[05/11/2009] News

Crisi e ciclo dei rifiuti, Caramassi (Revet): «Riallineare i flussi finanziari con i flussi di materia»

LIVORNO. «Se non saranno messi in atto rapidi e concreti interventi correttivi, gli effetti dell'attuale crisi economica rischiano di far inceppare il ciclo di raccolta e recupero rifiuti». E' l'allarme lanciato da Fise Unire, l'associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti, durante la presentazione della decima edizione dello studio "L'Italia del recupero". Iniziamo oggi un giro di interviste ad attori  che operano nel mondo dei rifiuti, partendo da Valerio Caramassi, presidente di Revet, azienda che raccoglie, selezione e avvia al riciclo il multimateriale di molti Comuni della Toscana 

E' davvero così pesante la situazione?

«Sì. E la crisi economica che riguarda il manifatturiero (ovvero l'industria che trasforma le materie prime) non allenterà il morso in pochi mesi. Giusto o sbagliato che sia, tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che non si potrà tornare ai volumi prodotti prima di quattro-sette anni».

Come ci si è arrivati?

«Le imprese si stanno ristrutturando per attestarsi a volumi produttivi del 60-70% rispetto al 2007 e ciò comprimerà ancora di più la domanda di materie prime seconde. Nel frattempo le raccolte differenziate non possono che crescere perché, ancora, sono sotto gli obiettivi di legge. E' una forbice che si stringe. Ciò significa al contempo meno contributi e più flussi di materia prima seconda».

Quali sono i concreti interventi correttivi che servirebbero?

«Intanto servirebbe che il sistema (istituzioni, aziende, imprese di recupero, consorzi) cominciasse a pensarsi e ad agire come tale; che la smettesse di chiamare riciclo ciò che è raccolta differenziata; che cominciasse a guardare alla qualità dei materiali in funzione del riciclo; che promuovesse le "filiere corte" territoriali in modo da far toccare con mano ai cittadini che cosa si ri-produce con i loro sforzi per differenziare. Ma, contemporaneamente e immediatamente, bisogna riallineare i flussi finanziari con i flussi di materia. Ovvero, bisogna fare in modo che i Comuni e le loro aziende, vengano supportati finanziariamente altrimenti, appunto, si rischia l'inceppamento».

Fise Unire richiama anche al fatto che "servirebbe una vera politica di green public procurement, che in realtà nel nostro paese non c'è mai stata" per avviare una vera cultura del riciclo. é d'accordo? E come potrebbe essere sollecitata?

«Basterebbe fare quello che c'è scritto nelle leggi che, voglio sottolineare, in Toscana sono anche più stringenti e prevedono anche sanzioni. Leggi e sanzioni che nessuno si sogna di rispettare e/o di far rispettare. E' l'ennesimo esempio che lo stato di diritto vale per qualcuno mentre per qualche altro vale lo stato del... rovescio. Ma... questa è la normalità di questo Paese. Purtroppo».

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