[24/11/2009] News toscana

Firenze tra cambiamento climatico, nuova urbanistica e colline che franano

FIRENZE. Come scriviamo nell'apertura odierna di GreenToscana (vedi link a fondo pagina), ci piacerebbedire che il territorio è pronto ad accogliere il robusto peggioramento metereologico previsto per l'inizio dicembre e che i mutamenti del clima in corso sono presi come componente fondamentale dell'azione di prevenzione delle criticità idrogeologiche e territoriali.

Ma così non è, almeno per quanto riguarda il caso di Firenze, dove - guarda caso - appena si è presentato un biennio caratterizzato da un clima spiccatamente alternato (grande siccità-grandi piogge-ancora grande siccità, a cui vanno aggiunte le forti alternanze di gelo e disgelo che hanno caratterizzato il relativamente freddo inverno 2008/09), sono ripartiti fenomeni franosi che sembravano essere relativamente in quiete negli anni passati, come ad esempio l'instabilità della collina di S.Gaggio (zona meridionale del capoluogo).

Intendiamoci, gli eventi di S.Gaggio (su cui la magistratura ha aperto un'inchiesta) non possono essere attribuiti automaticamente ai cambiamenti climatici, anzi è più probabile che ci si trovi di fronte a fenomeni di cattiva gestione dei lavori, gestione sulla cui buona o mala fede indagheranno gli inquirenti. Ma, se pensiamo al fatto che - almeno secondo le dichiarazioni della locale sezione di Italia Nostra - l'area in questione faceva parte della zona di totale protezione urbanistica chiamata "Parco delle colline" fino al 1998, e che la sua natura urbanistica è stata poi modificata e trasformata in "Zona edificata satura", dove sono permesse le sostituzioni edilizie, allora le cose cambiano: pur ricordando che una sostituzione permette di muovere l'ambito edilizio del motore economico senza consumare - o quasi - suolo aggiuntivo, e che quindi essa è fenomeno da sostenere anche se va posta la dovuta attenzione agli aspetti paesaggistici, è comunque evidente che, nella programmazione urbanistica passata, il fatto che il clima sta diventando sempre più variabile ed estremo è stato sottovalutato.

Lo strumento del "parco delle colline", cioè, è stato posto in atto per motivi essenzialmente paesaggistici, e questa è cosa buona e giusta ma non sufficiente, per una buona pianificazione urbanistica: serve anche inserire, nella politica del territorio e anche su scala locale, elementi climatologici che permettano di capire dove si può e dove non si può fare espansione/ridefinizione urbanistica alla luce dei cambiamenti climatici in corso e del fatto che, molto probabilmente, la loro intensità è destinata ad aumentare significativamente nei prossimi decenni, se non già nei prossimi anni.

E' quindi da auspicarsi che l'annunciata ridiscussione dello strumento del "Parco delle colline", che il vice-sindaco di Firenze Nardella ha annunciato di voler intraprendere, e anche il dibattito che si sta ri-creando intorno al futuro della collina del Poggetto, siano caratterizzati da quell'attenzione non solo agli aspetti idrogeologici e paesaggistici comunemente intesi, ma anche alle loro interazioni con i cambiamenti climatici in corso, che finora è stata scarsa o assente nella pianificazione urbanistica del capoluogo fiorentino e non solo.

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