[01/12/2009] News toscana
La notizia è scivolata via, ma è di rilievo. IRPET in un convegno a Scandicci ha affermato che per produrre un piano strutturare ed un regolamento urbanistico occorrono mediamente 2237 giorni. Si può ipotizzare che le responsabilità siano delle indecisioni politiche, oppure della scarsità di risorse delle strutture tecnico-amministrative. Si deve forse riflettere anche su limiti o difetti del modello ridisegnato con la legge 1/05.
Questi ultimi peraltro erano già stati evidenziati in sede di formazione della legge, tanto per indicarne alcuni si può citare: la riduzione dei poteri conformativi, già limitati, dei PTC, la decadenza di verifiche di conformità o compatibilità di PS e RU al PTC ed al PIT; la malintesa sussidiarietà fondata sulla equipollenza di tutti i comuni (così che quello di Siena ha gli stessi oneri di quello di Capraia isola tanto per citare un piccolo comune).
Siamo al giro di boa elettorale e quindi all'apertura di una nuova stagione politica ed amministrativa, quindi non appare inutile proporre temi di riflessione che si auspica siano raccolti e in campagna elettorale e nella successiva attività di governo. Per sintesi e con il rischio di essere male intesi insito nel breve spazio di un articolo, tenuto conto che ci sono non solo ombre, ma anche luci:
Appare infine necessario correlare una rivisitazione dell'esperienza in relazione ad altri fattori come: la necessità di incentivare fortemente la ristrutturazione urbana, il recupero dell'esistente contro l'espansione dell'urbanizzato; la necessità di definire politiche di spesa, in vari settori, rinunciando a procedimenti concorsuali per l'accesso ai finanziamenti, procedimenti che quasi sempre finiscono per favorire i comuni più grandi ed attrezzati, ma non sono funzionali alla concreta soluzione di problemi localizzati che vanno via via individuati e risolti anche per non rischiare la formazione di sacche di marginalità.
Tutto questo inoltre deve essere correlato alle riflessioni svolte, per esempio da Cecchi, sulla toscana sostenibile, perché anche su questo c'è da superare schematismi e semplificazioni, una assuefazione alla competizione di mercato, a fronte di risorse limitate (ambientali e naturali, territoriali in genere) che per loro natura non possono che essere regolamentate anche rigorosamente.