[21/07/2009] News

Pachauri presenta l’AR4 dell’Ipcc: «Il cambiamento climatico mette in pericolo la pace nel mondo»

LIVORNO. Il presidente dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), Rajendra Pachauri (Nella foto) ha illustrato durante una conferenza stampa tenuta nella sede dell'Onu i dati contenuti nell'ultimo assessment report (AR4) discusso nel recente summit scientifico dell'Ipcc di Venezia, mettendo in evidenza come  i risultati di questa ultimo rapporto «costituiscono oggi il principale strumento scientifico per i responsabili politici per basare le loro decisioni in merito al cambiamento climatico».

Il quinto  assessment report verrà reso noto solo nel 2014 e quindi la definizione del documento preparato a Venezia sarà presentato per l'esame e l'approvazione ai tre gruppi di lavoro ed alla trentunesima sessione dell'Ipcc in programma dal 26 al 29 ottobre a Bali, in Indonesia. Gli assessment reports dell'Ipcc sono gli studi più completi sui cambiamenti climatici a livello mondiale e vengono pubblicati ad intervalli regolari di 5 - 6 anni. L'ultimo rapporto è stato reso noto nel 2007, in coincidenza con l'assegnazione del premio Nobel per la Pace all'Ipcc e Pachauri.

L'Ipcc spiega che «il quarto assessment report (AR4) è il cuore universale di riferimento scientifico per l'attuale comprensione dei cambiamenti climatici. E' la principale fonte di informazione scientifica per la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sotto la quale si terrà si terrà a Copenhagen nel dicembre 2009 la prossima Conferenza delle Parti».

Secondo Pachauri «Il mondo dovrà far fronte a gravi conseguenze se non reagirà in maniera appropriata per lottare contro il riscaldamento climatico. E' molto importante che tutto il mondo pervenga ad un accordo sufficientemente forte durante la prossima conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici in dicembre a Copenhagen. Un accordo che impegni tutte le nazioni del mondo a prendere delle misure sulla base di una responsabilità comune ma differenziata», ha detto il presidente dell'Ipcc richiamando non certo a caso una formula molto cara a cinesi ed indiani.

«Se non otterremo un accordo soddisfacente a Copenhagen, è chiaro che le implicazioni umanitarie ed i relativi costi umanitari saranno molto importanti, questo sfortunatamente sarà particolarmente grave per le comunità del mondo meno favorite. Dobbiamo realmente prendere sul serio questa preoccupazione. Un tale fallimento (di Copenhagen, ndr) aprirebbe anche la possibilità di mettere in pericolo la pace e la sicurezza mondiale. Il riconoscimento del premio Nobel per la pace 2007 all'Ipcc ed all'ex vice presidente americano Al Gore mostra chiaramente il legame che esiste tra il global warming da una parte e la pace e la sicurezza dall'altra. Tutto questo sarà certamente minacciato se non reagiamo. E' inevitabile».

Pachauri ha espresso un giudizio positivo sul recente accordo al G8 de L'Aquila per limitare il riscaldamento climatico entro i 2 gradi al di sopra del livello pre-industriale ma ha anche aggiunto, con una implicita critica agli obiettivi a lungo termine per il 2050 che si sono dati gli otto grandi Paesi industrializzati: «Il mondo dovrà assicurarsi che le emissioni mondiali (di CO2), declinino rapidamente dopo il loro picco nel 2015».

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