[04/11/2009] News

L'intermodalità chiede un 'bonus ferro' al Governo che risponde: incentivi dallo scudo fiscale...

GROSSETO. In assenza di immediati interventi del Governo a sostegno dell'intermodalità, Freight Leaders Council (Flc), l'associazione che riunisce i maggiori operatori del trasporto merci (da Dhl a Eni, da Ibm Italia a Procter&Gamble, da Rfi a Trenitalia, da Autostrade per l'Italia a Tirrenia), lancia l'allarme che vi possa essere il «concreto rischio di una desertificazione dei servizi di trasporto combinato nel nostro Paese» e di un «ulteriore abbattimento della quota di trasporto intermodale e combinato».

L'associazione  ha incontrato ieri il sottosegretario ai Trasporti, Mino Giachino, e gli ha sottoposto uno studio elaborato da un apposito gruppo di lavoro, da loro messo in piedi, che esamina nel dettaglio la situazione attuale e propone una serie di misure di sostegno a favore del settore.

Il documento presentato da Flc - secondo quanto riportato dall' agenzia Agi -parte da tre presupposti: le ricadute positive che vi sarebbero sull'ambiente, sulla sicurezza, sull'economia, e sull'occupazione dalla logistica di trasporti  combinata strada-ferrovia-mare; la situazione di squilibrio che vede attualmente il trasporto stradale e quello marittimo sovvenzionati dallo Stato;  il quadro europeo in cui sono cospicui i contributi pubblici al trasporto ferroviario, che  vanno dai 12 milioni di euro l'anno dell'Ungheria ai 160 della Svizzera.

Sulla base di questi presupposti Flc propone di adottare subito, fin dal 2010, un modello di contributi simile a quello in vigore in Svizzera, che prevede l'erogazione in relazione alla singola unità di carico trasportata; questo contributo è costituito da una quota fissa, correlata ad ogni nuova unità di carico indirizzata al trasporto su ferro, ed una quota variabile legata alla percorrenza della unità stessa in territorio nazionale.

Il gruppo di lavoro che ha elaborato la proposta per Flc ha anche fatto una prima stima dell'ammontare complessivo che sarebbe necessario per tale contributo, che si attesta intorno ai 121 milioni di euro e che andrebbe  inserita in un quadro di interventi programmatici coordinati.

Il documento di Flc raccomanda anche di erogare il contributo direttamente all'operatore alla cui sfera decisionale è legata la scelta della modalità di trasporto della merce. Il contributo non dovrebbe riguardare il costo della tratta (o delle tratte) compiuta tramite mezzi su gomma e inoltre dovrebbero essere individuate procedure di accertamento delle condizioni, il più semplici possibile.

Si raccomanda anche  di evitare forme di erogazione "a pioggia", con benefici che tendano a ricadere indistintamente su tutti i segmenti del trasporto combinato e di quello intermodale.

Positiva la risposta da parte del sottosegretario ai Trasporti, Mino Giachino, che ha dichiarato che è intenzione del ministro Altero Matteoli «attivare fin dal 2010 il "ferro-bonus", gli incentivi al combinato ferroviario, per trasferire quote di merci dalla strada alla ferrovia».

Nel delineare la situazione di congestione del traffico che - ha detto il sottosegretario Giachino- «incide più del doppio della media europea e da sola ci costa almeno 2 punti di Pil»  ha anche sottolineato che «gli incentivi ‘ferro-bonus' promessi dal ministro Matteoli e il rifinanziamento anche per il 2010 delle ‘autostrade del mare' che proprio questo Governo ha avuto il merito di sbloccare sono importantissimi, perchè l'Italia è il Paese europeo che ha più bisogno di intermodalità».

L'azione comune  dai porti agli interporti, dalle autostrade alle società di logistica per migliorare l'efficienza logistica del Paese del 10% l'anno, potrebbe far recuperare-secondo Giachino «quasi mezzo punto di Pil».

Riguardo ai tempi, alle procedure normative e alla copertura finanziaria, il sottosegretario ha precisato che il "ferro-bonus" sarà inserito nella legge finanziaria per il prossimo anno, attraverso un emendamento in corso di predisposizione da parte del governo e «la copertura è stata già individuata, destinando a questa misura una quota delle risorse che saranno recuperate con il provvedimento del cosiddetto scudo fiscale».

Scudo fiscale che rischia di diventare però la fonte dove attingere per qualsiasi misura, un po' come il tesoretto di recente memoria.

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