[27/11/2009] News

Crisi e clima: tutti i numeri del Carbon Budget 2008

ROMA. A pochi passi dalla 15° Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sui Mutamenti Climatici che avrà luogo a Copenaghen dal 7 al 18 dicembre prossimi, si stanno accumulando i risultati di importanti ricerche scientifiche che testimoniano degli effetti dei cambiamenti climatici antropogenici.

Il prestigioso Global Carbon Project, uno dei programmi di ricerca comuni, avviati dall'Earth System Science Partnership (vedasi i siti www.globalcarbonproject.org e www.essp.org), il più autorevole partneriato internazionale di ricerche sui cambiamenti ambientali globali, ha reso noto il suo "Carbon Budget 2008", mentre, contestualmente, firmato da 31 specialisti di fama internazionale sul ciclo del carbonio, è apparso su "Nature Geoscience", un interessantissimo lavoro scientifico dal titolo "Trends in the sources and sinks of carbon dioxide" (Le Quere C. et al. doi: 10.1038/NGEO689).

Il rapporto sul budget di carbonio nel 2008 è estremamente utile per fare il punto sullo stato del ciclo del carbonio e sulle modificazioni da esso subite a causa dell'intervento umano. Credo sia utile fornire i dati fondamentali contenuti in questo interessantissimo rapporto.

La crescita della presenza di biossido di carbonio o anidride carbonica nella composizione chimica dell'atmosfera è stata nel 2008 di 1.8 ppm (parti per milione), leggermente inferiore alla media annuale del periodo 2000-2008 che è stata di 1.9 ppm. La media di crescita nei precedenti 20 anni è stato di 1.5 ppm l'anno. Questa crescita ha portato la concentrazione di anidride carbonica nella composizione chimica dell'atmosfera a 385 ppm nel 2008, il 38% in più rispetto alla concentrazione presente all'inizio della Rivoluzione Industriale (circa 280 ppm nel 1750). Le ricerche e le documentazioni scientifiche ci dicono che tale concentrazione è la più alta da 800.000 anni e, attraverso ulteriori documentazioni, da almeno 2 milioni di anni.

Le emissioni di anidride carbonica dovute all'utilizzo dei combustibili fossili ed alla produzione di cemento hanno continuato a crescere nell'arco del 2008, del 2%. Tale crescita ha portato ad immettere nell'atmosfera 8.7 miliardi di tonnellate di carbonio,  che corrisponde al 29% rispetto al 2000 e al 41% rispetto all'anno di riferimento preso nell'ambito del protocollo di Kyoto, che è il 1990. Il carbone si conferma come la maggiore fonte di emissioni di carbonio. Oltre il 90% della crescita dovute alle emissioni da utilizzo del carbone deriva dall'incrementato utilizzo del carbone in Cina e India.

I cambiamenti nell'utilizzo del suolo (Land Use Change) sono responsabili per l'emissione netta di altri 1.5 miliardi di tonnellate di carbonio annue nell'arco degli ultimi 15 anni. Nel 2008 le emissioni sono declinate a 1.2 miliardi di tonnellate di carbonio. Questo calo è probabilmente dovuto alle particolari condizioni umide dovute al fenomeno de La Nina, che hanno contribuito a limitare gli incendi e i tassi di deforestazione nel sud-est asiatico.

Le emissioni dal Brasile e dall'Indonesia costituiscono il 61% di tutte le emissioni dovute ai cambiamenti nell'utilizzo dei suoli. Il contributo delle emissioni derivanti dai cambiamenti di utilizzo del suolo nel 2008 sono stati del 12% e sono scesi rispetto al 20% che è stato registrato negli anni Novanta.  Quando trattiamo le delicate questioni relative alle emissioni in atmosfera di gas climalteranti, dobbiamo sempre distinguere se parliamo di emissioni di anidride carbonica o di emissioni di carbonio. Ovviamente non sono la stessa cosa. L'anidride carbonica è formata da 1 atomo di carbonio e 2 di ossigeno. Un atomo di carbonio ha un peso di 12 unità di massa atomica , mentre ogni atomo di ossigeno ne pesa 16. Quindi una molecola di anidride carbonica pesa 12+16+16=44. Pertanto l'equivalenza tra un atomo di carbonio ed una molecola di anidride carbonica è 3,67 (cifra che deriva dal peso dell'anidride carbonica/il peso del carbonio, e quindi 44/12 cioè 3,67).

Il maggior incremento di emissioni si è avuto nei paesi in via di sviluppo, soprattutto in quelli di nuova industrializzazione, mentre nei paesi sviluppati si è verificata una certa stabilizzazione nell'arco dell'ultimo decennio. Circa un quarto delle recenti crescite nelle emissioni risultano dall'incremento del commercio internazionale di beni e servizi prodotti nei paesi in via di sviluppo e consumati nei paesi sviluppati. I maggiori paesi emettitori sono oggi, nell'ordine, la Cina, gli Stati Uniti, l'India e la Russia. L'attuale crisi finanziaria ha avuto probabilmente un certo impatto sul tasso di crescita delle emissioni che nel 2008 è stato appunto del 2% rispetto ad una media del 3.4% nei precedenti 7 anni. Per il 2009 gli studiosi del Global Carbon Project prevedono un declino che potrebbe registrare persino una crescita negativa ipotizzabile intorno a - 2.8%.

I sistemi naturali terrestri ed oceanici esercitano, come è noto, un ruolo di sink (di serbatoio) delle emissioni antropogeniche di anidride carbonica. Nel complesso sono riusciti a rimuovere il 57% di tutta l'anidride carbonica prodotta dalle attività umane  durante il periodo 1958-2008 (si tratta di circa 5.3 miliardi di tonnellate di carbonio l'anno). In questo periodo la capacità e l'efficienza dei sistemi naturali di agire come sink è andata diminuendo (si calcola che è passata dal 60% di cinquant'anni fa al 55% negli anni recenti). Gli scienziati ritengono che questo trend continuerà anche per il futuro.

I sistemi oceanici hanno rimosso, agendo come serbatoi, il 26% di tutta l'anidride carbonica emessa nel periodo 2000-2008, equivalente ad una media di 2.3 miliardi di tonnellate di carbonio l'anno. Mentre il totale dell'ammontare di anidride carbonica rimossa dagli oceani è andata incrementandosi la sua efficienza (la frazione rimossa delle emissioni totali) appare in declino nell'arco degli ultimi due decenni, soprattutto nell'Oceano meridionale e nell'Oceano Atlantico settentrionale.

I sistemi naturali terrestri hanno rimosso il 29% di tutte le emissioni antropogeniche di anidride carbonica nel periodo 2000-2008, equivalente ad una media di 3 miliardi di tonnellate di carbonio l'anno. Nel 2008 i sistemi naturali terrestri hanno rimosso 4.7 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, un dato particolarmente significativo rispetto ai precedenti ma questa maggiore capacità gli scienziati l'hanno attribuita ad un già citato fenomeno de La Nina con condizioni particolarmente umide.

Le conclusioni del Global Carbon Project sottolineano che le perturbazioni umane del ciclo del carbonio continuano a crescere in linea con gli scenari che prevedono il maggiore uso intensivo di carbonio dell'Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC). Tutto questo mentre sembra che la crisi economica abbia avuto solo un impatto lieve sulla crescita delle emissioni e che i sistemi naturali, nell'arco degli ultimi sessant'anni, stiano declinando la loro efficienza nel sequestrare l'anidride carbonica.  

Diventa sempre più urgente agire e con concretezza, per cambiare strada ed avviarci verso una nuova economia de carbonizzata che tenga veramente in conto il nostro capitale naturale.

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