[30/10/2009] News toscana

Domani "No nuke day" a Montalto. D'Angelis: «La Toscana ha gią detto no al nucleare»

GROSSETO. Il 31 ottobre il popolo antinucleare si ritrova a Montalto di Castro per un "No nuke day" che vuole essere la prima tappa per lanciare un'opposizione al "rinascimento" nucleare di Scajola e Berlusconi, un no che è già maggioritario nei sondaggi e che vuole ritornare sul "luogo del delitto", li dove cominciò il movimento contro il nucleare italiano e dove rischia di ricominciare la corsa.

"Un nuovo reattore nucleare, anzi due? No grazie due volte!", sarà sotto questo slogan che marceranno i manifestanti che Legambiente e il comune di Montalto di Castro si augurano siano molti. Punto di ritrovo sarà piazza Matteotti, a Montalto di Castro, alle ore 9,00. Durante la mattinata, che andrà avanti fino alle ore 14,00, sarà possibile visitare stand sulle energie rinnovabili, prendere parte a laboratori sull'educazione ambientale e assaggiare prodotti di grande qualità delle aziende del territorio. Alle ore 11,00, invece, si aprirà il dibattito sul tema del nucleare. Sono, naturalmente, invitate tutte le persone che vorranno partecipare alla manifestazione e assistere al dibattito sul nucleare.

«Scopo dell'iniziativa, animata da spazi espositivi, laboratori di educazione ambientale e momenti di approfondimento con le istituzioni, e a cui tutti i cittadini sono invitati a partecipare, sarà costruire insieme una mobilitazione forte e partecipata a favore di un sistema energetico moderno, pulito, sicuro - spiega Legambiente - Montalto di Castro sarà la prima tappa della mobilitazione di Legambiente contro il paventato ritorno al nucleare. La cittadina dell'Alto Lazio, infatti, per caratteristiche ambientali, densità abitativa, disponibilità di acqua e di reti elettriche, viene indicata, da indiscrezioni apparse sulla stampa nazionale, tra i siti candidati ad ospitare una centrale nucleare. In realtà, si tratterebbe di riprendere il vecchio progetto dell'impianto già previsto i cui lavori furono invece fermati a seguito dell'enorme mobilitazione dei cittadini e del referendum popolare del 1987, con cui gli italiani si dichiararono contrari all'energia atomica. Un progetto che non funzionò allora, ma che il governo vorrebbe riproporre oggi».

Mentre si manifesta in Maremma una delegazione di Legambiente andrà in Bielorussia, il Paese del disastro nucleare di Chernobyl dopo il quale un referendum decise di dire NO dell'Italia al nucleare, per programmare le attività di solidarietà nei confronti dei bambini di Chernobyl tramite il Progetto Rugiada, un soggiorno in una struttura ecosostenibile della Bielorussia in una zona non contaminata, creato dall'associazione del cigno. «Ancora oggi - spiega il grossetano Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente - oltre 6 milioni di persone vivono nelle aree contaminate di Chernoby, sottoposte a gravi rischi sanitari, e il reattore esploso ventitre anni fa non è stato ancora messo in sicurezza e continua a rappresentare una vera e propria bomba a orologeria. La realizzazione di due reattori a Montalto di Castro rappresenterebbe senza dubbio per la Maremma toscana e laziale una decisione ad altissimo rischio per le popolazioni residenti oltre che una vera e propria minaccia per l'economia e il turismo. "A dimostrazione di ciò occorre evidenziare la contrarietà di questa scelta sia da parte della cittadinanza sia delle istituzioni e aziende del territorio».

Alla manifestazione No Nuke parteciperà anche Erasmo D'Angelis, presidente della Commissione territorio e ambiente della regione Toscana, che spiega: «Da Montalto di Castro, domani ricomincia la nostra battaglia contro il nucleare. Non accetteremo l'esproprio di democrazia e l'imposizione dall'alto, come prevede la Legge 89 del 23 luglio scorso impugnata dalla Regione Toscana davanti alla Corte Costituzionale che autorizza il Governo a localizzare le aree destinate ad ospitare nuovi impianti nucleari e depositi di scorie radioattive. Se il centrodestra prefigura un Paese dove al consenso democratico si sostituisce l'intervento dell'esercito, in Toscana troveranno la più ferma opposizione popolare e istituzionale per affermare la democrazia e la qualità dei nostri territori. Il Governo Berlusconi vorrebbe trasformare l'Italia nell'unico Paese industrializzato che anziché puntare seriamente sulle energie rinnovabili, acquista le centrali-bidone francesi di vecchia generazione, da costruire nel territorio di qualche imprecisato Comune. Visto che circolano, come aree possibili, anche siti in qualche isola dell'Arcipelago Toscano, a Montalto di Castro e in Maremma, il ministro Scajola chiarisca se sono vere queste indiscrezioni. Ma in ogni caso la Toscana, nel suo Piano energetico, ribadisce il no al ricorso all'energia nucleare e garantisce la sicurezza energetica con il ricorso massiccio alle rinnovabili per coprire il 50% del fabbisogno elettrico (oggi al 27%, grazie soprattutto alla geotermia) e al metano».

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