[02/12/2009] News

Gli impegni dei Paesi iberoamericani per la Cop15 Copenhagen (e la Cop16 Messico)

LIVORNO. Il XIX Summit ibero-americano che si é concluso ieri ad Estoril, in Portogallo è stata l'occasione per 22 rappresentanti di 22 governi di lingua spagnola e portoghese di Europa ed America latina per affrontare in tre giorni di s errati dibattiti tutti i maggiori temi planetari, a cominciare da quelli posti dal prossimo summit mondiale sul clima di Copenhagen.

La presidente dell'Argentina, Cristina Fernandez, ha chiesto ai Paesi emergenti di fissare obiettivi modesti ma realizzabili per la lotta al cambiamento climatico ed ai Paesi sviluppati di assumersi tutti i loro obblighi. «Il problema essenziale a Copenhagen è compreso in due dossier - ha detto la Fernandez - cioè quello che i Paesi sviluppati devono assumersi le loro responsabilità per l'inquinamento globale, e gli obiettivi che devono essere rispettati».

Nella dichiarazione finale il vertice ibero-americano ha sottolineato il ruolo dell'innovazione e della conoscenza per lo sviluppo sostenibile, integrato ed equo ed ha deciso di promuovere programmi di trasferimento di tecnologie dai Paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo. Il summit ha anche approvato un impegnativo "comunicado especial sobre el cambio climatico" nel quale i Capi di Stato e di governo «Reiterano la loro convinzione che il cambiamento climatico è uno el cambio climático è una delle sfide più urgenti a cui siamo di fronte attualmente e che richiede una risposta globale, effettiva ed immediata, condotta con giustizia ed equità.

Affermano che la lotta contro il cambiamento climatico è un imperativo che deve essere totalmente compatibile con la crescita economica sostenibile e la lotta contro la povertà e che deve rispondere adeguatamente alle necessità di adattamento, in particolare dei Paesi in via di sviluppo più vulnerabili. L'attuale crisi economica e finanziaria non può costituire una ragione per l'inazione nel combattere gli effetti del cambiamento climatico».

I Paesi iberoamericani si sono impegnati a partecipare attivamente al summit mondiale di Copenhagen dell'Unfccc ed alla quinta riunione degli Stati che fanno parte del Protocollo di Kyoto: «A questo proposito, si impegnano a cooperare per raggiungere un accordo internazionale globale, ambizioso ed equilibrato a Copenaghen per affrontare il cambiamento climatico e le sue conseguenze».

Gli ibero-americani mettono l'accento sul principio di responsabilità comuni ma differenziate secondo le rispettive capacità: «Tutti gli Stati sviluppati chef anno parte della Convenzione devono adottare nuovi ambiziosi obiettivi nazionali quantificati di riduzione delle emissioni di gas serra sul medio periodo, secondo le loro capacità. Da parte loro, i Paesi in via di sviluppo contribuiranno con mezzi di mitigazione adeguati alle proprie condizioni nazionali, sostenuti da un flusso adeguato di finanziamenti e tecnologia. Questo sforzo dovrà essere realizzato in conformità con l'obiettivo globale di evitare un riscaldamento del pianeta superiore ai 2 gradi centigradi prima della fine del secolo, secondo le raccomandazioni dell'Ipcc.

I 22 Paesi della penisola iberica e dell'America Latina sottolineano che l'accordo che verrà sottoscritto a Copenhagen deve «Riflettere e bilanciare in maniera adeguata i "pilastri" di mitigazione, adattamento, finanziamento e trasferimento di tecnologia» e che «Gli sforzi di mitigazione ed adattamento dei Paesi in via di sviluppo agli effetti del cambiamento climatico si devono basare su nuovi flussi finanziari internazionali, addizionali, sufficienti e prevedibili, facendo un appello ai Paesi sviluppati perché presentino proposte in questo ambito».

Il summit di Estoril ha dichiarato il proprio sostegno alla proposta del Messico di creare un "Fondo Verde", un meccanismo finanziario che gestisca gli incentivi economici per aumentare la possibilità dei Paesi in via di sviluppo di partecipare concretamente allo sforzo di mitigazione, ed ha accolto con altrettanta soddisfazione lo'annuncio del Brasile dell'avvio del "Fondo Amazzonia" che ha l'obiettivo di promuovere progetti di lotto alla deforestazione, di salvaguardia ambientale e di uso sostenibile delle foreste e degli habitat dell'Amazzonia. Grande attenzione anche per la proposta della Bolivia per l'istituzione di una Corte internazionale di giustizia climatica, per l'iniziativa del Perù di un fondo per finanziare la riforestazione, per la proposta Argentina di creare un fondo nel quadro dell'Unfccc che si basi unicamente su contributi pubblici e per l'iniziativa della Costarica "Paz con la Naturaleza".

Per sostenere gli sforzi dei Paesi ibero-americani «E' imprescindibile rafforzare il sostegno finanziario e tecnologico dei Paesi sviluppati ai Paesi in via di sviluppo nell'ambito del cambiamento climatico, sottolineando il ruolo chiave che in questo contesto svolge il finanziamento pubblico internazionale, per arrivare a significative riduzioni delle emissioni per il Paesi sviluppati ed a rafforzate azioni dei Paesi in via di sviluppo per concretizzare l'obiettivo globale in materia di mitigazione». Il comunicato riconosce ugualmente «Il ruolo importante che il settore privato potrà svolgere nel sostegno alle azioni di mitigazione e per le tecnologie pulite» e i Paesi ibero-americani si impegnano «A promuovere ed incentivare l'utilizzo di energia prodotta basandosi su fonti rinnovabili ed a lottare contro il cambiamento climatico».

Se Copenhagen è attesa la vera tappa finale sembra la Cop 16 che si terrà in Messico nel 2010 ed il comunicato dice che i 22 Paesi di lingua spagnola e portoghese «si impegnano a contribuire costruttivamente alla sua preparazione» e che «Accolgono con soddisfazione l'iniziativa brasiliana di realizzare a Rio de Janeiro, nel 2012, il summit sull'ambiente e lo sviluppo sostenibile Rio+20».

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