[26/10/2009] News

San Pietroburgo passa al Led putiniano

LIVORNO. L'ex Leningrado ritornata ad essere San Pietroburgo, sta passando ad un'illuminazione pubblica totalmente a diodi elettroluminescenti (Led) ed altre grandi e medie città russe contano di seguire il suo esempio. Il vice-premier russo Sergei Ivanov ha spiegato che «Il passaggio integrale alle lampade Led basate sulle nanotecnologie permetterebbe di ridurre della metà il budget delle città dedicato all'illuminazione delle strade e degli edifici. Circa il 30% delle spese per l'elettricità del Paese sono dedicate all'illuminazione urbana».

San Pietroburgo sembrerebbe essere ancora una volta la città russa che inizierà una nuova rivoluzione: entro qualche anno tutta l'illuminazione pubblica sarà Led, con un investimento di 4 miliardi di rubli. Ad assicurarsi questo grosso appalto sembra essere destinata la società Svetlana-Optoelektronika, il più grande produttore di Led in Russia, che dovrà realizzare il progetto in 3 o 4 anni.

Come sempre succede in Russia, dietro un grande affare c'è sempre la mano dell'oligarchia statale putiniana che controlla il Paese. Come spiega Ria-Novosti: «Svetlana-Optoelektronika è detenuta al 30% dalla società Svetlana ed al à 20% s dal suo ex direttore Gueorgui Khije. Ma il più grosso azionista è il trust Rossiiskaya elektronika, che fa parte della holding pubblica Rost ekhnologuii».

II governatore aggiunto di San Pietroburgo, Mikhaïl Osseïevski, ha dichiarato alla stampa che «La proposta di realizzare questo passaggio dell'illuminazione pubblica a Led, é stata fatta dalla società pubblica Rostekhnologuia (che controlla la fabbrica della Svetlana, ndr) . Per assicurare il ritorno degli investimenti di questa società, si continuerà a prevedere sul bilancio municipale l'ammontare netto delle somme concesse oggi per l'illuminazione delle strade, la differenza (le economie realizzate) dovranno andare nel portafoglio degli investimenti. San Pietroburgo sarà così in grado di rimborsare la holding pubblica Rostekhnologuia nello spazio di 3 o 4 anni».

Attualmente l'illuminazione pubblica nell'ex Leningrado è gestita dalla società pubblica Lensvet e conta 167.000 punti luce equipaggiati con lampade al sodio. La commessa di San Pietroburgo dovrebbe rilanciare anche l'attività della Svetlana che attualmente produce solo una trentina di migliaia di Led o per un mercato russo molto poco interessato a questa tecnologia, molto meno della sua capacità produttiva di centinaia di migliaia di pezzi.

Al di là dei giochetti pubblico-privati del potere locale putiniano (dei quali ormai in Russia non si meraviglia più nessuno), San Pietroburgo dovrebbe risparmiare un bel po' sul miliardo di rubli che spende ogni anno per l'illuminazione pubblica, al quale occorre aggiungere almeno altri 20 milioni di rubli per manutenzione e sostituzione.

Secondo gli amministratori «L'illuminazione a Led permetterà alla città di diminuire da 2,7 a 3,5 volte il suo consumo di elettricità in rapporto alle tecnologie impiegate attualmente. Così bene che è perfettamente realistico pensare di poter ammortizzare gli investimenti in 3 o 4 anni».

Non ne è convinto Sergei Rybalov, direttore della più grande fabbrica russa di lampade al sodio: «L'illuminazione a Led é una tecnologia del futuro. Per ora, l'introduzione di questa tecnologia costa troppo cara e tecnicamente non è soddisfacente. Tutto questo quindi non è giustificato».

Il municipio di San Pietroburgo non ha ancora chiesto a Lensvet di sostituire le lampade al sodio con i Led, sta invece sperimentando l'installazione della nuova illuminazione in un quartiere e probabilmente sulla rete dell'illuminazione stradale "abbandonata".

Per quanto riguarda invece l'illuminazione casalinga, la Russia prevedeva di iniziare dal 2011 la sostituzione graduale delle lampadine ad incandescenza con quella a basso consumo, ma ora ha spostato la data al 2013.

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