportamenti delittuosi o criminali, indipendenti dalla volontà del governo. Concludendo che "tutte queste circostanze sarebbero tali da rappresentare cause di forza maggiore".

Ma secondo la Commissione, in realtà, le autorità italiane non avrebbero altro che riconosciuto la "paralisi del sistema" e l'abbandono illegale o non controllato dei rifiuti (descritto dal governo italiano come un "fenomeno diffuso in Campania e condotto da settori della criminalità organizzata, rispetto al quale risultano avviate diverse inchieste da parte dell'Autorità Giudiziaria").

Indipendentemente da ciò, per la Commissione il sistema rimane carente: la raccolta differenziata sarebbe pari solamente al 10,6% dei rifiuti prodotti, contro una media comunitaria del 33% e una media nazionale che oscilla dal 19,4% per le regioni del centro Italia al 38,1% per le regioni del nord. La maggior parte dei rifiuti della Campania - dichiara la Commissione UE - verrebbe smaltita in discarica o abbandonata illegalmente e gli impianti per la produzione di Cdr si limiterebbero a trattare i rifiuti, con la conseguenza che essi devono essere successivamente inviati ad altre strutture per lo smaltimento definitivo.

Numerose tonnellate di rifiuti sarebbero state trasportate in Germania e in altre regioni d'Italia per essere smaltite, e sarebbe stato siglato un accordo con la Germania che prevede ulteriori spedizioni. I rifiuti nelle strade alla data del 2 marzo 2008 ammontavano a 55 000 tonnellate, a cui si aggiungevano fra le 110 000 e le 120 000 tonnellate di rifiuti in attesa di trattamento presso i siti comunali di stoccaggio.

E la Corte ha già affermato in una sentenza del 2005, (causa C 494/01, Commissione/Irlanda) che un sistema di discariche vicino alla saturazione nonché la presenza di depositi abusivi integra comunque la violazione della direttiva sui rifiuti.

Inoltre e sulla base di un'altra sentenza (causa 135/05 Commissione/Italia, relativa alle discariche illegali), la Commissione ritiene che i rifiuti giacenti nelle strade e quelli in attesa di trattamento presso i siti di stoccaggio costituiscano una degradazione significativa dell'ambiente e del paesaggio. In merito al pericolo per la salute dell'uomo e per l'ambiente, la stessa Commissione sottolinea che i risultati dello studio effettuato dal governo, cofirmato dall'Organizzazione mondiale della sanità, "corroborano la nozione di un'anomalia nello stato di salute della popolazione residente nei comuni dell'area Nord Est della provincia di Napoli e Sud Ovest della provincia di Caserta, zona maggiormente interessata da pratiche illegali di smaltimento e incenerimento di rifiuti solidi urbani e pericolosi" e confermano "l'ipotesi che eccessi di mortalità e di malformazioni tendano a concentrarsi nelle zone dove è più intensa la presenza di siti di smaltimento dei rifiuti".

Adesso non resta altro che aspettare il verdetto della Corte di Giustizia.

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