[13/11/2009] News

Il Messico si candida ad ospitare la Conferenza climatica del 2010 se fallirà Copenhagen

LIVORNO. Gli uccelli del malaugurio cominciano a volare alti nel cielo di Copenhagen: il ministro dell'ambiente messicano, Juan Rafael Elvira Quesada, ha detto che «Il Messico potrebbe accogliere una conferenza suscettibile di sfociare in un accordo che rimpiazzi il Protocollo di Kyoto se la conferenza sul cambiamento climatico a dicembre non perverrà a questo risultato. Se Copenhagen fallirà l'obiettivo e il Messico sarà scelto come ospite per il 2010, può essere che sarà il luogo dove verrà presa la decisione».

Quesada fa sponda alla posizione statunitense, punta ad un accordo politico di massima a Copenhagen che rinvii le decisioni concrete di un anno, spostando la conferenza in campo amico, ai confini con gli Usa e lontano dalle "fughe in avanti" della troppo virtuosa Unione europea.

Il Messico, con la sua posizione "mediana" ma già impegnato in politiche "volontarie" di riduzione dei gas serra, potrebbe essere il luogo dove far decantare lo scontro che oppone i Paesi sviluppati ad altri gruppi capeggiati dal G77 + Cina che non sono disposti a prendersi impegni vincolanti senza che i Paesi industrializzati si assumano impregni preliminari di tagli delle emissioni dal 25 al 40%.

La candidatura del Messico si fa forte della proposta del suo presidente Felipe Calderon, che ha proposto il  piano "green found"  che prevede che le nazioni ricche creino un fondo di 10 miliardi di dollari gestito dalla Banca mondiale che finanzi I Paesi in via di sviluppo in base alle riduzioni di CO2 che attueranno.

Mentre il Messico gufa per un fallimento a Copenhagen, un sempre preoccupato segretario generale dell'Onu lancia l'ennesimo appello perché tutti i Capi di Stato e di governo partecipino alla Conferenza Unfccc di Copenhagen.

Ban Ki-moon, che sulla riuscita del summit climatico ha investito tutto il suo prestigio, ha rilanciato l'invito  che il primo ministro danese Lars Lokke Rasmussen ha indirizzato ieri ai Capi di Stato e di governo a partecipare il 17 e 18 dicembre alla chiusura del summit di Copenhagen per firmare quell'accordo che i messicani (e non solo) danno già per fallito.

Ben Ki-moon é convinto che «Un coinvolgimento diretto dei Capi di Stato e di governo sia cruciale perché I governi concludano un accordo sulle questioni chiave al centro dei negoziati mondiali sul cambiamento climatico. E' essenziale mantenere lo slancio politico proveniente dal più alto livello e da tutti I settori della società». E rispondendo indirettamente ai nuovi e vecchi avvoltoi che sperano in un fallimento, si è dichiarato «Ottimista sulla possibilità di arrivare ad un accordo ambizioso, giusto ed efficace a Copenhagen».

Un sostegno gli è arrivato dall'Unione europea e dalla Communauté économique des Etats d'Afrique de l'ouest (Cedeao) che hanno chiesto ai Paesi industrializzati di aiutare i Paesi in via di sviluppo dell'Africa occidentale ad adattarsi alle conseguenze nocive ed inevitabili dei cambiamenti climatici.

Il comunicato finale della sedicesima riunione ministeriale Ue-Cedeao chiede ai Paesi ricchi di «Continuare a rispettare i loro impegni riguardo alla riduzione delle emissioni di gas serra a medio e lungo termine ed a prendere disposizioni riguardanti il rafforzamento delle capacità, i finanziamenti e la tecnologia». Ue e Cedeao «Riconoscono le importanti implicazioni che il cambiamento climatico avrà sulla sicurezza alimentare ed accolgono l'iniziativa europea di dialogo con le principali Parti, al fine di determinare i possibili settori di cooperazione».

Il ministro degli esteri svedese Frank Belfrage, che ha co-presieduto il summit Ue.Cedeao con il ministro degli esteri della Nigeria Bagudu Hirse, ha detto che «L'Ue apprezza specialmente il livello avanzato dei preparativi del Cedeao per adottare un programma di azione regionale mirante a ridurre la vulnerabilità al cambiamento climatico nella sub-regione. L'Ue ha ugualmente accolto gli sforzi del Cedeao per istituire un mercato dell'energia e dell'elettricità, sottolineando che il partenariato internazionale recentemente avviato sulla cooperazione legata all'efficienza energetica (Ipeec), così come l'Agenzia internazionale per l'energia rinnovabile (Irena), potranno giocare un ruolo importante nel rafforzamento della cooperazione sull'efficienza energetica e l'energia rinnovabile». Forse, tra tanti corvi, qualche colomba continua a volare ancora con nel becco un ramoscello di ulivo per Copenhagen.

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