[18/11/2009] News toscana

Serve un piano energetico integrato della Val di Cornia

A Piombino l'assemblea dei soci del Circolo Val di Cornia di Legambiente con la presenza del Direttore Regionale Fausto Ferruzza e della responsabile regionale per l'energia Cecilia Armellini, ha discusso delle scelte energetiche locali.

Con la prospettiva di chiusura della centrale termoelettrica di Tor del Sale e per gli enormi consumi elettrici delle grandi industrie piombinesi che assorbono più del doppio delle altre attività, produttive e civili, la Val di Cornia presenta un notevole deficit energetico di elettricità. Inoltre, le attività siderurgiche, assorbono il 95% del gas metano che attualmente arriva con il metanodotto.

Ci sono diversi progetti di energie rinnovabili in cantiere: il parco fotovoltaico di Montegemoli di ben 13 ettari, il parco fotovoltaico sopra la discarica della Lucchini, le 4 torri eoliche dell'Asiu e le altre 4 o 5 torri che si stanno progettando nelle campagne della piana. Per le energie non rinnovabili è appena entrata in funzione la centrale a biomassa (olio di palma) di Montegemoli ed è ancora in ballo l'altra centrale dello stesso tipo nel comune di Campiglia M.

Quello che emerge è la mancanza di una programmazione territoriale, progetti realizzati o in itinere slegati e affidati all'iniziativa di singole aziende che contrattano direttamente con i proprietari dei terreni a cui fanno seguito installazioni definite senza una vera decisione o un dibattito politico, con percorsi autorizzativi anche esterni alle amministrazioni comunali.

Il pericolo è che si attuino progetti anche in contrasto con gli indirizzi dei piani regionali e provinciali, frutto di iniziative private e di autorizzazioni derivate da percorsi istituzionali non omogenei alla programmazione territoriale del piano strutturale d'area della Val di Cornia e allora si istallino torri eoliche in ordine sparso a seconda delle contrattazioni con i proprietari dei terreni, nelle zone meno vocate e senza la sicurezza dei contributi alla comunità (royalties), oppure si costruiscano altre centrali a biomassa a olio di palma.

Appare evidente che le scelte e le localizzazioni devono essere oggetto di una programmazione territoriale.

In considerazione del fatto che in Val di Cornia 3 comuni su 5 hanno approvato un piano strutturale unico, appare del tutto naturale che, si proceda a disciplinare anche questa importante materia i cui effetti saranno rilevanti sull'assetto del territorio.

Legambiente richiama quindi la necessità e l'urgenza che si avvii una procedura di integrazione del piano strutturale, a cui il regolamento urbanistico deve far riferimento, e la redazione del piano energetico della Val di Cornia.

Mentre i Comuni stanno dibattendo sulle forme istituzionali per la loro cooperazione, diano prova di voler perseguire realmente politiche integrate su tutto il territorio della Val di Cornia, estesa anche a San Vincenzo e Sassetta, con un vero e proprio piano energetico locale come parte integrante della programmazione dell'uso del suolo e delle risorse.

Si programmino le istallazioni energetiche perché queste non sono semplici attività produttive ma opere di pubblica utilità strategiche per il territorio.

 

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