[23/10/2009] News toscana

L'Ispra lancia l'Sos dune (anche per quelle toscane) e rilancia la Charta di San Rossore

LIVORNO. Oggi a Roma il dipartimento difesa della natura - Servizio parchi e pianificazione territoriale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e il Coordinamento delle associazioni tecnico-scientifiche per l'ambiente e il paesaggio (Catap) hanno organizzato un convegno per discutere dello stato delle dune costiere italiane che «sono uno degli ecosistemi più delicati in natura, eppure risultano tra i meno protetti in assoluto. Nel corso di un secolo le dune costiere in Italia hanno perso l'80% della superficie iniziale passando da circa 35-45 mila ettari a 7-9 mila. In tutto il Paese sono rimasti solo 330 chilometri di dune non antropizzate, sui quali non c'è stato finora nessun intervento umano; il dato è pari ad appena l'8,6% del totale della costa interessata».

L'impegno a salvaguardare di più e meglio le dune è stato sancito con l'adesione alla "Charta di San Rossore" per avviare una strategia comune di protezione e conservazione.

Il nostro Paese ha molti sistemi dunali famosi: da quello di Piscinas in Sardegna, le più alte d'Europa, patrimonio dell'Umaniotà dell'Unesco, a Monte Russu, vicino a Santa Teresa di Gallura, a quelle dell'Oasi di Vendicari, in Sicilia. Ma sono importanti anche gli ultimi brandelli di ecosistema dunale che resistono in lughi a forte impatto turistico, come le dune di Lacona, all'Isola d'Elba, ultimo relitto delle dune dell'Arcipelago toscano.

Proprio per parlare della protezione delle dune di Lacona è intervenuta al convegno Franca Zanichelli, la direttrice del parco nazionale dell'Arcipelago toscano, che ha illustrato la loro importanza ed un progetto di acquisto, con un sistema di quote, dell'area centrale delle dune che è privata ed in vendita nonostante sia compresa in un'area protetta e sia considerata di grande importanza nazionale.

Ma il parco (e a quanto pare il ministero) non hanno un euro, così si sta pensando ad una specie di fondazione "di scopo" alla quale dovrebbero contribuire associazioni, imprenditori e cittadini, per l'acquisto di metri quadri delle dune di Lacona che alla fine, costituito un mosaico di pezzetti di dune verranno donate al parco.

Antonio Perfetti, del parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli ha invece parlato delle esperienze di conservazione attiva alla creazione di un network italiano per la gestione degli ecosistemi dunali costieri: la proposta della "Charta di San Rossore".

L'Ispra sottolinea che «Salvare le dune è particolarmente urgente e prioritario per il bene delle nostre coste» e cosa si può fare concretamente l'Istituto lo ha dimostrato oggi con la presentazione del Rapporto tecnico Ispra "Il ripristino degli ecosistemi marino costieri e la difesa delle coste sabbiose nelle Aree protette" che documenta quel che è stato realizzato in 35 zone dove sono stati già eseguiti interventi di ripristino delle coste sabbiose, utilizzando quasi esclusivamente sistemi di ingegneria naturalistica.

E' stato anche illustrato il funzionamento della banca dati Sara (Sistema Agenziale e Risanamento Ambientale), in grado di fornire uno strumento operativo necessario alla conoscenza prima e all'utilizzo poi delle specie autoctone italiane in opere di risanamento e rinaturazione degli ambienti dunali.

«Nel Lazio - spiega l'Ispra - gli interventi hanno fermato l'erosione delle spiagge del Circeo in modo naturale: anziché costruire sbarramenti in mare contro la forza delle onde, è stata riportata la sabbia sulle dune e poi favorita la ricrescita di 40 mila piante, grazie ad un sistema di incannucciate frangivento. Il sistema delle canne ha permesso la ricrescita delle piante di ammofila anche sulle dune di Vendicari (Sr) e ne ha consentito così la conservazione. La vegetazione ha un ruolo fondamentale nella formazione delle dune perché frena il vento e consolida la sabbia. Altre dune salvate sono quelle di Campomarino in Puglia e di Lesina, alle porte del Gargano, recuperate al degrado grazie al posizionamento di sacchi di sabbia a ricostruire la forma originaria delle dune stesse. Presentare gli interventi realizzati in Italia significa proporre e suggerire una gestione razionale ed ecocompatibile del patrimonio dunale. Proteggere le dune non significa impedire ai bagnanti l'accesso ai tratti di mare, ma coniugare la fruizione della spiaggia con la protezione contro l'erosione».

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