[14/10/2009] News toscana

Aulla: operai occupano il Comune per una storia di (stra)ordinario caos da 'rifiuti'

GROSSETO. Ore difficili per il sindaco di Aulla Roberto Simoncini costretto ad albergare sul tetto dell'edificio comunale dai lavoratori dell'azienda Costa Mauro, che rischiano il licenziamento. I lavoratori della Costa Mauro, un'azienda operativa nel trattamento dei rifiuti con sede ad Albiano Magra (Massa), al confine con La Spezia, hanno invaso, infatti, questa mattina la sede del Comune di Aulla  e trattenuto il sindaco per protestare contro il rischio di licenziamento, prima nel suo ufficio, insieme ai lavoratori che hanno deciso l'azione dimostrativa, poi Simoncini sarebbe stato portato dai dipendenti della Costa Mauro sul tetto dell'edificio del Comune e, al momento in cui pubblichiamo la notizia, stando al sito del corriere della sera sarebbe chiuso nel suo ufficio.

Verrebbe da chiedersi il motivo per cui gli operai se la prendono con il sindaco  anziché con il proprietario dell'azienda che li vuole mandare a casa, ma scavando per capire meglio che cosa è successo, sembra emerge che tutto sommato forse il sindaco, qualche responsabilità in questa vicenda, ce l'ha davvero.

«La responsabilità è del sindaco-ci ha detto MatteoTollini, presidente della Legambiente Lunigiana- perché ha fatto di tutto per autorizzare l'impresa Costa Mauro che tratta i rifiuti in un capannone che è nel bel mezzo della frazione di Albiano. Adesso si trova i cittadini del paese che occupano i consigli comunali per protestare e i lavoratori dell'impresa che lo ritengono responsabile se davvero verranno licenziati».

Proviamo a fare un po' di chiarezza?

«La Costa Mauro fa trattamento dei rifiuti indifferenziati che gli provengono non solo dalla provincia di Massa e Carrara ma anche da fuori e l'ubicazione dell'impianto in cui svolge questa attività non è certo dei migliori. Nel piano provinciale questo impianto non era previsto ma è stato inserito successivamente e l'attuale sindaco di Aulla ha avuto un ruolo importante in questo. L'azienda ha avuto l'autorizzazione a trattare oltre ai rifiuti indifferenziati della provincia anche quelli che provengono da altre province, per una quantità complessiva di circa 90mila tonnellate. Adesso dopo le proteste dei cittadini è stata data l'autorizzazione al trattamento dei soli rifiuti provenienti dalla provincia e questa decisione ha determinato la reazione da parte della Costa Mauro di chiudere l'impianto e di minacciare i licenziamenti e qualche giorno fa ha dato seguito a questi annunci. Quindi l'impianto è stato chiuso. Da lì l'ordinanza del sindaco di dare seguito all'immediato smaltimento dei rifiuti che vi erano dentro, ma è evidente che a queste condizioni il futuro occupazionale non è certo garantito».

Cioè se non viene di nuovo estesa l'autorizzazione al trattamento dei rifiuti che provengono anche da fuori provincia?

«Sì, con i soli rifiuti dell'area di Lunigiana, l'azienda dice che non sarebbe in grado di garantire il lavoro. Ma dall'altra parte ci sono i cittadini di Albiano che non riescono più a convivere con questa promiscuità. L'area di trattamento è davvero a un passo dai palazzi».

Attualmente qual è la situazione?

«Ci sono un discreto numero di operai in cerchio sul tetto e suppongo che al centro ci sia il sindaco, ma mi sembra una situazione dialogante, non allarmante e mi auguro che riescano presto a raggiungere un accordo».

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