[16/10/2009] News

Dopo il fallimento del 2010 Biodiversity target, chi salverā la biodiversitā?

LIVORNO. Il G8+5 dei ministri dell'ambiente del 2008 a Kobe, in Giappone, annunciò il suo impegno di un "Kobe call for action for biodiversity" e il governo di Tokyo si impegnò per promuovere il "Kobe biodiversity dialogue" un forum globale «Per promuovere lo scambio di informazioni, il dialogo, la discussione, e la collaborazione tra i vari protagonisti, tra i quali governi, imprese, Ong, ricercatori, ed organizzazioni internazionali», con l'obiettivo di le discussioni internazionali relative alla biodiversità, soprattutto sui temi principali all'ordine del giorno della decima Conferenza della parti della Convention on biological diversity (Cop 10 -Cbd) che si terrà a Nagoya, in Giappone, nell'ottobre 2010.

Ad un anno dall'appuntamento di Nagoya, che dovrà fare il punto sul sostanziale fallimento degli impegni per la salvaguardia della biodiversità, il Kobe Dialogue ha preso in esame i risultati della terza conferenza "Business & the 2010 Biodiversity Challenge", della seconda Open science conference diversitas appena terminata a Città del Capo, e dei vari meeting regionali, con l'occhio rivolto alla conferenza sul clima di Copenhagen di dicembre, alla Trondheim biodiversity conference, alla sessione speciale del Governing Council dell'Unep e del Gmef, all'Assemblea generale dell'ONU sulla biodiversità ... ed alle molteplici iniziative internazionali che si susseguono per capire come fermare l'estinzione accelerata delle specie viventi in tutto il pianeta.

La sessione del Kobe biodiversity dialogue che si chiude oggi ha visto la partecipazione di 300 rappresentanti di governi, organizzazioni internazionali, imprenditori, associazioni e scienziati che hanno discusso del futuro della diversità di vita e di come permettere alle generazioni future di godere e beneficiare della natura.

Il Kobe dialogue ha discusso le opzioni post 2010 per gli obiettivi della biodiversità e le conclusioni dello studio "Economics of ecosystem and biodiversity" che viene considerato per la biodiversità quel che é il "rapporto Stern" per il cambiamento climatico.

«Il 2010 Biodiversity Target per ridurre significativamente la perdita di biodiversità entro il by 2010 non é stato raggiunto - dice Jane Smart, direttrice del Biodiversity conservation group dell'Icn - Alv cuni progressi verso tale obiettivo sono stati possibili grazie alla collaborazione con associazioni di categoria ed imprese ed incentivi per la salvaguarda. Nel prossimo decennio dovremo fare molto di più per la biodiversità».

Per questo il comitato Giapponese dell'Iucn ha recentemente organizzato due importanti iniziative:il "2010 Biodiversity Target symposium" di settembre alla Tokyo university e il forum internazionale "One year before COP10-Post 2010 Target and Asian Vision" del 10 ottobre alla United Nations University di Tokyo.

Il Segretario della Cdb Ahmed Djoghlaf ha detto che «Non è sorprendente che, a causa della miopia umana, le specie si stiano attualmente estinguendo fino a 1.000 volte più velocemente del tasso naturale. Nel 2000 rimanevano solo circa il 73% dei livelli originali di biodiversità del mondo. A partire dal 2008, il 38% tutte le specie esaminate sono risultate sotto minaccia di estinzione. Anche tra le specie non minacciate di estinzione, negli ultimi 20-40 anni si è registrata una flessione significativa delle popolazioni o della dimensione dei diversi gruppi più controllati. Il risultato complessivo è che circa il 60% dei servizi offerti dagli ecosistemi esaminati a livello mondiale sono risultati degradati negli ultimi 50 anni. Se i tassi di perdita attuali continueranno, si prevede che una superficie di 1,3 miliardi di ettari in tutto il mondo, circa 1,5 volte gli Stati Uniti, perderà completamente i suoi livelli di biodiversità originaria entro il 2050».

Secondo Joshua Bishop, economista capo dell'Iucn, «I partecipanti al Kobe Biodiversity Dialogue riconoscono la crescente consapevolezza ambientale del settore private ed il suo impegno per la salvaguardia della c biodiversità. L'aggiunta degli sforzi del settore privato a quelli dei governi e delle Organizzazioni non governative è un'importante risultato nell'ambito del piano strategico della Cbd»

Djoghlaf però ha sottolineato l'importanza dell'impegno da parte degli Stati, soprattutto di quelli più ricchi ed importanti: «La Carta di Siracusa, adottata dal G8 l'11 aprile di quest'anno ha riconosciuto l'importanza di affrontare la biodiversità come una parte importante dei dialoghi del G8 e per la costruzione, della Potsdam initiative nel 2010 e per la Kobe Call for Action for Biodiversity. Con l'adozione della dichiarazione de L'Aquila, i leader del G8 hanno deciso di incoraggiare l'impegno della società civile, della comunità imprenditoriale e delle altre parti interessate alla biodiversità e hanno approvato la Carta di Siracusa sulla biodiversità come mezzo efficace per promuovere una strategia a lungo termine per migliorare la salvaguardia della biodiversità ed hanno sottolineato la necessità di istituire una strategia comune ed un quadro ambizioso e realizzabile per la biodiversità oltre il 2010, utilizzando le sinergie tra le politiche per il cambiamento climatico e la biodiversità».

Torna all'archivio