[30/11/2009] News toscana

Il parco della piana che parco è?

PISA. Le vicende urbanistiche fiorentine con i loro  strascichi giudiziari sembrano avere rilanciato l'idea del  ‘parco della piana' che interessa alcuni comuni della cintura urbana. E poiché sui parchi è in corso da tempo ormai una discussione nazionale carica di idee fasulle e di rischi mentre anche in Toscana dove pure in materia abbiamo esperienze consolidate le cose lasciano a desiderare è bene capire di cosa stiamo discutendo e come. Tanto più che stando al ‘Primo rapporto sulle attività di ascolto e comunicazione' curato da Massimo Morisi garante della comunicazione  per la partecipazione nel governo del territorio regionale, il parco della piana dovrebbe dimostrare sul campo l'efficacia della legge regionale della partecipazione di cui recentemente si è discusso in un incontro internazionale a Montaione.

Insomma dopo alcune esperienze di cui per la verità non ci sentiremmo di considerare ancora così probanti, dovremmo avere un esempio di vera democrazia governante. La lettura delle 70 pagine del rapporto per molti versi estenuante nella sua ricostruzione spesso burocratica con date, ore in  incontri di vario tipo e in varie sedi, accompagnate come in un testo letterario da brevi citazioni  che dovrebbero trovare un momento di condensazione in un seminario fissato per il 15 dicembre non si può dire che aiuti a capire quale è la posta in gioco e soprattutto di che parco si sta parlando. E il programma del seminario con una filza di urbanisti della regione e di tante università in cui non è previsto alcuna presenza dell'assessorato all'ambiente e ai parchi della regione conferma semmai e aiuta a capire come mai la nuova legge regionale dei parchi abbia fatto naufragio nonostante gli impegni solennemente assunti.

Tra i relatori più d'uno ne sa sicuramente qualcosa.

Eccoci dunque al punto. Alla piana ci sono dei territori che per il loro valore e ruolo che riguardano la qualità della vita dei  residenti e non solo. Quegli ambienti devono essere tutelati, salvaguardati da nuovo cemento e quindi gli enti locali interessati devono decidere come poterlo fare con il massimo consenso delle popolazioni interessate. Non è certo un problema inedito perché i parchi specie in Toscana da un trentennio sono nati così; per rispondere a interrogativi e rischi analoghi magari in proporzioni molto più ardue dati anche in tempi. Leggendo quindi che si vuol  fare un parco alla piana si dovrebbe  partire da qui. Ma come si è visto dalla presenze e dalle assenze al seminario è chiaro che si è voluto evitare proprio questo. Infatti per questa via si sarebbe dovuto dire che alla gestione del territorio interessato sarà dedicato un piano del parco come da anni si fa e con ottimi risultati nei parchi regionali e nazionali. Alla piana invece si parla con -un plurale abbondante- di regole, piani, progetto che dovrebbero approdare in un masterplan. Mica si scherza e chi se ne frega se l'urbanistica da sola e vecchia per quanto riguarda il governo del territorio fa acqua da tutte le parti sia che si tratti dei parchi, dei bacini idrografici e del paesaggio.

Alla piana il parco va bene se non  è un parco. Non è una battuta è quanto emerge dal lungo rapporto in cui si dice che ‘non si tratterà di un ente parco che gestisce un insieme di aree di valore naturalisti così da precludere specifiche trasformazioni'. Ma dovrà riuscire anche senza essere un ente a fare tutto questo con quel ben di Dio di progetti che abbiamo ricordato.

Chi ha scritto queste cose quali parchi conosce innanzitutto in Toscana in cui siano state precluse le trasformazioni? Hanno mai visto un piano di un parco alla Maremma o in San Rossore ma anche in aree protette minori o più grandi ancora?

E in alternativa e in nome della democrazia governante cosa propongono? ‘Un gruppo di direzione coordinato dalla regione e costituito dai vari e diversi e diversi enti territoriali'. Bella mossa. Un parco regionale invece come è costituito?; dai vari e diversi enti territoriali che può fare però un piano che un normale gruppo di lavoro non potrà mai fare. Già, ma c'è il masterplan! Ma anche in regione dovrebbero sapere che l'unico piano sovraordinato che muove da finalità ambientali e non urbanistiche e non sulla base dei confini amministrativi è quello dei parchi sia pure penalizzato dal nuovo codice dei beni ambientali su cui gli uffici che hanno affondato la legge regionale sui parchi non hanno chiuso un occhio ma tutti e due a partire dal nulla osta.

A questo punto c'è da chiedersi a cosa serve una consultazione che non parta da una idea precisa su cui si possa poi decidere tenendo conto delle osservazioni, proposte, critiche. La democrazia governante alle istituzioni che chiede proposte di governo del territorio altrimenti il tanto declamato ascolto somiglierà più alle veglie di neri che al confronto vero.

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