[17/11/2009] News

Copenhagen e il pessimismo teleguidato di chi rema contro

GROSSETO. Al pessimismo espresso da molti media italiani riguardo al successo del vertice Onu di Copenhagen sul clima, l'Europa risponde che non è ancora detta l'ultima parola e che non ha nessuna intenzione di gettare la spugna. Ma anche Cina e Stati Uniti annunciano che faranno di tutto per raggiungere un risultato positivo a Copenhagen.

A Bruxelles come a Copenhagen, dove da ieri sono riuniti i ministri dell'ambiente di 44 paesi per la consultazione preparatoria informale della conferenza Onu sull'Ambiente di dicembre, la voce è una sola: continuare i negoziati per raggiungere un accordo vincolante.

A Bruxelles, la portavoce della Commissione europea, Pia Ahrenkilde Hansen, ha spiegato che si lavora per raggiungere «un accordo globale che entri in vigore rapidamente e che possa portare i principali attori in causa ad assumere impegni concreti sia in materia di riduzione delle emissioni, sia in materia di contribuzione finanziaria». Ed ha aggiunto: «lavoriamo ad un accordo operativo che potrebbe farci avanzare rapidamente verso un accordo giuridicamente vincolante che resta il nostro obiettivo».

Anche a Copenhagen, al termine della prima giornata di lavori a porte chiuse dei ministri dell'ambiente di 44 paesi, la portavoce del commissario europeo all'ambiente, Barbara Helfferich, pur riconoscendo «che i tempi ormai sono stretti e non sarà possibile mettersi d'accordo su un trattato internazionale dettagliato e completamente finito a Coopenhagen» ha tuttavia spiegato che «l'obiettivo finale resta un accordo robusto e operativo che possa aprire la strada a quel trattato internazionale da finalizzare rapidamente subito dopo il raggiungimento dell'accordo».

Quindi se anche mancheranno i dettagli a Copenhagen si fisseranno i punti salienti, che è molto di più del paventato accordo politico.
Gli elementi cui sta lavorando in queste ore l'Europa hanno come obiettivo quello di raggiungere un accordo che fissi un termine per la finalizzazione dei negoziati per un trattato legalmente vincolante che avrebbe come obiettivo di limitare l'aumento della temperatura a 2 gradi. E questo, il più presto possibile nel 2010.

Ma per dare prova della buona volontà e della fiducia reciproca, l'accordo dovrebbe già contenere impegni e azioni concrete quantificando la riduzione delle emissioni e il contributo finanziario. E per non perdere un tempo prezioso si punta anche a trovare un' intesa su un avvio rapido dell'applicazione dell'accordo e quindi delle azioni e dei finanziamenti previsti.

In realtà anche in Cina non si respira questa aria di debacle, almeno da quanto ha affermato ieri il direttore generale del dipartimento del cambiamento di clima, Gao Guangsheng, parlando alla Commissione di riforma e di sviluppo nazionale. «La Cina- ha detto Gao Guangsheng- porterà avanti le trattative in base al protocollo di Kyoto, ovvero obiettivi comuni e responsabilità differenziate» e ha aggiunto che «osservando ora il progresso delle trattative la Cina è ancora piena di speranza circa la riunione a Copenhagen» per il cui successo, ha detto «stiamo mettendo il nostro massimo sforzo».
Un impegno che è stato ribadito oggi stesso alla stampa cinese dai due presidenti Hu Jintao e Barak Obama, dichiarando che Cina e Stati Uniti sono pronti a lavorare insieme perché il vertice di Copenaghen, previsto in dicembre, abbia risultati positivi. «Il presidente Obama ed io abbiamo deciso di allargare la cooperazione sino-americana nei settori del cambiamento climatico, dell'energia e dell'ambiente» ha dichiarato alla stampa il presidente cinese al termine della sua intervista con il suo omologo americano Barack Obama. La Cina e gli Stati Uniti coopereranno con tutte le parti interessate sulla base del principio sancito dal protocollo di Kyoto «dell'obiettivo comune ma con responsabilità differenziate» ha detto Jintao e sulla base delle loro capacità «per fare in modo che il vertice sul cambiamento climatico di Copenaghen abbia risultati positivi».

Torna all'archivio