[21/07/2009] News

L'ira della Prestigiacomo a corto di consensi e detronata dai colleghi ministri

LIVORNO. La popolarità di Obama è scesa secondo gli ultimi sondaggi al 59% di approvazione rispetto al 37% di disapprovazione perché porta avanti con tenacia la riforma della sanità per garantire a tutti i cittadini americani che ancora non ce l'hanno il diritto ad accedere le cure.

Anche Silvio Berlusconi perde 4 punti secchi in 60 giorni e va sotto il 50% della fiducia degli italiani, secondo il sondaggio mensile Ipr Marketing sulla fiducia degli italiani nel premier, nel governo e nei partiti.

Molto lontano dal 65% affermato solo pochi giorni fa e dal record di popolarità asserito alla vigilia del G8 quando Berlusconi disse di essere l'unico al mondo ad essere allo stesso livello di popolarità di Obama, Lula e del presidente messicano Calderon, una terribile gaffe che nessun giornalista prese al volo, visto che il giorno prima Calderon aveva portato il suo partito, il Pan, ad una catastrofe elettorale, la peggiore sconfitta degli ultimi 12 anni, superato dal Partito rivoluzionario istituzionale che riconquistava così la maggioranza parlamentare.

Nonostante il successo del G8 e le iniezioni di fiducia nel futuro a suon di sorrisi a trentadue denti, il consenso pare quindi scendere, ma in questo caso non si può certo dire per aver intrapreso una campagna così ardua quale quella che sta portando avanti il presidente degli Usa. Tale infatti non può considerarsi la difesa a spada tratta della sua movimentata vita privata.

 

Ma non è solo il premier a perdere punti in questo sondaggio, anche il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo infatti, che già partiva da una posizione meno lusinghiera, perde ulteriore terreno e si classifica penultima superando di poco solo il collega Vito.

Non hanno evidentemente pagato alla fiducia espressa al ministro i tagli ai parchi e gli annunci per ridurne drasticamente i vincoli, né sono state sufficientemente apprezzate le velocizzazioni ai pareri di Via, firmati con relativi decreti in queste ultime settimane , per riconvertire centrali a carbone e per autorizzare rigassificatori.

Del resto tanto di più non si è visto da parte dal Ministero diretto dalla Prestigiacomo, e anche la veloce riorganizzazione degli Enti di ricerca e dell'agenzia ambientale sotto l'unica sigla dell'Ispra, attende ancora dopo mesi un atto d'indirizzo preciso. Mentre il ministro delle attività agricole, il leghista Zaia, chiede di azzerare tutto e ritornare all'Infs da passare sotto le sue dirette dipendenze..

Una posizione di retroguardia quella del Ministero Ambiente, che ha spesso ceduto a scapito della salvaguardia ambientale alla richiesta di altri compagni di lavoro nella maggioranza esprimendo spesso un profilo assai meno brillante rispetto a quello di altri colleghi nel panorama europeo.

Basta pensare ai provvedimenti presi dal ministro dell'ambiente francese, Jean-Louis Borloo, con il progetto di legge "Grenelle de l´environnement", che prevede una riduzione del 25% delle emissioni di gas serra tra il 1990 e il 2050, riportando le emissioni annuali della Francia a meno di 40 milioni di tonnellate e di far diventare, entro il 2020, l'economia francese quella a più basso tasso di CO2 dell'intera Unione europea.

O il piano energetico per la lotta contro il cambiamento climatico del ministro dell'ambiente del Regno Unito, Ed Miliband, che prevede di raddoppiare la quota di elettricità ottenuta a partire da fonti rinnovabili d´energia, come l´energia eolica e solare entro il 2020 mantenendo anche il nucleare, ma senza prevederne l'ampliamento.

O i richiami ad una azione più energica contro i cambiamenti climatici fatti recentemente dal ministro ambiente svedese.

Ma anche il ministero dell'ambiente islandese è molto popolare così come lo era Angela Merkel prima di essere cancelliere in Germania.

E il brutto momento della Prestigiacomo viene confermato da un altro guaio che sta combinando il Governo e che ha mandato su tutte le furie proprio il ministro dell'ambiente: «L'Articolo 4 del decreto "anti-crisi" approvato dalle Commissioni Finanze e Bilancio della Camera,- dice in un comunicato stampa - sopprime di fatto il ruolo del Ministero dell'Ambiente nel delicato iter autorizzativo per la realizzazione di centrali di produzione e per le reti di distribuzione di energia, ed esautora ogni ruolo degli enti locali. Si tratta di un provvedimento di inaudita gravità, inaccettabile per chi, in questa legislatura, ha sbloccato nel rispetto della normativa ambientale, in pochi mesi, centinaia di pratiche Via che paralizzavano la realizzazione di importanti opere per lo sviluppo del paese».

Né la legge obiettivo, né la recente normativa approvata nel gennaio 2009 sui commissari straordinari per le opere strategiche- si legge sempre nel comunicato - hanno mai escluso le tutele ambientali e della salute dei cittadini, imposte dal diritto comunitario, che invece, con questo articolo, passerebbero ad un unico soggetto che da solo, si pretende, dovrebbe sostituire le competenze dei 60 esperti della Commissione Via-Vas, e dei 20 della Commissione AIA nonchè di professionalità capaci di coniugare tutela ambientale e sviluppo».

«Chiedo - afferma infine il ministro Stefania Prestigiacomo - modifiche sostanziali a questo articolo e denuncio il metodo attraverso il quale Ministeri non competenti in questa materia sono diventati, in nome della semplificazione, portabandiera di una norma deleteria per l'ambiente, per la salute dei cittadini, e persino per la stessa semplificazione perché fonte certa di contenzioso amministrativo e comunitario e quindi di blocchi delle procedure».

 «Questa norma - rileva inoltre il Ministro Stefania Prestigiacomo - potrebbe perfino applicarsi alle centrali nucleari. Francamente, con il lavoro puntuale e trasparente svolto finora proprio in materia di autorizzazioni ambientali per gli impianti energetici, mi chiedo: una norma simile a chi giova?».

Sull'argomento interviene anche il responsabile all'ambiente del Pd, Ermete Realacci: «Ha ragione il ministro Prestigiacomo quando afferma che il provvedimento anti crisi è deleterio per l'ambiente. Peccato che se ne accorga solo ora - ha dichiarato Realacci - il Dl prevede norme sicuramente gravissime che indeboliscono non solo il ruolo del ministero dell'Ambiente e delle istituzioni territoriali, ma anche la difesa dell'ambiente e della salute dei cittadini».

Il responsabile del Pd ha poi concluso: «Il Partito Democratico è pronto a sostenere un'eventuale proposta di modifica che dovesse arrivare dal ministero dell'Ambiente e che avesse l' obiettivo di adeguare il provvedimento allo spirito europeo».

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