[25/11/2009] News

La tartaruga dalle orecchie rosse rivela i meccanismi inaspettati dell'espansione delle specie aliene-invasive

LIVORNO. La Slider turtle americana, che noi chiamiamo tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans), è una graziosa tartarughina acquatica che sta tracimando dagli acquari casalinghi di tutto il mondo verso stagni, laghi e fiumi, mettendo in pericolo le specie autoctone, uno dei punti caldi della sua invasione è proprio l'Italia. Ora su PlosOne, Dennis Rödder, Michael Veith e Stefan Lötters, del dipartimento di biogeografia dell'università di Trier, e Sebastian Schmidtlein, del dipartimento di geografia dell'università di Bonn, in Germania, spiegano nello studio "Alien Invasive Slider Turtle in Unpredicted Habitat: A Matter of Niche Shift or of Predictors Studied?" come fare a prevedere l'espansione dell'invasione di questo e di altri ingombranti alieni.

I ricercatori tedeschi spiegano che «Gli Species distribution models (SDMs) hanno per obiettivo la caratterizzazione della nicchia ecologica delle specie e di progettarla all'interno di uno spazio geografico. Il risultato è una mappa della distribuzione potenziale delle specie che è, per esempio, molto utile per prevedere la capacità delle specie aliene invasive. Per quanto riguarda le specie esotiche invasive, recentemente diversi autori hanno osservato una discrepanza tra le distribuzioni potenziale di specie native ed invasive derivante da SDMs e, come spiegazione, hanno suggerito uno spostamento della nicchia ecologica durante l'invasione biologica. Abbiamo studiato la fisiologicamente ben nota tartaruga Slider del Nord America, che oggi è ampiamente diffusa su tutto il globo ed abbiamo affrontato la questione dello spostamento della nicchia ecologica opposta alla scelta dei predittori ecologici utilizzati per la realizzazione del modello, cioè derivando gli SDMs dall'utilizzo di più "sets of climatic predictor"».

In un SDM i predittori sono stati utilizzati per capire I limiti fisiologici della tartaruga dalle orecchie rosse che si é rivelata essere la "specie bersaglio" che rappresenta al meglio in tutto il mondo la distribuzione potenziale di una specie aliena-invasiva.
I ricercatori scrivono su PlosOne che «Questi risultati suggeriscono che la comprensione dell'orientamento di una storia naturale è cruciale per lo sviluppo di modelli statistici di nicchie ecologiche (come gli SDM), mentre set di predittori ecologici "global" o "standard" possono avere solo un uso limitato».

Ci sono molti esempi recenti di applicazione degli SDMs per identificare le aree che sono più adatte per l'espansione di alcune specie esotiche invasive, soprattutto per quel che riguarda "l'idoneità climatica" o i possibili sviluppi climatici che potrebbero favorire gli invasori.
«In questi studi - spiegano i ricercatori su PlosOne - lo sviluppo climatico veniva inteso come una parte di una specie di "nicchia fondamentale", che è l'insieme delle condizioni abiotiche e biotiche sulla base delle quali può persistere. La porzione di "nicchia fondamentale" sfruttata da una specie è spesso limitata dalle interazioni con altre specie (ad esempio, concorrenza, predazione), nonché dall'accessibilità del territorio (ad esempio attraverso la presenza/assenza di barriere fisiche). E' noto che nicchie fondamentali sono soggette ad evoluzione. In una recente ricerca, è stato dimostrato che, indipendentemente dal gruppo tassonomico, la "nicchia fondamentale" può rimanere stabile per decine di migliaia di anni, o che può avere un cambiamento sostanziale nel giro di solo poche generazioni. Tuttavia, vi è ancora una considerevole mancanza di conoscenze riguardo ai processi di attivazione dei "turni di nicchia"».

L'impatto delle specie aliene sugli habitat è crescente ed alcune di loro possono fornire preziose notizie sui processi ecologici ed evolutivi. Studi recenti hanno affrontato il problema della rapida "turnazione" nelle nicchie ecologioche durante i processi di invasione. Utilizzando gli SDMs, si è constatato che lo sviluppo climatico della Centaurea maculosa nel suo areale originario (Nord America occidentale) è diverso da quello nel suo areale di invasione in Europa. Il discorso vale anche le formiche del fuoco (Solenopis Invicta) che hanno invaso il Nord America dal loro areale sudamericano. Queste osservazioni potrebbero rappresentare una svolta fondamentale nella comprensione dell'occupazione delle nicchie ecologiche da parte di specie prima assenti. «Il "new climate envelope" - spiegano gli scienziati tedeschi - potrebbe molto probabilmente rappresentare semplicemente un migliore sfruttamento delle nicchie fondamentali esistenti. Al meglio delle nostre conoscenze, le informazioni sui limiti fisiologici di Centaurea maculosa e Solenopis Invicta sono scarse. Quindi, non si può escludere che i predittori climatici scelti nei precedenti approcci menzionati non limitino fisiologicamente i confini dell'areale originario di queste specie».

Quindi le "nicchie" fondamentali esistenti potrebbero essere disponibili molto di più di quel che si pensi ad accogliere specie aliene, che si stanno rivelando molto più adattabili del previsto ai cambiamenti climatici ed all'interazione con l'uomo, anche in areali che non si pensavano fino ad ora adatti.

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