[23/10/2009] News

Scaroni (Eni): ĞL'eccesso di infrastrutture energetiche lo pagheranno i cittadini in bollettağ

GROSSETO. Nell'intervista che Massimo Mucchetti ha fatto a Paolo Scaroni sul Corriere della sera emerge in maniera inequivocabile quanto greenreport ( e non solo) va dicendo da tempo, ovvero che la mancanza di una pianificazione energetica potrebbe avere conseguenze non certo positive per l'economia del paese e per le bollette degli italiani.

Dice Scaroni in risposta a Mucchetti riguardo al fatto che secondo l'Autorità per l'Energia, l'Italia avrebbe bisogno di maggiore gas in offerta per evitare i rischi di black out già costati 100 milioni di euro ai consumatori:
«Guardiamo la realtà: Eni ha sbottigliato i gasdotti che ci legano a Russia, Algeria e Libia aumentando la disponibilità di gas in ragione di 15 miliardi di metri cubi l'anno. Il rigassificatore di Rovigo ne porterà altri 8 miliardi. La domanda italiana è sotto gli 80 miliardi di metri cubi e c'è una potenzialità di offerta di oltre 110 miliardi...».

Quindi la bolla di gas di cui si paventava qualche giorno fa sarebbe già una realtà per Scaroni e quando il giornalista fa presente che alla sua lista si potrebbero aggiungere altre opere programmate o in corso di realizzazione come il metanodotto Galsi che dall'Algeria porterà gas prima in Sardegna e poi approderà in Toscana o il Nabucco tanto per citarne qualcuno, Scaroni risponde:

«I progetti sono progetti, non ancora realtà. Certo, si profila un ingorgo di tubi e un'offerta molto abbondante. Mi auguro che non si verifichi un eccesso di intrastrutture, il cui costo verrà scaricato sulla bolletta degli italiani».

E in pratica mette il dito sul fatto che la mancanza di pianificazione ha fatto sorgere impianti e tubi senza un effettivo criterio legato alle effettive necessità e senza una collocazione ragionata in termini geografici.

Il rischio che questa mancanza di un piano ricada sulla bolletta degli italiani sembra abbastanza scontato, ma così come Scaroni avrebbe potuto segnalarlo prima alle autorità preposte, altrettanto avrebbe potuto fare pressioni affinché l'ingorgo di tubi venisse scongiurato. In fondo è pur sempre l'amministratore delegato di Eni!

 

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