[01/12/2009] News

Australia, i conservatori si spaccano e bloccano la legge sul clima

LIVORNO. Il premier laburista australiano Kevin Rudd ha dovuto riporre nel cassetto le ultime speranze di poter andare a Copenhagen con una nuova legge sul clima in tasca. In Australia si avvicinano sempre di più le elezioni anticipate dopo che una clamorosa frattura nell'opposizione conservatrice liberaldemocratica ha praticamente impedito in modo definitivo che il Senato di Canberra approvasse la emission law.

La sensazione è che la destra australiana si sia immolata con una specie di colossale suicidio politico sull'altare della fedeltà all'iperliberismo ed alla lobby d industriale e carbonifera. La situazione è definitivamente precipitata oggi, con la sfiducia al leader conservatore Malcolm Turnbull da parte del suo partito, che lo ha ritenuto colpevole di aver raggiunto un accordo con il governo laburista per un sostegno al  disegno di legge. Al suo posto è stato eletto il leader dell'estrema destra liberale, Tony Abbott, che ha ottenuto la maggioranza per solo voto: 42 a 41.

Il disegno climate bill  australiano era già stato respinto dal Senato ad agosto e prevede una riduzione dei gas serra tra il 5 e il 25% entro il 2020 rispetto ai livelli del 2000. A meno di altre clamorose spaccature che portino ad una scissione della compagine conservatrice, il governo non dispone ora di una maggioranza al Senato.

La situazione è politicamente drammatica per la di solito compassata politica australiana abituata all'alternanza, tanto che è intervenuto Kevin Rudd in persona per lanciare un appello alla responsabilità: «Oggi esorto tutti i parlamentari dell'Australia, di qualsiasi partito politico, a votare nell'interesse nazionale, e a votare per l'azione sul cambiamento climatico. Dopo dieci anni di ritardo sui cambiamenti climatici, un ulteriore ritardo equivale a negare il cambiamento climatico».

Se, come sembra, il disegno di legge non verrà approvato per la seconda volta, Rudd chiamerà nuovamente al voto gli australiani, forte di un sondaggio Herald/Nielsen pubblicato ieri che  lo danno al 66% del gradimento.

Che le cose si mettono male e che la partita si giocherà in campo sfavorevole lo sa anche il nuovo leader della destra Tony Abbott: «Non ho paura delle elezioni e non ho paura di una campagna elettorale su questo tema. Penso che il cambiamento climatico sia vero, credo che l'uomo dia un contribuito. Il problema è quanto sia grande e quale sia questo contributo, e in secondo luogo, cosa dovrebbe essere fatto per questo. L'ultima cosa che dovremmo fare è correre verso una "great big new tax" perché proprio così Kevin Rudd può prendere un trofeo a Copenaghen. Per quel che riguarda a quel che interessa molti, molti milioni di australiani, è che l'emissions trading scheme del governo si presenta come un'enorme tassazione per creare un grandissimo fondo per rifornire la mano pubblica e gestito da una gigantesca burocrazia». Sembra di sentir parlare George W. Bush, Ronald Reagan o qualche senatore del centro-destra italiano.

Torna all'archivio