[20/07/2009] News

Solo le aree protette salveranno i delfini del Gange

LIVORNO. Secondo il rapporto Iucn "Protection of endangered Ganges River dolphins in the Brahmaputra River, Assam, India" gli hotspot dei delfini del Gange (Platanista gangetica gangetica) nel bacino fluviale del Brahmaputra devono essere immediatamente protetti se si vuole salvare questo cetacei che secondo una ricerca svolta dal Sir Peter Scott fund project dell'Iucn sarebbero ridotti ormai a circa 2.000 esemplari nell'immenso sistema fluviale del Gange-Brahmaputra-Meghna Karnaphuli che si sviluppa tra India, Nepal e Bangladesh.

Il project leader Abdul Wakid sottolinea che «La nostra ricerca dimostra che l'uccisione accidentale attraverso attività di pesca "by-catch", seguita dal bracconaggio per l'olio, sono le principali minacce per i delfini del sistema fluviale del Brahmaputra sistema. Il loro habitat è anche degradato dalle attività umane. Las costruzione di dighe e una proposta di indagini sismiche nel fiume Brahmaputra sono altre potenziali minacce».

Il progetto, finanziato dalla  Fondation Ensemble, si è reso necessario per aver dati certi sulla popolazione dei delfini del Gange dopo che la Oil India Ltd ha chiesto di poter avviare prospezioni petrolifere nel letto del Brahmaputra, con l'utilizzo di aria compressa ed esplosivi. La ricerca ha individuato come la migliore strategia per tutelare i delfini l'istituzione di 8 aree protette lungo il fiume, in zone che ospitano le più numerose comunità di delfini.

Gill Braulik, del Cetacean specialist group dell'Iucn, spiega che  «Il fiume Brahmaputra è molto importante per questi habitat dei delfini in pericolo. Per proteggerli è di vitale importanza che coinvolgiamo le comunità locali del fiume. In alcuni luoghi, come nel settore del fiume  Kuls Kukurmara, ad esempio, i delfini sono una attrazione turistica grazie alla protezione da parte delle comunità locali. Ma in altri settori, i delfini vengono  accidentalmente ucciso dalle reti da pesca o sono deliberatamente catturati e talvolta uccisi per il loro olio».


Per questo il progetto Iucn ha realizzato 32 campagne di sensibilizzazione lungo la valle del Brahmaputra, ponendo l'attenzione sulle comunità di pescatori nelle zone circostanti gli hotspot dei delfini.  Il delfino del Gange vive principalmente nel sistema fluviale del Gange-Brahmaputra in India e in Bangladesh. La ricerca si è sviluppata lungo 1.044 km del bacino del Brahmaputra, soprattutto in Assam e anche nell'Arunachal Pradesh, due stati indiani del nord-est al confine con il Bangladesh.  

Le testimonianze degli anziani delle comunità locali confermano che solo 30 anni fa i delfini erano la mega-fauna acquatica più comune nel bacino del Brahmaputra.  Un'indagine condotta nel 2005 nello stesso tratto di fiume registrò una popolazione di 250 delfini del Gange che sono considerati come specie minacciata di estinzione e che negli ultimi 50 anni hanno visto declinare la loro popolazione di almeno il 50% e il trend previsto per il futuro è ancora più drammatico.

I delfini sono già scomparsi da molti affluenti dei due fiumi più grandi e le loro popolazioni sono ormai isolate e frammentate dalla costruzione di dighe mentre il loro habitat è sempre più compromesso dai prelievi di acqua a scopo irriguo. La popolazione della sottospecie di delfini del Brahmaputra è di grande importanza perché il fiume è ancora meno compromesso del Gange, per questo le prospezioni petrolifere potrebbero avere un effetto potenzialmente disastroso per il fiume e quindi per i delfini.

Sono stati censiti 264 delfini: l'80,3% Brahmaputra, l'11% nel fiume Kuls e l'8,7% nel fiume Subansiri. Nel Brahmaputra la densità di delfini sarebbe 0,24 per km, nel Kuls 0,40 / km, e nel Subansiri 0,24 / km. Il delfino del Gange avrebbe immersioni che in media durano 107,3 secondi e emersioni rapidissime di 1,26 secondi.

Il delfino del Gange è una delle quattro specie di delfini fluviali. «Nel XIX secolo - si legge nel rapporto - i delfini erano abbondanti in tutto l'areale di distribuzione, tuttavia, l'areale e l'abbondanza di questa specie sono nettamente diminuiti nel corso degli ultimi 100 anni e la lista rossa Iucn ha rivisto il suo stato da Vulnerabile (Klinowska 1991) a in via di estinzione (Iucn 1996)».

Torna all'archivio