[13/10/2009] News

Bolla di metano? Silvestrini (Kyoto Club): ĞUrge ripensamento strategia anche in Italiağ

GROSSETO. Le mire di far divenire l'Italia una cerniera per il metano in Europa sta portando per il momento  il nostro paese a dover far fronte ad una vera e propria bolla di gas: abbiamo più metano di quanto non si consumi, le riserve strategiche colme e l'ipotesi di nuovi  depositi  geologici in grado di ospitare queste riserve è  al momento allo stadio di ipotesi e di studio.

Dopo una stabilizzazione dei consumi che si era saldamente ancorata a circa 85 miliardi di metri cubi, tra gennaio e agosto- secondo i dati dell'Anigas- questi sono scesi del 12% rispetto all'anno precedente e del 9,2% se il riferimento è al mese di settembre.

Effetto anche questo della crisi economica che ha portato ad una riduzione della domanda di metano per l'industria e per l'elettricità, il cui fabbisogno rispetto all'anno precedente è sceso del 5,6% secondo i dati forniti da Terna.

Ma il problema sta forse anche in una serie di interventi che non fanno capo ad una strategia se non quella di accaparrarsi quanto più metano possibile: si è provveduto ad aumentare la quota che potrà raggiungere il paese tramite i potenziamenti di gasdotti (6,5 miliardi dall'Algeria e altrettanti metri cubi dalla Russia) e l'arrivo di metano liquido ai rigassificatori (8 miliardi in più). Attualmente a quello ligure di Panigaglia e a quello realizzato di recente a Rovigo, ma in programmazione ve ne sono molti altri, che - in assenza soprattutto di una strategia nazionale -  sembrano davvero inutili.

Un problema che si è posto più volte è quello di fare i conti di quanto gas ci serve adesso e in quale percorso di transizione dall'affrancamento del petrolio va collocato, per agire di conseguenza: ma questa è una domanda cui non è stata mai data risposta. Quindi sono moltiplicate le domande di autorizzazione per la realizzazione di rigassificatori, si sono fatti accordi per potenziare metanodotti e adesso ci troviamo a dover far fronte ad un surplus.

«C'è un problema contingente e uno di tipo strategico - ci ha detto Gianni Silvestrini (Nella foto), direttore scientifico del Kyoto club- Nel primo caso si potrà dire che ci aspetta una situazione più tranquilla rispetto agli ultimi due o tre anni in cui siamo arrivati all'inverno con l'acqua alla gola. Ma il vero problema è quello strategico che richiede una riflessione irrinunciabile».

Ci spieghi meglio

«L'Europa si sta attrezzando per creare queste vene giugulari su cui far passare il metano e sta facendo accordi per approvvigionamenti per i prossimi 20- 30, una strategia che era stata pensata e messa a punto in un periodo precedente a quello in cui si sono posti obiettivi vincolanti  per ridurre i gas climalteranti, che porteranno ad una accelerazione delle politiche di efficienza e di risparmio energetico. Quindi bisognerà chiedersi dove va tutto questo gas e a cosa serve. Una riflessione che a maggior ragione dovrà essere fatta dopo Cophenagen per rivedere le future strategie sulla base di quelli che saranno i nuovi vincoli».

In Italia intanto della conferenza nazionale sull'energia s'è persa traccia?

«Sì e adesso il ministro Scajola parla di una curiosa conferenza che non avverrà in un luogo fisico ma sarà gestita attraverso lo scambio di documenti. Anche l'Italia avrà invece un estremo bisogno di rivedere le proprie strategie perché anche il nostro paese avrà nuovi obiettivi da ottemperare sulla base della lotta ai gas climalteranti. C'è un ripensamento strategico da effettuare sia in Italia che in Europa ed è una riflessione a questo punto  irrinunciabile».

La situazione contingente di surplus di gas potrebbe avere ripercussioni positive sul prezzo finale?

«Il mercato del gas è particolare, perché si fanno contratti a lungo termine. Ora in caso di una bolla si dovrebbero attendere  riduzione dei prezzi, perché se c'è un eccesso di offerta si dovrebbero avere cali di prezzo. Negli Usa è avvenuto e potrebbe accadere anche in Europa, mentre a livello nazionale non c'è un immediato riflesso sui prezzi di mercato».

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