[30/11/2009] News

Settimana decisiva per i ricercatori precari dell'Ispra

GROSSETO. «Si chiamerà Ispra, Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, il nuovo organismo nato dall'accorpamento di Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici), Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare) e Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica): è quanto disposto dalla L. 133/2008 (G.U. 21 agosto 2008) che ha convertito, con modifiche, il Decreto Legge 112/2008».

Era il 25 agosto 2008 quando sul sito del Governo è stato pubblicato l' annuncio, che spiegava che «l'istituzione del nuovo ente rientra tra le misure di semplificazione volute dal governo, al fine di razionalizzare le strutture tecniche statali e snellire le attività di gestione, garantendo maggiore efficienza e contenimento della spesa».

A distanza di quindici mesi i lavoratori dell'Ispra sono impegnati da un settimana in una protesta per evitare che al neo istituto, dopo che l'ente ha già licenziato 250 precari storici, si proceda al licenziamento di altri 200 lavoratori entro l'anno e di altri 30 previsti per gennaio.

Al termine del piano di licenziamenti, l'Ispra avrà circa il 40% in meno del personale e dal momento che gran parte di essi provengono dall'ex-Icram (l'istituto per la ricerca sul mare accorpato assieme ad Apat e Insf in Ispra) il settore della ricerca sul mare sarà di fatto completamente azzerato.
Il neo istituto che ha visto una riduzione del budget complessivo del 20%, che è ancora commissariato e che non ha ad oggi provveduto a redigere uno statuto può essere preso ad emblema della scarsa attenzione che questo governo dà alle questioni ambientali.

A capo dell'Ispra c'è infatti ancora il prefetto Vincenzo Grimaldi, nominato dal ministro Prestigiacomo, non è stato varato uno statuto unico, ma permangono i precedenti statuti dei tre enti confluiti, e non è chiaro quale sia il suo reale futuro.

L'accorpamento dei tre soggetti era invece stato illustrato agli operatori come un'occasione per rendere più competitive le conoscenze tecnico-scientifiche di ricerca e controllo su materie come la tutela della biodiversità, i rifiuti, i siti contaminati, gli interventi per le emergenze in mare, l'inquinamento acustico, la valutazione del rischio nucleare.

E i segnali giunti dal ministro Stefania Prestigiacomo, non fanno ben sperare dal momento che ha annunciato che si prenderà un'altra settimana di tempo prima di dare risposte.
Intanto sarà oggi la regione Lazio a sentire i lavoratori dell'Ispra e il Pd si è impegnato a presentare emendamenti in finanziaria per ripristinare i fondi destinati alla ricerca scientifica.

«All'incontro ho invitato le parti sociali, azienda e sindacati, e la provincia di Roma nella persona del Presidente della commissione Lavoro Miccoli.- ha dichiarato l'assessore al Lavoro della Regione Lazio Alessandra Ribaldi- Per conoscenza ho indirizzato la lettera di convocazione della riunione anche al ministero dell'Ambiente».

«Quella dei precari dell'Ispra - ha dichiarato Ermete Realacci - è una situazione grave che il Governo farebbe bene a non minimizzare. Tagliare sugli investimenti alla ricerca e su risorse preziose come i ricercatori scientifici è una scelta miope e sbagliata che impedisce al nostro paese un futuro all'altezza di un paese civile. Per questa ragione la prossima settimana (questa ndr) il Partito Democratico presenterà una serie di emendamenti alla Finanziaria proprio per ripristinare i fondi alla ricerca scientifica».

 

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