[01/12/2009] News toscana

Arpat: un questionario (anche) per evolvere la partecipazione del pubblico. Il commento di Roberto Gori

FIRENZE. «Un questionario per il monitoraggio delle aspettative e delle esigenze, nonchè delle valutazioni dei servizi svolti da Arpat, rivolto agli stakeholder, ai clienti ed agli interlocutori/trici dell'Agenzia».

E' l'iniziativa dell'Agenzia di protezione ambientale regionale che partirà oggi, e che sarà attiva fino al 31 dicembre: collegandosi alla url www.arpat.toscana.it/soddisfazione l'utente può esprimere l'importanza che per esso rivestono alcuni aspetti compresi nell'attività di Arpat e il suo grado di soddisfazione per il servizio ricevuto.

Il questionario è suddiviso in quattro sezioni, per ciascuna di queste tipologie di attività:

- supporto tecnico-scientifico agli enti locali (espressioni di parere, partecipazione a conferenze di servizi, ecc.);
- controllo e monitoraggio;
- attività di laboratorio;
- organizzazione e diffusione della conoscenza (diffusione dati ambientali, relazioni con il pubblico, comunicazione, educazione ambientale, formazione, documentazione, ecc..).

Al di là dell'indagine di customer satisfaction in sé per sé, è significativo il fatto che i risultati costituiranno, secondo Arpat, «una delle componenti prese in considerazione nell'elaborazione della programmazione delle attività e dell'orientamento organizzativo dell'agenzia»: l'iniziativa è cioè da considerarsi parte di un percorso che Arpat - e in generale le agenzie ambientali nazionali - stanno compiendo in direzione di una maggiore interazione col pubblico. A questo proposito appare interessante riportare un dato che Arpat ha reso noto in occasione del seminario "Accesso alle informazioni ambientali" che si è tenuto il 28 ottobre a Firenze: secondo gli studi presentati, nel primo semestre 2009 sono stati quasi 1500 i contatti tra il pubblico e l'agenzia, in grande prevalenza (1059 contatti) di natura telefonica. Gli esposti/le segnalazioni presentati/e, invece, sono stati in tutto 1068, prevalentemente inerenti al rumore (26%), alle emissioni in atmosfera (compresi odori - 21%), agli scarichi idrici (e in generale all'acqua - 18%) e ai rifiuti (13%).

La media, su base regionale, è di 29 esposti ogni 100.000 abitanti. Questi dati, sia pure positivi e (per quanto attiene al numero dei contatti, che sono stati precisamente 1464, contro i 1397 del 2008) in aumento rispetto al primo semestre dell'anno scorso, evidenziano comunque come l'attività svolta dall'agenzia di protezione ambientale sia caratterizzata ancora da ampi margini di crescita per quanto riguarda gli ambiti di interazione con gli utenti.

Appare, cioè, ancora limitata, nel pubblico, la percezione del ruolo fondamentale che l'agenzia può avere nella diffusione di informazioni scientifiche ed ambientali attendibili e validate. Questo aspetto è particolarmente significativo se pensiamo ai mille contesti in cui, per esempio nel web 2.0, i cittadini diffondono/acquisiscono informazioni e numeri di interesse ambientale e scientifico derivanti da pubblicazioni avvenute su media più o meno specializzati (oltre che più o meno attendibili: si pensi al caso del clima e dei cambiamenti climatici, ma anche al dibattito sugli impianti inquinanti, ecc.), e non da centri "ufficiali" di divulgazione di dati scientifici o ambientali quale è - per certi versi - anche Arpat.

E in generale, anche l'attività dell'agenzia può essere migliorata da una maggiore partecipazione degli utenti, elemento che infatti è anche alla base della pubblicazione del questionario citato.

Avvicinare sempre di più, come si dice, la "scienza" e i "comuni cittadini" (oltre che aumentare ulteriormente gli ambiti di interazione tra "scienza" ed esperti del settore): questo appare uno degli obiettivi fondamentali che agenzie come Arpat dovrebbero perseguire, elemento che naturalmente non inficierebbe la loro autorità, ma che anzi costituirebbe una positiva evoluzione sia per le agenzie stesse, sia soprattutto per la diffusione capillare di una vera conoscenza scientifica/ambientale, oggi drammaticamente carente nel Belpaese, e anche in Toscana.

E anche il questionario reso disponibile oggi può, in parte, contribuire al perseguimento degli obiettivi citati in direzione di una potenziale impostazione maggiormente "partecipativa" dell'attività delle agenzie ambientali. A questo proposito abbiamo sentito il parere di Roberto Gori, direttore tecnico di Arpat.

Secondo Gori, «l'attenzione di Arpat, che fino ad oggi è stata obbligatoriamente autoreferenziale nella scelta dei lavori da fare (cioè delle analisi e delle ricerche da effettuare, nda), si sta sempre più orientando verso l'interazione con gli enti istituzionali, ma anche coi comuni cittadini. La l.r. 30 del giugno 2009 (cioè la norma che sostituisce la 66/95, e che nel dettare le nuove discipline per l'attività di Arpat ha amplificato molti aspetti del rapporto tra agenzia e soggetti destinatari), ha previsto per i cittadini la possibilità di essere parte attiva in alcuni aspetti, come quelli inerenti all'attivazione dei controlli».

«Abbiamo cercato - prosegue Gori - di chiudere il cerchio, chiedendo col questionario il parere non solo delle pubbliche amministrazioni, ma anche dei comuni cittadini. Ciò è importante, e in questo senso ci sentiamo vincolati alla soddisfazione dei clienti: al di là del fatto che sono loro a pagare le nostre attività, soprattutto va ricordato che sono loro a pagare i costi ambientali delle cose fatte male sul territorio dove vivono. Ecco perchè è molto utile far sapere e capire agli utenti le cose che si fanno e perchè: l'obiettivo è instaurare un rapporto più proficuo, da parte dell'agenzia, con istituzioni e cittadini».

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