[24/11/2009] News

Blitz salva foreste a Roma degli oranghi di Greenpeace

ROMA. Il governo italiano dice di voler puntare a Copenhagen sulle quote di emissione derivanti dalla protezione delle foreste, ma qualcuno non sembra molto convinto di questi impegni e promesse, almeno a guardare all'ennesimo blitz imbastito oggi nelle strade (o meglio sugli alberi) di Roma da Greenpeace.

Attivisti travestiti da oranghi "senza casa" si sono arrampicati sui pini delle aiuole di piazza Venezia e hanno steso uno striscione con su scritto "Berlusconi, taglia la CO2 non le foreste" per chiedere al presidente del Consiglio un impegno concreto per fermare la deforestazione al prossimo summit a Copenhagen. Gli oranghi di Greenpeace hanno anche inviato una lettera a Berlusconi invitandolo a Piazza Venezia per ritirare un biglietto Roma-Copenhagen, ecco il testo:

Caro presidente del Consiglio italiano, On. Silvio Berlusconi, mi chiamo Pongo pygmeus, ma Lei può chiamarmi Orango e sono, insieme alla mia famiglia, tra i primi rifugiati del clima arrivato in Italia: le scrivo a nome di tutta la mia specie. La nostra casa una volta era la foresta pluviale nella penisola di Kampar a Sumatra, in Indonesia. La nostra foresta era molto speciale, cresceva su profondi strati di sostanza organica

chiamata torba. La nostra casa, Presidente Berlusconi, è stata distrutta per essere sostituita da piantagioni per la produzione di palma da olio e carta. Le torbiere di quest'area trattengono circa due miliardi di tonnellate di carbonio che viene immesso in atmosfera man mano che questa foresta viene distrutta. La nostra foresta viene prima abbattuta con le ruspe e poi incendiata, e il fumo degli incendi rilascia polveri e gas serra che rendono impossibile la vita alla mia specie, ma non solo. Molto presto, anche le persone che vivono nella foresta dovranno lasciarla. Io e la mia famiglia, Signor Presidente, siamo venuti qui per accamparci in Piazza Venezia sui vostri alberi non soltanto per sfuggire all'estinzione ma soprattutto per chiederLe di fare qualcosa per la salvare la nostra e la Vostra specie. Lei può farlo Signor Presidente. Ogni mese sulla Terra si distruggono un milione di ettari di superficie forestale - un'area pari a un campo di calcio ogni due secondi - causando il 20% delle emissioni di CO2 a livello globale. Proprio a causa della deforestazione il nostro paese, l'Indonesia, occupa il terzo posto nella classifica dei paesi emettitori dopo Cina e Stati Uniti. Per difendere chi distrugge la foresta, l'Indonesia non esita a violare i diritti umani, come

dimostra l'espulsione - tra gli altri - dell'attivista di Greenpeace, Chiara Campione, e del giornalista Raimondo Bultrini, corrispondente di Repubblica/Espresso: se gli occidentali che vengono a vedere come muore la mia foresta sono espulsi senza nemmeno essere accusati di qualcosa, potete immaginare quel che succede alle popolazioni che da secoli abitano in queste foreste. Per fermare la deforestazione è necessario che i Paesi industrializzati come l'Italia investano 30 miliardi di euro all'anno per la protezione delle foreste, prendendo un impegno efficace, reale e vincolante al Summit sul Clima di Copenhagen. È questa la nostra richiesta On Presidente Berlusconi: Vada a Copenhagen, salvi il clima e le ultime foreste del pianeta. La aspettiamo a Piazza Venezia per poterLe consegnare un biglietto Roma-Copenhagen che abbiamo comprato per Lei.

In fede, Pongo pygmeus

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