[18/11/2009] News toscana

Il ruolo del parco di San Rossore nella pianificazione dei Navicelli, dello scolmatore

PISA. Una serie di commenti positivi a Pisa, Livorno ed anche dell'assessore regionale Conti hanno accompagnato le recenti decisioni riguardanti la navigabilità dello scolmatore. Si aggiungono ad altre dichiarazioni e notizie relative alle attività e al ruolo del canale dei Navicelli, di lavori che presto consentiranno sulla base di ingenti finanziamenti pubblici nuovi insediamenti di attività economiche ma anche nuove attività turistiche, culturali ed altro ancora.

Dati i tempi che corrono e nell'approssimarsi anche delle elezioni regionali in cui si dovranno fare bilanci del proprio operato ma anche mettere a punto gli impegni per il futuro è forse utile qualche riflessione sulla vicenda pisano-livornese per quel che può insegnare.

Cominciamo con il dire che in quest'area le istituzioni al pari dei privati hanno dovuto misurarsi in questi con la presenza di un parco regionale dotato di un valido piano e una grande capacità di iniziativa e di ascolto. Un parco che nel 2005 ha rischiato con la prima versione della legge regionale sul governo del territorio di essere tagliato fuori per la ‘restituzione' delle aree contigue alla esclusiva gestione comunale. Questa norma fu fortunatamente cancellata ma il ruolo del piano ne risultò comunque in qualche misura depotenziato come d'altronde fu confermato più recentemente dal PIT.

Questa inspiegabile messa in ombra del ruolo del parco proprio nel momento in cui nell'area di cui stiamo discutendo esso si rivelava tanto preziosa fu tra le ragioni che indussero a far mettere in cantiere una nuova legge regionale sulle aree protette che avrebbe dovuto ‘sanare' questa situazione tanto più assurda nel momento in cui lo stato aggrediva pesantemente tutta la legislazione ambientale più importante dai bacini idrografici, al paesaggio, alla tutela ambientale.

Invece, oltre ad una risposta sorprendentemente debole all'offensiva centralistica anche la legge regionale sui parchi sembra ormai saltata con ‘sgomento' dell'assessore Marco Betti.

Cosa c'entra tutto questo con la situazione pisano-livornese? C'entra eccome perché qui senza il piano del parco seppure messo in sofferenza dalle decisioni sbagliate ricordate comuni e province che nel 2005 respinsero molto responsabilmente la pessima offerta regionale di riprendersi in toto la gestione delle aree contigue - preferendo continuare e gestirle in ‘leale collaborazione' con il parco - tutte quelle cose che oggi vengono salutate con soddisfazione non si sarebbero potute realizzare.

Dinanzi quindi alle buone notizie di cui giustamente anche in questi giorni ci si compiace non si può far finta di niente e ignorare che in altri territori della regione la pianificazione non ha dato e non sta dando analoghi risultati perché non ci si è avvalsi nella stessa misura e disponibilità nei confronti del ruolo dei parchi ai quali ci si è invece inopinatamente affrettati a togliere anche il nullaosta sui beni culturali. Insomma qui si tocca con mano che una politica di programmazione regionale ( e ancor più nazionale) senza l'apporto di soggetti istituzionali chiamati ad operare peraltro non già in base a confini amministrativi ma appunto ambientali ha il fiato corto.

Detto in altri termini; una politica affidata unicamente all'urbanistica e per di più neppure innovata dopo il fallimento nazionale di quella 'contrattata' che ha fatto danni rovinosi, non potrà fronteggiare adeguatamente i problemi di oggi, in Toscana e nel paese.

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