[16/11/2009] News toscana

Due imprenditori fiorentini su tre chiedono nuove strade? Peccato che nessuno gliel'abbia chiesto...

FIRENZE. Secondo l'indagine "I servizi dei comuni, la percezione delle imprese" condotta dall'istituto Freni per Confindustria Firenze, pubblicata il 12 novembre e di cui ha ampiamente parlato la stampa locale, «si evidenzia una crescente e diffusa difficoltà di rapporto tra il mondo delle imprese della provincia di Firenze e la Pubblica Amministrazione; gli imprenditori, infatti, in larga prevalenza, tendono ad esprimere una valutazione di insufficienza per le infrastrutture nei comuni in cui si sono insediati».

E, tra gli svariati ambiti in cui gli imprenditori esprimono insoddisfazione, spicca (apparentemente) la valutazione riguardo alla dotazione di infrastrutture viarie nel territorio provinciale: si rileva infatti, «a fronte di elementi di attrazione del territorio legati alla centralità della posizione geografica ed alla prossimità di grandi arterie di comunicazione», una «forte insoddisfazione per il mancato sviluppo delle infrastrutture viarie che procedono ad una velocità diversa rispetto allo sviluppo delle attività economiche sul territorio».

In realtà, dalla lettura dell'indagine emerge che l'insoddisfazione per quello che viene chiamato "mancato sviluppo delle infrastrutture viarie" è in realtà da intendersi come generale "insoddisfazione per il traffico/viabilità", poichè in tutte le domande che, nell'ambito della ricerca, sono state poste agli imprenditori e che riguardavano il giudizio sullo stato delle infrastrutture stradali, le questioni "traffico" e "viabilità" erano sempre appaiate.

Se ne deduce che il modo in cui vari organi di stampa hanno presentato i risultati della ricerca (molti hanno parlato di "2 imprese fiorentine su 3 che chiedono nuove strade") è da considerarsi inesatto, poiché in realtà il dato che emerge dalla ricerca riguarda il fatto che il 65% degli imprenditori della provincia, alla  domanda "lei si ritiene personalmente soddisfatto per la situazione in materia del traffico/viabilità nei pressi dell'azienda?" ha risposto (vedi immagine) di ritenersi "poco" o "per niente" soddisfatto per quanto riguarda il traffico di autoveicoli, mentre questo valore sale al 70% considerando il traffico di veicoli pesanti.

Ovviamente sapere che 2 imprenditori su 3 ritengono inaccettabile la situazione del traffico vicino alla propria azienda (peraltro un'analoga indagine nel 2004 aveva indicato un valore ben minore - 60% circa - di insoddisfatti) è un dato interessante e che merita ulteriore riflessione da parte degli analisti e attenzione da parte dei decision makers, ma è cosa ben diversa dal dato relativo alla sola richiesta di nuove infrastrutture viarie, dato che non è ricavabile dalla domanda citata.

Di "grado di soddisfazione per le infrastrutture provinciali" si legge invece in un'altra domanda, tramite la quale è stato chiesto all'imprenditore di dare un voto alla dotazione infrastrutturale (attenzione: infrastrutturale, non viaria) del suo territorio: e, se i dati indicano effettivamente una generale insoddisfazione (in particolare nel distretto Firenze sud - comuni di Barberino Val d'elsa, Greve in Chianti, Impruneta, San Casciano, Tavarnelle - dove i giudizi al di sotto della sufficienza raggiungono il 75%), va comunque detto, anche qui, che sembrano sussistere delle divergenze tra il modo in cui vengono presentati i dati e l'effettivo rilevamento avvenuto: in alcune parti dell'indagine i dati (spiccatamente negativi) relativi al "giudizio sulle infrastrutture nella loro globalità" vengono discussi come se fossero riferiti alle sole infrastrutture viarie.

Insomma, nel corso dell'indagine, a quanto sembra, a nessun imprenditore è stato chiesto di esprimere un parere sul fatto che "servano o meno nuove strade", mentre sono stati richiesti giudizi su "stato del traffico/viabilità", "manutenzione strade", "disponibilità parcheggi" e in generale un giudizio sul generale stato delle infrastrutture del proprio territorio.

Eppure, come detto, in varie parti del rapporto sull'indagine si parla dell'insoddisfazione degli imprenditori per il mancato sviluppo delle infrastrutture viarie, come nella già citata parte, ripresa dal sommario esecutivo, dove si parla di «forte insoddisfazione per il mancato sviluppo delle infrastrutture viarie che procedono ad una velocità diversa rispetto allo sviluppo delle attività economiche sul territorio».

Qualcosa non torna, insomma. O tutti gli imprenditori della provincia di Firenze commettono il madornale errore di ritenere che la parola "infrastruttura" sia sinonimo di "strada/autostrada" (e la cosa sembra alquanto improbabile), oppure sono da evidenziare delle discrepanze tra i dati disponibili e il modo in cui sono presentati: per un chiarimento a questo riguardo, abbiamo contattato il titolare dell'istituto Freni, Vincenzo Freni, che ha spiegato come «la domanda "lei ritiene che servano nuove strade" non è stata posta agli intervistati: il giudizio che si dà in alcune parti dedicate al commento dei dati deriva dal confronto con il 2004, in cui la soddisfazione degli imprenditori per lo stato del traffico/viabilità era maggiore. Inoltre, anche se nelle parti a risposta "chiusa" non si chiedeva se servissero nuove strade, in molti suggerimenti che gli intervistati hanno aggiunto a domande "aperte" si chiedevano proprio nuove infrastrutture stradali».

«In generale - prosegue Freni - ho visto il lancio Ansa con cui è stata presentata la notizia della pubblicazione del rapporto, e devo dire che l'impostazione mi è sembrato un po' troppo critica: il rapporto era inteso come un confronto, come un modo cioè di cercare una strada per ottimizzare il rapporto tra industriali e Pubblica amministrazione, più che per presentare critiche alla politica».

«Comunque - conclude - devo dire che personalmente non ritengo che ci vogliano tanto "nuove strade", quanto più un miglioramento della segnaletica, della manutenzione e una migliore gestione dell'enorme quantità di Tir che ci sono sulle nostre strade e che spesso parcheggiano, anche in autostrada, dove capita: questo è un grosso problema, e infatti il valore di insoddisfazione delle imprese stesse riguardo ad esse è più alto».

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