[03/12/2009] News

Fao: un’agricoltura più sostenibile per affrontare insieme cambiamento climatico e sicurezza alimentare

ROMA. La Fao presenterà a Copenhagen il documento "Harvesting agriculture's multiple benefits: Mitigation, Adaptation, Development and Food Security" e un allegato dal titolo " Food Security and Agricultural Mitigation in Developing Countries: Options for Capturing Synergies"  che evidenziano come «Le pratiche agricole che sequestrano carbonio e lo trattengono nel terreno offrono alcune delle opzioni più promettenti per interventi immediati ed economicamente vantaggiosi finalizzati a contrastare il cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo, contribuendo al tempo stesso alla sicurezza alimentare».

«Nonostante ciò - prosegue la Fao -  il settore agricolo è stato quasi sempre escluso dai principali meccanismi di finanziamento per il cambiamento climatico che sono in discussione a Copenaghen. L'agricoltura da una parte è vittima del cambiamento climatico, ma dall'altra ne è anche responsabile, contribuendo con il 14% del totale delle emissioni di gas serra. L'agricoltura tuttavia, può anche essere una parte importante della soluzione, mediante la mitigazione, la riduzione e/o l'eliminazione, di un ammontare significativo delle emissioni globali.  E circa il 70% di queste strategie potrebbero essere attuate nei Paesi in via di sviluppo».

Il vice direttore della Fao Alexander Müller dice: «Speriamo che il vertice Onu di Copenaghen, mandi un segnale forte e dica che l'agricoltura nei Paesi in via di sviluppo deve avere un ruolo vitale nella risposta a questa sfida globale. Vi sono sinergie evidenti, tra mitigazione/adattamento al cambiamento climatico e sicurezza alimentare, che possono essere colte se si agisce in modo corretto. L'agricoltura presenta già opzioni economiche ed a portata di mano per ridurre le emissioni di gas serra che possono essere attuate da subito. Ed i meccanismi di finanziamento per il clima che puntano all'agricoltura potrebbero accelerare gli sforzi per ridurre le emissioni ed adattarsi al cambiamento climatico contribuendo al tempo stesso a ridurre fame e povertà. Altri settori invece potrebbero richiedere investimenti in tecnologie costose e maggiore ricerca di lungo termine. Certe pratiche agricole, come per esempio quelle impiegate nell'agricoltura biologica e in quella di conservazione, catturano carbonio e lo immagazzinano nel suolo.  Tra esse vi sono la scarsa lavorazione del terreno, l'utilizzo dei residui come composto o per la copertura del terreno, l'impiego di colture perenni per coprire il suolo, la risemina dei pascoli, o una loro migliore gestione, e le attività agro-forestali che associano colture ed alberi».

«L'idea di fondo - prosegue - è quella di disturbare il suolo il meno possibile, mantenerlo coperto e mischiare e ruotare le coltivazioni, in modo che il carbonio sia catturato dall'atmosfera e trattenuto nel terreno e nella vegetazione.  Circa il 90% della capacità potenziale dell'agricoltura di ridurre o eliminare le emissioni dall'atmosfera proviene da questo tipo di pratiche. Oltre al sequestro del carbonio, altre opzioni promettenti per la riduzione o l'eliminazione delle emissioni sono l'utilizzo più efficiente dei fertilizzanti ed una migliore gestione della zootecnia.  Molte di queste attività possono anche ridurre la deforestazione ed il degrado delle foreste grazie alla maggiore produttività a loro associata.  Ciò significa - conclude - che si può produrre una maggiore quantità di cibo senza che l'agricoltura debba sottrarre terra alle foreste».

Il documento Fao pubblicato nei giorni scorsi chiede finanziamenti per aiutare i Paesi vulnerabili a rispondere «in modo più complessivo alla doppia sfida del cambiamento climatico e della sicurezza alimentare.  Questo sostegno dovrebbe premiare le azioni volte a ridurre le emissioni e ad attuare strategie di adattamento al cambiamento climatico, ma che al tempo stesso incoraggiano lo sviluppo agricolo e migliorano la sicurezza alimentare».

La Fao propone anche di verificare i punti di contatto tra gli aiuti ufficiali allo sviluppo e i nuovi finanziamenti supplementari. Secondo il rapporto «La produzione alimentare dovrà aumentare del 70% per riuscire a nutrire i 2,3 miliardi di persone in più che secondo le stime popoleranno il mondo nel 2050.  Il cambiamento climatico minaccia la produzione agricola per l'aumento delle temperature, per l'alterazione nel ciclo delle precipitazioni, e per la maggiore frequenza di eventi estremi come siccità ed inondazioni, soprattutto in regioni che sono già soggette a disastri naturali causati dal clima».

La Fao ritiene anche che un programma di lavoro dell'Infccc «potrebbe far crescere la fiducia a livello internazionale sul ruolo dell'agricoltura nelle strategie di mitigazione e di adattamento. Progetti pilota a livello di Paese possono dimostrare come sfruttare le sinergie tra mitigazione/adattamento al cambiamento climatico e sicurezza alimentare, sviluppando al tempo stesso le competenze, la fiducia nell'impiego delle tecnologie, i meccanismi di finanziamento e le metodologie necessarie per raggiungere tale traguardo».

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