[23/10/2009] News toscana

Anche il Wwf contro il Water front di Portoferraio

PORTOFERRAIO (Livorno). Dopo il via libera della provincia di Livorno all'intesa preliminare sull'accordo di pianificazione per la variante al Piano Strutturale del Comune di Portoferrraio, per la portualità turistica e la nautica, il cosiddetto Water Front, sulla scrivania di Roberto Peria, il sindaco della giunta Pd e Sinistra Libertà ecologia del capoluogo elbano, son arrivate anche le osservazioni del Wwf Elba che sottolineano aspetti già sollevati da Legambiente ed Italia Nostra e ne pongono altri.

«Innanzitutto - dice Agnese Nannini, presidente del Wwf Elba-Capraia - un progetto di così grande impatto per l'ambiente non può nascere con un "accordo" che raccoglie pareri di massima di Autorità coinvolte nei vari step autorizzativi senza che a fare da supporto a queste decisioni vi siano studi oggettivi su cui basarsi, ma questa è un'anomalia tutta toscana che ha voluto riservare agli accordi di pianificazione progetti di rilevanza ambientale come i porti».

Secondo il Panda isolano la proposta del water front è carente in più punti: «Manca un serio studio delle correnti marine e vi si leggono affermazioni di una superficialità quasi disarmante, ad esempio che all'interno della Rada "il mare è sempre amico" laddove si vuol comprendere nella Rada anche il molo del Grigolo che dovrebbe diventare uno scalo per crociere, un'area già oggetto di erosione costiera e piuttosto esposta ai venti di Nord Est suscettibili di condizionare fortemente la presenza di navi da crociera che hanno un dislocamento piuttosto elevato e quindi risentono dell'effetto dei venti sia in manovra che in attracco; Si dice che il progetto è a irrilevante "pericolosità ambientale" perché nella Rada sono assenti le Posidonie e si basa tale affermazione su studi compiuti dalla soc. Agriconsulting nella preparazione al Piano del Parco dell'Arcipelago, documenti orami vecchi di dieci anni.

Comunque è sfuggito che già quegli studi dichiaravano la presenza di posidonie nella zona di mare di fronte ai Magazzini e questo si legge anche nei contributi all'accordo stesso al punto 4.11; Del tutto negativo è lo spostamento dei depositi di carburante nella zona del fosso della Madonnina: tale area è stata individuata dalla Regione Toscana come area a pericolosità idraulica visto l'ambito del Fosso. Bisogna anche considerare che qualsiasi incidente all'area carburanti così collocata avrebbe effetti devastanti per la piccola zona umida di San Giovanni e per le terme, determinando un danno irreversibile. Peggiore ancora sarebbe la localizzazione lungo la provinciale per Mola: si verrebbe infatti a trovare limitrofo all'area umida Sic di Mola, che - giova sottolinearlo - non è una palude ma un'area umida, già ampiamente sacrificata dalla presenza di reflui fognari e da un cantiere-porto sorto nell'area al di fuori di qualsiasi pianificazione.

Non si comprende l'utilità dell'insediamento residenziale a Punta della Rena, insediamento "in rapporto con l'acqua" (palafitte?). Non si comprende soprattutto la funzione di tale insediamento se non quello di una ulteriore concessione all'edificabilità dei suoli per fini turistico-recettivi: se infatti la zona viene destinata alla presenza di imbarcazioni e panfili le cui dimensioni (si legge nell'Accordo, c.ca 20 mt fuori tutto) forniscono a tali natanti la caratteristica di "casa sul mare", quale sarebbe la necessità di un appoggio a terra?».

Il Wwf boccia anche la piazzola di atterraggio degli elicotteri nella zona di San Giovanni: «Tutta la zona litoranea è fortemente esposta a rischio idraulico; inoltre la piccola area umida prospiciente la Rada , è interessata dalla presenza stanziale di avifauna marina. Incomprensibile peraltro è l'uso che se ne vorrebbe fare di una simile infrastruttura finalizzata alla sola diportistica».

Gli ambientalisti sottolineano anche le contraddizioni esistenti per parcheggi, passeggiata lungomare, pista ciclabile che prolungherebbero il Water Front di Portoferraio oltre il centro storico: «Non si comprende, data la necessità di assicurare la presenza di attività commerciali e di servizi al porto come si legge in altre parti dell'Accordo, dove questi spazi pubblici sarebbero allocati; crediamo che si tratti di previsioni che in fase esecutiva non troveranno alcuna realizzazione per carenza di spazi e che sono state inserite nell'Accordo al solo scopo di pubblicizzarne una certa compatibilità ambientale. Pienamente condivisibile la volontà del Comune di incrementare l'uso di mezzi ecocompatibili mediante la creazione di piste ciclabili, tuttavia si ha presente che tale volontà dovrebbe caratterizzare l'azione del Comune con concreti progetti strutturati che riguardino tutto il territorio comunale e non essere finalizzati alla sola zona portuale, in un intervento che è ancora tutto da definire».

La Nannini fa presente che le opere previste per la realizzazione del Water Front «Prevederanno inevitabilmente il dragaggio dei fondali: nulla si dice circa la destinazione dei residui del dragaggio e l'Associazione teme che si trasformino in un ulteriore deposito come quello dei blocchi antistanti il piazzale Esaom che furono incapsulati in pellicola plastica per impedire la dispersione di polveri e il cui involucro si sta al momento disgregando riproponendo non solo il problema delle polveri, forse dannose per la salute collettiva, ma anche quello della dispersione della plastica e per il quale il Wwf torna con forza a sollecitare la rimozione integrale in tempi brevi».

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